Felini in crescita

Nel momento del lancio, avvenuto a fine 2019, il suo nome era già arcinoto. Ovvero ripreso da quello di un precedente iconico modello, riesumato per il nuovo corso grazie, appunto, al più recente crossover dell’ovale blu. Sono le prerogative con le quali Ford ha voluto aggredire il segmento degli sport utility sportiveggianti di classe B, proprio come farebbe il felino da cui prende il nome, con un veicolo brillante sebbene contenuto in cilindrata ed emissioni, accentuando quella filosofia destinata al pubblico più giovane e dinamico.

Della progenitrice targata anni ’90 – chi non ricorda il simpatico coupé 2+2 tanto ambito dai ventenni dell’epoca - la nuova Puma riprende il concetto di compattezza e sportività, declinata su una vettura di più ampio respiro, come appunto questo crossover compatto, denso di un corredo tecnico dai più attuali contenuti. A partire da motorizzazioni ibride, tutte a benzina, a misura di mobilità (più) sostenibile.

 

 

Piccola ma capiente

Con quella caratteristica silhouette da coupé rialzata, alta linea di cintura e cristalleria spiovente, enfatizzata dal pronunciato spoiler posteriore, la Puma appare subito per quella che è: vivace crossover destinata prevalentemente a una mobilità a medio raggio, senza però disporre, purtroppo, della trazione integrale. Poco male, volumetrie interne ragionate e abitabilità adeguata per cinque occupanti (in quattro è meglio), rendono la Puma tanto adatta agli spostamenti quotidiani che alle trasferte del fine settimana. A suo agio tanto sull’asfalto, dove sfodera un comportamento dinamico che non risulta compromesso dalla maggiore altezza da terra, che sugli sterrati leggeri, a patto di non chiederle prestazioni da offroader, compito riservato a quei Suv (come la sorella maggiore Kuga) che dispongono della trazione 4x4.

La vista frontale manifesta immediatamente l’appartenenza alla famiglia Ford, dominata dall’ampia calandra dall’inconfondibile disegno trapezoidale, ampie prese dinamiche d’aerazione (ancor più accentuate sulle versioni più sportive), fiancate sagomate dall’aspetto muscoloso, con passaruota decisamente vistosi e in grado di accogliere ruote con cerchi fino ai 19 pollici, tetto spiovente proprio come una coupé e una sezione posteriore sormontata dallo spoiler presente sopra al portellone. Compatta nei suoi 4,2 metri scarsi di lunghezza (1,8 m di larghezza e 1,54 m d’altezza), presenta un generoso passo di 259 cm che ne riduce sensibilmente gli sbalzi agevolando al contempo le volumetrie interne. Gruppi ottici con tecnologia led, tridimensionali e sporgenti, determinano la firma luminosa della vettura, con luci diurne a doppio filamento incorporate nella fanaleria anteriore.

Un ulteriore tocco di sportività alle versioni da 1000 cc può essere implementato attraverso allestimenti specifici, oppure con diversi pacchetti opzionali, come ad esempio la versione ST-Line (con particolari comuni al top di gamma ST da 200 CV) e l’Exterior Design, che aggiunge uno spoiler maggiorato sopra il lunotto e ruote dedicate con cerchi da ben 19 pollici.

L’elettronica e la digitalizzazione dominano l’abitacolo, con un grande cruscotto digitale da 12,3”, configurabile in differenti modalità e cromatismi, che domina il padiglione frontale al conducente. C’è poi il display da 8” centrale, ormai consueta dotazione su quasi ogni autovettura, da cui monitorare tutte le principali funzioni di bordo, tra cui il sistema infotelematico Ford Sync, il navigatore di bordo, l’interconnessione smartphone Apple CarPlay e Android Auto, fino al prestante sistema audio hi-fi Bang&Olufsen.

Proseguendo lungo il tunnel centrale, trovano posto i comandi della climatizzazione e la leva della trasmissione, con un cambio manuale a 6 marce oppure automatico robotizzato a 7 rapporti.

Attraverso un’architettura degli interni particolarmente attenta, oltre all’abitabilità fino a cinque occupanti, la riserva di spazio destinata agli oggetti può contare su ben 456 litri offerti dal bagagliaio, che orfano della ruota di scorta annovera l’ulteriore capiente Megabox di stivaggio al di sotto della soglia del pianale. Abbattendo il divano posteriore, poi, lo spazio si amplia a 1.216 litri offrendo una pavimentazione completamente piatta. Per chi preferisse invece la maggiore tranquillità offerta da un ricambio d’emergenza, in luogo del kit di riparazione offerto di serie si può adottare, su richiesta, il ruotino provvisorio, sacrificando una parte dello spazio concesso dal pozzetto.

Naturalmente molto ricco, il corredo di dispositivi Adas, qui riuniti sotto il sistema Ford Co-Pilot, include una gamma di tecnologie come il controllo adattivo della velocità e della distanza di sicurezza, il mantenimento delle velocità imposte dai limiti mediante il riconoscimento della segnaletica stradale, l’avviso di sopraggiungimento veicoli attraverso il monitoraggio degli angoli ciechi… e così via fino all’assistenza al parcheggio con manovra automatizzata, tanto utile nei più angusti spazi urbani. E sulla sportiva Puma ST, oltre alla dotazione estetica specifica, è presente anche la selezione delle modalità di guida (Normal, Eco, Sport e Track) per modificare i parametri di risposta dello stabilizzarore Esc, della reattività dello sterzo, dell’erogazione di coppia e potenza e perfino della sonorità dello scarico.

 

Solo turbo, solo ibrida

Punti in comune con la grande famiglia Ford ne possiamo scorgere parecchi anche sotto la scocca. A partire da quella piattaforma Ford Global B ben conosciuta, ad esempio, grazie alla più recente Fiesta e che provvede alla base strutturale di tutte le medie del gruppo statunitense, presenti e future. Ovvero un pianale flessibile pronto ad ospitare motorizzazioni tradizionali oppure ibride, schema di sospensione misto, a ruote indipendenti anteriormente e con assale torcente posteriore, e una flessibilità d’utilizzo che spazia, come visto, dalla berlinetta al crossover.

Quello che maggiormente caratterizza la versione odierna della Puma è certamente il moderno motore della serie EcoBoost, interamente in alluminio a tre cilindri in linea, un litro di cilindrata e turbocompressore, affiancato da un alternatore/generatore elettrico a 48 Volt da 11,5 kW di potenza, azionato da una trasmissione a cinghia e supportato da un pacco batterie agli ioni di litio raffreddato a liquido. Una soluzione che rappresenta il mild-hybrid secondo Ford, pronta a intervenire in supporto all’unità principale quando richiesto. Tarata su due livelli di potenza (da 125 e 155 CV), questa unità offre un’adeguata grinta, che ne conferisce un carattere deciso, al vertice della sua categoria, con una velocità massima rispettivamente di 191 e 205 km/h, accelerazioni 0-100 km/h comprese tra i 10 e i 9 secondi. Quando non è richiesta la spinta, in rilascio oppure in veleggiamento, per assicurare un maggiore risparmio energetico viene automaticamente disattivato il terzo cilindro, consentendo consumi medi dichiarati tra i 20 e i 22,2 km/litro, ed emissioni comprese tra i 97 e i 113 g/km di CO2 (secondo il tipo di trasmissione e la dimensione dei pneumatici).

Particolarmente brillante per questa tipologia di vettura, l’esuberante versione ST rende la Puma interessante per prestazioni e guidabilità. Merito innanzitutto del generoso EcoBoost, sempre a tre cilindri, elevato in questo caso a 1,5 litri di cilindrata e accreditato di ben 200 CV di potenza massima a 6.000 giri/min, in grado con la sua coppia di 32,6 kgm costante tra i 2.500 e i 3.500 giri/min di spingere fino alla soglia dei 220 km/h, accelerando da 0 a 100 km/h in appena 6,7 secondi. Iniezione ad alta compressione, doppia fasatura variabile delle valvole e turbo tarato ad hoc contribuiscono all’unicità di questa versione, che può contare su un impianto frenante specifico, con dischi maggiorati, una struttura irrigidita rispetto la Puma mille, differenziale anteriore a slittamento limitato Lsd e sospensioni rinforzate che annoverano anche la barra stabilizzatrice al retrotreno, con le anteriori di maggiore diametro.

Sempre in relazione alla sportiva ST, Ford ha collaborato a stretto contatto con Michelin per studiare una dotazione di pneumatici ottimale, individuati nei grintosi Pilot Sport 4S in misura 225/40, in primo equipaggiamento su cerchi in lega specifici da ben 19 pollici. Per tutte le altre, di serie, valgono più contenute misure da 215/55 R17 e 215/50 da 18 pollici, con una 205/65 R16 come ruota opzionale oppure invernale.

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