La zampata del giaguaro

L’erede della mitica E-Type è proprio questa. Se il celebre eroe del fumetto firmato dalle sorelle Giussani fosse stato contemporaneo, di certo avrebbe guidato una Jaguar F-Type con tutti i suoi trucchetti per sfuggire alle imboscate dell’ispettore Ginko. Fatto sta che la discendente dell’auto di Diabolik, nel model year 2019, si aggiorna in pochi ma significativi dettagli, per ripresentarsi, a sei anni dal suo debutto e ad appena due dall’ultimo restyling, senza mostrare alcun cedimento temporale. E non poteva essere diversamente per una sportiva di gran razza, acclamata sin dalla sua prima apparizione celebrata al Salone di Parigi del 2012, in grado di abbinare una fruibilità quotidiana sul tragitto casa-ufficio alle rabbiose prestazioni pistaiole delle sue varianti più estreme.

 

 

BIPOSTO GRANTURISMO

Quello che promette, verrebbe da dire, è poi quello che mantiene. Glamour, comfort e adrenalina. Racchiuse in una linea estremamente filante e personale, nella quale emergono tutte le fisionomie proprie del marchio del giaguaro, si trovano finiture degne del blasone che rappresenta. Due – e solo due – confortevoli sedute per lasciarsi trasportare fin dove soffia il vento, nella sua duplice configurazione con o senza tettuccio, e dai 300 fino ai 575 cavalli di potenza, con velocità consona a entrare di diritto nel fulmineo club delle over 300 km all’ora.

Coupé oppure Convertibile poco cambia, se non la sensazione di massima protezione o di amplificata libertà, oltre a una valigia in più da stipare nel bagagliaio quando assente il vano preposto a riporre la capote ripiegabile elettricamente. Minime differenze rispetto alle versioni precedenti mantengono pressoché invariata la silhouette caratteristica, offerta da una scocca realizzata interamente in alluminio, aggiornata in questo m.y. 2019 giusto nel paraurti anteriore e in pochi dettagli di contorno, tra cui le forme delle prese d’aria presenti sulle fiancate e differenziate secondo i livelli di propulsione. Quando poi calano le tenebre, proiettori full led dalla forma allungata J-Blade garantiscono l’ottimale fascio luminoso in ogni circostanza, dall’accensione diurna all’intensità variabile secondo velocità e tipologia stradale, gestita attraverso le quattro modalità dell’Adaptive Front Lighting: City, Country, Motorway e Bad Weather.

Curato nei minimi dettagli e rivestito con materiali di pregio, tra cui spiccano alluminio zigrinato, pelle e particolari ricercati in fibra di carbonio, internamente l’abitacolo offre ogni possibile dotazione di assistenza e intrattenimento, in gran parte comandate e gestite dall’unità telematica Touch Pro con display centrale da 10 pollici. Personalizzabile nella grafica oltre che intuibile nei comandi, si agisce sul touch screen con l’allargamento di due dita, proprio come faremmo con un comune tablet, per ingrandire mappe e centrare indicazioni meteo e di traffico, oltre che per scovare la stazione di rifornimento con i prezzi migliori... se vogliamo risparmiare qualcosina sul pieno, considerando il costo dell’auto.

Le due poltrone di seduta presentano forme ergonomiche e avvolgenti dall’elevato contenimento laterale, ancor più accentuate nelle esclusive versioni R e SVR, climatizzate e ventilate per offrire una seduta ottimale a ogni latitudine. Novità di questo aggiornamento, la realizzazione della loro struttura impiega una lega d’alluminio pressofuso, tale da ridurre il peso complessivo di oltre 8 kg a fronte di un immutato grado di comfort.

Qualche metro prima di giungere a destinazione, l’Arrival Mode ci mostra sul monitor la vista interattiva a 360° del luogo prescelto, e per non rischiare di sfregiare i paraurti in tinta basta lasciar agire il Park Assist che infilerà con minimo margine senza sbavature i 4,48 metri di lunghezza della F-Type nel primo spazio disponibile.

 

UN GIAGUARO NEL MOTORE

Metti una tigre nel motore, recitava la celebre reclame di una compagnia petrolifera degli anni ’60, giusto per restare in tema amarcord. Qui nel motore ci troviamo un giaguaro di razza, pronto a ruggire senza bisogno di carburanti rinomati.

Non sarà quello più sognato, ma già a partire dall’entry level due litri a quattro cilindri in linea, si denota tutta la raffinatezza di un motore in puro british style. Perché se la cilindrata potrebbe essere pari a quella di una comune familiare, la potenza erogata invece no. Alzato il cofano si può scorgere il più potente quattro cilindri turbo mai prodotto da Jaguar, 300 CV erogati a 5.500 giri/min dalla serie Ingenium per la mirabile potenza specifica di 150 CV/litro, tale da non mortificare affatto le prestazioni della coupé, con rispettabilissimi 250 km/h di velocità massima e accelerazione 0-100 in 5,7 secondi. I puristi storceranno il naso, ma con questa scelta il marchio decide di rendere raggiungibile anche alla fascia alta della middle class un’autentica auto da sogno, con un prezzo inferiore ai 60.000 euro, quasi un terzo rispetto alla superspinta versione top SVR per la quale di Euro, invece, ne occorrono più di 150.000.

L’ampia gamma composta da 28 versioni, tra cabrio e coupé, vede nella motorizzazione intermedia V6 turbo di 3 litri di cilindrata la scelta di mezzo, e probabilmente la più equilibrata. Una doppia configurazione, con i suoi 340 oppure 380 CV di potenza, in grado di elevare a 260 km/h e 275 km/h la velocità di punta, riducendo il tempo di accelerazione 0-100 km/h rispettivamente a 5,3 e 4,9 secondi, una manciata di decimi in più se al posto del cambio automatico Quickshift a 8 rapporti si preferisca manovrare alla vecchia maniera su quello manuale a sei marce. Per chi proprio non si accontenta, ecco il prepotente V8 sovralimentato da 5 litri, che perde la possibilità del cambio manuale ma ottiene la trasmissione a trazione integrale AWD, scelta obbligata per gestire al meglio i 550 CV di potenza, in grado di raggiungere i 300 km/h bruciando da fermi i 100 in circa 4 secondi. Ancora non basta? Sulla F-Type SVR la potenza sale ulteriormente a 575 CV e la velocità massima a 322 km/h, ridotta a 314 km/h sulla versione Convertibile con tettuccio in tela, e appena 3,7 secondi per accelerare entrambe da 0 a 100 km/h.

Quattro sospensioni indipendenti a doppi bracci paralleli, improntate alla sportività non senza trascurare l’adeguato comfort alle andature meno sostenute, sono gestite nel loro lavoro da ruote con pneumatici differenziati tra i due assali, calzati su cerchi in lega da 18, 19 e perfino 20 pollici destinati alle motorizzazioni maggiormente performanti. Gestire l’esuberanza di 300 cavalli del quattro cilindri Ingenium, fino ai 575 della V8 SVR, è un lavoro che richiede una generosa superficie d’appoggio, garantita in questo caso da pneumatici UHP superibassati, in misure che variano dai 245/45 R18 ai 265/35 R20 per quanto riguarda l’avantreno e dai 274/40 R18 ai 305/30 R20 per l’assale posteriore. Quasi superfluo menzionare gli innumerevoli automatismi elettronici, coadiuvati da sensori e telecamere, che mantengono il totale controllo della vettura: con funzioni siglate Autonomous Emergency Braking, Auto High Beam Assist, Lane Departure Warning, Lane Keep Assist, Traffic Sign Recognition, Adaptive Speed Limiter e Driver Condition Monitor – per citare le principali – non c’è pericolo di invadere accidentalmente la corsia opposta, superare i limiti di velocità consentiti, lasciarsi sfuggire le segnalazioni stradali o farsi cogliere da colpi di stanchezza, intervenendo autonomamente in caso di necessità per una frenata d’emergenza, che arresti in spazi ridottissimi la corsa del giaguaro.

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