Stesso blasone con mezza trazione

È lo schema semplificato di trazione, offerto sulla versione eD4, a destare maggiore curiosità in questa sport utility che non vuole tradire il DNA fuoristradistico del marchio. Medesima altezza da terra, di 21 centimetri, stesso schema di sospensioni, a quattro ruote indipendenti, analoghe dotazioni, insomma tutto farebbe pensare che la perdita della trasmissione posteriore, privata del giunto viscoso centrale, non abbia lasciato alcun segno tangibile.

 

Ineluttabile legge di mercato: dove c'è richiesta, ecco materializzarsi il pronto adeguamento dell'offerta. A questa prerogativa non sfugge nemmeno un'icona tra le fuoristrada più autentiche, con l'annuncio da parte di Land Rover di un adeguamento della sua Freelander 2 al model year 2011, disponibile oggi anche con la sola trazione anteriore a rappresentare l'entry level di gamma. Un cambiamento impensabile solo qualche anno fa, dettato certamente dalla sempre maggiore penetrazione nel mercato dei Suv dei modelli a due sole ruote motrici - in Europa rappresentano il 23% del segmento totale -, che offrono lo stesso stile degli analoghi a trasmissione integrale, ma a prezzi più abbordabili, rinunciando a un surplus di trazione di cui alcuni clienti non sentiranno mai la mancanza.
È in quest'ottica che s'inserisce il nuovo restyling della seconda serie Freelander, presentata con poche novità estetiche, giusto quel tanto per aggiornare una silhouette comunque moderna e personale, ma con novità meccaniche che certamente arricchiscono senza svilire i modelli più dotati, permettendo l'accesso nell'universo Land Rover a un numero maggiore di clienti, a cui la trazione 4x4, tutto sommato, non interessa poi molto.

 

TRADIZIONE VERY BRITISH
Che si tratti di una Freelander non è in dubbio, nemmeno a uno sguardo distratto: l'appeal emanato da linee moderne e personali sposa subito il family feeling delle gamme superiori Discovery 4 e Range Rover, specialmente nella visione della calandra, ora con nuova finitura chiara o scura, secondo le versioni, su cui campeggia a chiare lettere il celebre nome del marchio britannico. Le differenze esterne tra le ultime due versioni si limitano all'aggiornamento dei nuovi gruppi ottici, alle maniglie delle portiere verniciate nel colore della carrozzeria e alle dimensioni degli specchietti retrovisori esterni, maggiorati del 10% per una più chiara e immediata visione posteriore. Un intervento d'immagine a cui non fanno eccezione gli stilosi cerchi in lega, ridisegnati per questo lancio e offerti con calettamenti compresi tra i 16" e i 19", in sintonia con il carattere sportivo di una clientela più esigente.
Ancor più ridotti gli interventi nell'abitacolo, giusto con il rinnovamento del pannello portastrumenti, dove una scelta ampliata permette ora l'abbinamento tra la tinta esterna e quattro tipologie di rivestimenti, in opzione anche con la selleria in cuoio del Pemium Pack e regolazione elettrica delle poltrone anteriori.
Affinata strutturalmente e nelle dotazioni di sicurezza, con ben nove airbag la Freelander 2 M.Y. 2011 ottiene nelle prove di crash test le ambite 5 stelle Euro NCAP per la protezione degli occupanti. E la sua dotazione, già ricca nell'allestimento base, non esclude sensori di parcheggio anteriori e posteriori, il sistema telefonico integrato con bluetooth e il doppio tettuccio panoramico per godere delle giornate soleggiate. Abbinato al cambio manuale, c'è poi di serie il sistema Stop/Start, che riduce inutili sprechi di carburante.


LA PRIMA SENZA INTEGRALE
È quindi lo schema semplificato di trazione, offerto sulla versione eD4, a destare maggiore curiosità in questa sport utility che non vuole tradire il DNA fuoristradistico del marchio. Medesima altezza da terra, di 21 centimetri, stesso schema di sospensioni, a quattro ruote indipendenti, analoghe dotazioni, insomma tutto farebbe pensare che la perdita della trasmissione posteriore, privata del giunto viscoso centrale, non abbia lasciato alcun segno tangibile. E in effetti, tolto il comando d'azionamento del Terrain Response solitamente presente nell'abitacolo - ovvero il geniale dispositivo di selezione automatica della trazione secondo il percorso da affrontare -, la Freelander a due ruote motrici non manifesta sostanziali differenze estetiche dalle sorelle più dotate. Anche sui terreni naturali, dove in effetti la trazione 4x4 fa inevitabilmente la differenza, con due sole ruote motrici la piccola della Casa di Solihull si districa con inaspettata agilità, merito di una taratura dell'avantreno ben calibrata che assicura il massimo grip in appoggio, oltre all'alleggerimento fisiologico di 75 kg, patendo giusto in quelle situazioni al limite dove la scarsa aderenza immobilizzerebbe qualsiasi veicolo 2WD. Resta tutto immutato invece nello schema di trasmissione delle altre versioni, che al terzo differenziale Haldex ad azionamento elettronico devono la continuità con la tradizione Land Rover.
In questo panorama di lievi ritocchi e importanti cambiamenti, decisamente profondo risulta invece l'adeguamento delle due propulsioni 4 cilindri a gasolio. Due, anzi la medesima di 2,2 litri di cilindrata sdoppiata in una duplice configurazione, rispettivamente con potenze di 150 e di 190 cv, secondo il livello di allestimento. Per entrambe, comunque, la coppia erogata è la stessa, di ben 420 Nm (20 Nm in più rispetto alla versione precedente) già disponibili tutti al regime di 1750 giri/minuto, che elargisce uno spunto in ripresa davvero convincente per una vettura di questa categoria. Per ottenere questo risultato, non si è intervenuti solo sull'elettronica, ma bensì ristrutturando profondamente l'intero complesso del propulsore termico. Dalle fasce elastiche ai cuscinetti di banco, tutto concorre all'affinamento energetico, garantito dall'alimentazione common rail con piezoiniettori ad alta velocità. Nuova la centralina e il turbocompressore, con girante a geometria variabile e intercooler ad acqua, per lavorare a temperature più elevate offrendo maggiore erogazione: la risultante sono consumi più contenuti di carburante, migliorati dal 9 al 14%, e ridotte emissioni nocive a cui contribuisce il ricircolo EGR e il filtro antiparticolato CDPF di serie. A questi è abbinata una trasmissione manuale Getrag M66, con cambio a sei rapporti, oppure un'automatica Aisin Warner AWF21, sempre a sei rapporti, con blocco programmato del convertitore di coppia su una più ampia gamma di rotazione, a favore di consumi e guidabilità. L'impiego del sistema IPMS di gestione del motore, avvia la ricarica della batteria solo in decelerazione, recuperando l'energia cinetica del veicolo, alleggerendo quindi il carico in accelerazione con conseguente ulteriore economia d'esercizio.
Al vertice della gamma resta il 6 cilindri a benzina da 233 cv, un motore moderno ed aggiornato per il massimo contenimento delle emissioni, per raggiungere anch'esso l'omologazione antinquinamento Euro5, offerto nella sola configurazione con cambio automatico.
Alla scocca autoportante sono abbinate quattro sospensioni indipendenti, ben lontane da quei ponti rigidi in voga sulle fuoristrada dure e pure (come ad esempio la sorellona Land Rover Defender), ma ben più in sintonia con il carattere polivalente di un Suv attuale e dalle apprezzabili doti dinamiche.
Decisamente estesa la possibilità di dimensionamento ruote, forse la scelta più vasta nella sua categoria, con sei differenti dimensioni di ruote, cerchi in quattro calettamenti, dal grintoso design a sei o dieci razze, dai più consueti 16 ai 17, ai 18 e perfino con i 19" sulle versioni più accessoriate, con pneumatici compresi tra i 215/75 R16 e i 235/55 R19. 

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