Pneumatici ricostruiti per la transizione ecologica

Un’assemblea nel segno della ripartenza: è quella che i soci AIRP hanno celebrato quest’anno a Imola il 14 e 15 ottobre. Ripartenza non solo perché il mercato sembra tornato ai livelli pre-pandemia, ma anche per la scelta di tenere il ritrovo annuale in concomitanza con l’evento “Mission Restart” organizzato da Autopromotec nella città emiliana. Dopo il convegno dedicato a “Logistica, pneumatici, economia circolare: scenari per il trasporto sostenibile”, che si è tenuto nel pomeriggio del 14 ottobre all’autodromo di Imola, l’assemblea vera e propria si è svolta la mattina del 15 ottobre all’hotel Molino Rosso, con un programma denso di contenuti e di interventi.

 

Stefano Carloni: lavoriamo con i produttori per l’ecodesign
Stefano CarloniIl presidente Stefano Carloni, nella sua relazione introduttiva, ha sottolineato che nel corso nel 2021 i volumi di produzione dei pneumatici ricostruiti in Italia sembrano essere ritornati quasi al livello del 2019, e che in realtà questo dato può essere letto in una duplica prospettiva: se paragonato al crollo verticale che si è verificato nel 2020 si tratta certamente di un risultato positivo, ma se accostato allo scenario di forte rincaro dei prezzi dei pneumatici nuovi può apparire anche un po’ deludente. In ogni modo, ha proseguito Carloni, è senz’altro positiva la notizia del “decreto semplificazioni”, che la scorsa estate ha portato dal 20 al 30% la soglia minima di pneumatici ricostruiti per le flotte pubbliche e le aziende che svolgono pubblico servizio, introducendo anche l’annullamento della procedura di appalto per la quota riservata ai ricostruiti nel caso questa non venga rispettata. Una misura che secondo il presidente AIRP si potrebbe ulteriormente rafforzare con un vero e proprio piano sanzionatorio, ma che intanto segna “un passo importante e necessario per consolidare il ruolo del pneumatico ricostruito all’interno del Green Public Procurement”, anche perché prima dell’approvazione del decreto semplificazioni era emerso da un’attività di verifica condotta da AIRP presso le maggiori aziende municipalizzate che solo il 30% di queste è in grado di dimostrare l’effettivo rispetto della norma sui ricostruiti.

Non è andata nel modo auspicato invece l’iniziativa della Commissione europea sui prodotti sostenibili, che dovrebbe condurre all’emanazione di una nuova direttiva sulla progettazione durevole dei beni; era stata avviata una consultazione pubblica, a cui AIRP, Bipaver e altre associazioni europee avevano partecipato suggerendo di inserire anche i pneumatici fra i prodotti da sottoporre per legge all’obbligo dell’ecodesign, visto il loro alto potenziale di circolarità. Tuttavia, la Commissione ha deciso di escludere in blocco tutto il comparto relativo ai trasporti, dunque non vi sarà questa possibilità. Questo però non significa, per Carloni, che non vi siano altre strade percorribili per arrivare all’obiettivo di una industria del pneumatico più decisamente orientata all’ecodesign: collaborando con gli stessi produttori, infatti, sarebbe possibile avviare degli studi sui principali modelli di pneumatici per autocarro sul mercato e gettare le basi per determinare alcuni criteri basilari per la ricostruibilità delle carcasse. Il presidente ha infine concluso auspicando che a livello nazionale vi siano le condizioni e la volontà anche per affrontare quello che rimane forse l’ostacolo più grande per il mercato della ricostruzione, ovvero la crisi dell’industria del trasporto e della logistica, sempre più gravata da fattori come concorrenza estera, marginalità ormai quasi inesistente, condizioni di lavoro insostenibili.

 

On. Benamati: il ricostruito partecipa alla trasformazione della mobilità
Gianluca BenamatiMolto apprezzato dai soci AIRP l’intervento in assemblea dell’On. Gianluca Benamati, componente della X Commissione (Attività produttive, commercio e turismo), ed estensore dell’emendamento che ha permesso l’aumento delle quota di ricostruiti per il servizio pubblico dal 20 al 30%, oltre che dei diversi piani di incentivazione per il settore automotive varati dal Governo nell’ultima legislatura. Benamati ha innanzitutto sottolineato l’importanza cruciale della sfida che ci pone la transizione ecologica, ambientale ed energetica: “una sfida che minaccia di disarticolare e minare quella realtà di paese industriale produttivo e di paese che gode di un relativo benessere, a cui siamo abituati”. E in questo scenario il settore automotive assume un ruolo davvero paradigmatico, anche perché in Italia l’automobile è stata l’architrave della reindustrializzazione nel secolo scorso e dello sviluppo che ne è conseguito. Oggi che l’intera mobilità è chiamata a una radicale trasformazione, il Paese non deve perdere questa scommessa del futuro, e al di là dei singoli strumenti di sostegno al settore sarà fondamentale portare l’intera filiera ad una nuova visione della mobilità. Su questo tema entrano in gioco anche i pneumatici: la misura varata quest’anno a sostegno dei pneumatici ricoperti era necessaria per promuovere ulteriormente anche la cultura delle pratiche sostenibili, tanto che, ha concluso Benamati, “il sistema del pneumatico ricoperto può entrare a pieno titolo nella fase di trasformazione del sistema, che dobbiamo accompagnare come paese, come Governo e come parlamento verso la transizione ecologica, anche con norme specifiche per sostenere la diffusione di un prodotto che mi ha convinto a sostenere questa proposta di modifica per la bontà ambientale, energetica e in fin dei conti sociale di questi prodotti.”

 

I CAM come leva per le politiche ambientali e l’innovazione delle imprese
Un secondo intervento istituzionale ha visto la partecipazione, in collegamento virtuale, della dottoressa Lucia Citro, della Direzione generale per l’Economia Circolare presso il Ministero della transizione ecologica. L’intervento si è focalizzato sullo strumento dei CAM (criteri ambientali minimi) per gli acquisti delle pubbliche amministrazioni, che nell’ambito del Green Public Procurement svolgono un ruolo importante come leva e strumento di politica ambientale, oltre che di stimolo all’innovazione tecnologica delle imprese, e saranno infatti previsti anche nella Strategia nazionale per l’economia circolare a cui il Governo sta lavorando. Lo scorso mese di giugno sono stati pubblicati nuovi CAM relativi ai veicoli, che sono stati aggiornati per adeguare gli acquisti pubblici agli obiettivi europei sempre più stringenti in termini di “veicoli puliti”. In questo momento invece il Ministero sta coordinando l’estensione di un nuovo strumento, ovvero i CAM per i servizi di trasporto, che interesseranno le attività di trasporto pubblico locale, trasporto scolastico, e i servizi di sharing correlati al trasporto pubblico. L’iniziativa sarà funzionale alla decarbonizzazione della mobilità attraverso il raggiungimento di diversi obiettivi: il potenziamento del trasporto pubblico tramite mobilità condivisa e intermodale, l’aumento delle sostenibilità del parco mezzo degli enti pubblici, ed il potenziamento delle pratiche di economia circolare per il risparmio di materia, il recupero e la rigenerazione. In questo ultimo ambito la ricostruzione ha senz’altro un ruolo importante, tanto che AIRP fa parte degli stakeholders che verranno consultati nell’ambito del progetto.

 

Michelin: auspichiamo di avere più concorrenti, per far crescere la ricostruzione
Marco GiulianiHa partecipato all’assemblea di Imola anche il direttore commerciale di Michelin Italia, Marco Giuliani, per parlare di economia circolare e innovazioni industriali: due aspetti che per Michelin sono inseparabili, e che si collocano al centro delle politiche produttive. In primo luogo, Giuliani ha sottolineato che “l’economia circolare e la sostenibilità sono in questo momento sulla bocca di tutti e di grande moda”, ma è fondamentale separare le parole dai fatti, e guardare a quello che si fa concretamente per la sostenibilità. Coniugare economia circolare e innovazione industriale significa di fatto seguire i dettami dell’ecodesign: significa “pensare a come fabbricherò il mio prodotto, a come il prodotto si comporterà mentre viene utilizzato, a come il prodotto sarà riutilizzabile ancora, e alla fine come sarà riciclabile. Tutto questo va pensato prima. E per farlo servono investimenti in innovazioni industriale di materiali e di processo. Tutto questo in Michelin lo chiamiamo strategia delle 4 R”. In primo luogo, ha spiegato Giuliani, ridurre: ridurre il peso del prodotto, la produzione di CO2, e il numero di pneumatici necessari per percorrere una data distanza. C’è poi la R di rinnovabile, ovvero delle energie impiegate dalla produzione: “oggi i nostri stabilimenti in Italia di Alessandria e di Cuneo hanno un approvvigionamento di energie elettrica certificato al 100% da fonte rinnovabili. Entro il 2030 vogliamo abbassare del 40% la soglia d’impatto di Co2, fino ad avere nel 2050 il 100% di materiali riciclabili di componenti del pneumatico.” Segue il concetto di riuso e riutilizzo: “la carcassa Michelin per pneumatici da trasporto pesante continua a essere testata su un milione di Km. È Il fulcro del nostro modello di business, il multi-life”, che offre un prodotto di alto valore per ridurre il costo totale di utilizzo e gli impatti ambientali. Infine, il riciclo: “Michelin deve e vuole ottemperare ai suoi doveri di responsabilità estesa del produttore, e si adopera per spingere di più per il riciclo e riutilizzo del pneumatico in maniera sempre più virtuosa.” L’innovazione industriale, per Giuliani, non è però sufficiente da sola per gli obiettivi dell’economia circolare, che possono essere raggiunti solo con un processo collettivo: “è necessario che tutti i produttori di pneumatici, l’ambiente politico, i ricostruttori, agiscano insieme per andare verso questa direzione. È per questo che auspichiamo di avere più concorrenza sulle carcasse ricostruibili: noi vogliamo che il mercato del ricostruito cresca, ma per questo è necessario che altri player entrino sul mercato, investendo su questo modello di business.”

 

Materie prime per la ricostruzione, fra rincari e incognite per il futuro

A conclusione della giornata di lavori assembleari si è svolta una tavola rotonda con i soci aderenti AIRP per un approfondimento sul tema delle forniture delle materie prime per la ricostruzione, che in questi ultimi mesi costituisce un problema molto sentito da tutti i ricostruttori. Sono intervenuti Fabio Cortesi in rappresentanza della ITG Paltread, Holger Dux (Kraiburg Austria), Maurizio Stassi (Vipal) e Nicola Pizzoli (Eurorubber). La discussione ha permesso di ripercorrere le diverse traversie che a partire dal 2020 hanno portato ad un aumento dei costi praticamente di tutte le componenti necessarie alla produzione delle mescole per la ricostruzione, a partire da gomme naturali e sintetiche, plastificanti, nero carbone, monomeri e additivi. Sebbene la corsa al rincaro di queste materie stia finalmente rallentando, restano però problematiche tutte le voci di costo che dipendono dal prezzo dei trasporti, del petrolio e dell’energia elettrica: per questo, sebbene alcune singole componenti come la gomma naturale vedano oggi una discesa dei prezzi, la somma di tutti questi altri fattori molto probabilmente comporterà ulteriori rincari delle mescole nei prossimi mesi. Su una cosa sono però d’accordo tutte le aziende che sono intervenute: è molto difficile ad oggi fare delle previsioni per i prossimi mesi; volendo restare su una visione generale, sembra plausibile che almeno fino a metà del 2022 non interverranno grandi cambiamenti sul mercato.