Mercato auto, numeri in crescita a ottobre
Immatricolazioni gennaio-ottobre +20,52%” Quagliano: “ll livello che si otterrà nell’intero 2023 sarà ancora una volta insufficiente per garantire il regolare rinnovo di un parco circolante”
In settembre il mercato dell’auto dell’Europa Occidentale (UE+EFTA+UK) ha fatto registrare 1.166.728 immatricolazioni con un incremento dell’11,1% su settembre 2022. Questo risultato positivo non è però soddisfacente se si considera che nel gennaio-settembre l’incremento sullo stesso periodo del 2022 è del 17%. Il rallentamento nella crescita del mercato in Europa Occidentale è dovuto anche al venir meno di incentivi all’acquisto di auto elettriche in particolare nel mercato tedesco che è il più importante dell’area e che in settembre accusa, infatti un calo dello 0,1%, mentre nel periodo gennaio-settembre ha fatto registrare una crescita del 14,5%. Il quadro complessivo in Europa Occidentale appare comunque positivo nel confronto con il 2022 anche se non si deve dimenticare che rispetto ai livelli ante-pandemia manca ancora all’appello una immatricolazione su cinque. Il mercato dell’area, nel periodo gennaio-settembre 2023, accusa infatti ancora un calo di ben il 21,3% sui livelli del gennaio-settembre 2019. E a ciò si aggiunge che il recupero in atto appare dovuto soprattutto al consistente portafoglio ordini accumulato nel periodo in cui la produzione di auto è stata fortemente ostacolata dalla carenza di microchip e di altri componenti essenziali mentre da più parti si segnala che la raccolta di nuovi ordini è al momento insoddisfacente per consentire un ritorno in tempi brevi ai livelli ante-pandemia.
Sulla propensione all’acquisto di auto stanno infatti incidendo diversi fattori negativi. In primo luogo, i tempi di evasione degli ordini sono ancora particolarmente lunghi soprattutto per i modelli più accessibili al grande pubblico e in secondo luogo la transizione energetica in atto induce molti automobilisti ancora incerti sul tipo di alimentazione da scegliere a rinviare gli acquisti. A tutto ciò si aggiunge il forte deterrente costituito dagli aumenti dei prezzi delle auto ed in particolare, per quello che riguarda la transizione energetica, dal livello dei prezzi delle auto elettriche che senza incentivi non sono ancora alla portata del grande pubblico e ciò in particolare nei paesi con il reddito pro capite più basso. Non è certo un caso il fatto che nel periodo gennaio-settembre la quota delle immatricolazioni di auto elettriche (che ha toccato il 15,2% nell’intera area) sia stata inferiore al 5% nei seguenti paesi elencati in ordine decrescente di quota: Spagna (4,9%), Cipro (4,8%), Grecia (4,7%), Italia (3,9%), Polonia (3,5%), Repubblica Ceca (2,8%), Croazia (2,7%) e Slovacchia (2,4%). D’altra parte, problemi per la ulteriore diffusione dell’auto elettrica vengono segnalati, oltre che in Germania (dove la quota attuale è del 18,1%), anche nel Regno Unito che ha una quota del 16,4%. In particolare, nel Regno Unito si segnala che le vendite di auto elettriche sono sostenute soprattutto da incentivi fiscali agli acquisti delle flotte, mentre la domanda dei privati langue. E a proposito di auto elettriche - sottolinea Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor - va detto che in tutti i paesi in cui la quota delle elettriche è rilevante sono in vigore quegli incentivi generosi che si stanno rivelando assolutamente necessari per sostenere il decollo dell’auto elettrica. E’ una circostanza, questa, che dovrebbe indurre il Governo italiano a rivalutare senza ulteriori indugi la nostra politica di incentivi all’auto elettrica. Il fatto che da noi gli incentivi all’elettrico esistano da anni con formule così inefficaci da lasciare sistematicamente una grande parte degli stanziamenti inutilizzati confinandoci così a fare da fanalino di coda tra i grandi paesi europei per la transizione energetica nella mobilità.
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