In Italia solo un’auto su 4 ha meno di cinque anni
Oltre il 75% delle vetture è stato immatricolato prima del 2018
Servizi e prodotti dedicati, ricorso alla connettività per migliorare l’efficienza della flotta e cambiamento culturale a favore dell’elettrificazione del parco: sono queste le principali tendenze che emergono dall’indagine “Etica e pragmatica dell’ultimo miglio: tecnologia e transizione energetica nell’evoluzione delle flotte LCV”, realizzata da Arval Mobility Observatory, piattaforma di ricerca e scambio di informazioni del settore delle flotte aziendali e della mobilità, in collaborazione con Econometrica.
Gli ultimi due anni, condizionati dalla diffusione della pandemia, hanno trasformato le abitudini di consumo all’insegna della digitalizzazione e delle nuove tecnologie. In questo contesto, il mercato dei veicoli commerciali sta affrontando una trasformazione che porterà grandi cambiamenti nell’arco dei prossimi anni. A distanza di 2 anni dalla prima indagine sulle flotte LCV, Arval Mobility Observatory ha quindi ritenuto fondamentale tornare ad ascoltare la voce delle aziende italiane per capire come stiano reagendo alle mutate necessità di business e come lo scenario attuale stia influenzando la loro visione del futuro.
Il metodo di finanziamento prevalente delle flotte LCV si conferma il noleggio a lungo termine, scelto nel 47,6% dei casi e, se si prende in considerazione anche il leasing finanziario, si evidenzia il crescente orientamento delle aziende ad allontanarsi dalla proprietà dei veicoli.
Quali sono le esigenze e gli aspetti su cui si concentra l’attenzione delle aziende nella gestione di una flotta LCV? L'obiettivo principale è quello di ottimizzare i tempi di fermo dei veicoli. Sulla base di ciò, soluzioni come la presa e riconsegna per eventi programmati e la manutenzione proattiva, sia sui veicoli che sugli allestimenti, sono i servizi che suscitano il maggior interesse, con un voto medio di 7,1. Seguono la manutenzione e la riparazione ordinaria con officina mobile (6,7) e il ricorso a veicolo sostitutivo e soluzioni di mobilità a medio termine, che vengono sempre più prese in considerazione per far fronte agli sviluppi del business e risultano opzioni in crescita rispetto a due anni fa.
La connettività si dimostra sempre più fondamentale per i fleet manager, perché permette di raccogliere i dati necessari per migliorare l'efficienza dei viaggi. Lo conferma l’interesse espresso per la generazione di KPI periodici su consumi, chilometraggi e tipologia di utilizzo dei veicoli (7,4 il voto medio, in crescita rispetto al 2020), la possibilità di avere visibilità in tempo reale degli alert di manutenzione sulla flotta (7,4) e la geolocalizzazione degli LCV (6,6). Questi si aggiungono alla priorità dei fleet manager che rimane il ricorso a strumenti per incrementare la sicurezza dei driver, importanti per l’80% di loro e con un voto medio pari a 7,8.
Per quanto concerne la transizione energetica, le informazioni raccolte dall’indagine evidenziano come molti settori presentano un chilometraggio annuo, tragitti e soste coerenti con una vantaggiosa adozione di veicoli 100% elettrici.
Infatti, l'88% dei veicoli percorre una distanza media annua inferiore a 40.000 chilometri e, almeno nella metà dei casi, su percorsi urbani. Soprattutto, 8 veicoli su 10 tornano presso le sedi aziendali durante la notte, con soste che superano le 6 ore nel 63% dei casi, che rappresenta un tempo sufficiente per ricaricare la batteria degli e-LCV ed è una delle condizioni che più facilitano l'adozione di veicoli elettrificati.
Perché queste condizioni si traducano in una effettiva svolta verso l’elettrificazione delle flotte di veicoli commerciali, il punto di partenza deve essere un’analisi approfondita volta a valutare l'opportunità di diversificare il mix energetico sulla base degli usi specifici del veicolo.
1 società su 4 mostra il proprio interesse nei confronti di questa attività, perché l’elettrificazione dei parchi LCV rappresenta un aspetto sempre più rilevante anche per le flotte operative, che spesso devono accedere ai centri cittadini, sempre più soggetti a limitazioni alla circolazione.
“Le aziende sono chiamate ad affrontare sfide di mobilità importanti. La crescita delle consegne legate alle transazioni online, la capillarità dei servizi estesi sull’intero territorio, senza compromessi di qualità e tempistiche, si combinano oggi con numerosi fattori di contesto che complicano la capacità di realizzare una performance di valore per tutti” dichiara Massimiliano Abriola, responsabile di Arval Mobility Observatory Italia. “L’evoluzione del cliente finale, sempre più esigente, impone una re-ingegnerizzazione della gestione delle flotte LCV affinché sia possibile maturare correttivi e novità da poter implementare e testare con rapidità”.
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