La mobilità intelligente

La visione di Nissan sulla mobilità del futuro non passa solo attraverso un veicolo, ma a un intero progetto sociale siglato, appunto, Nissan Intelligent Mobility. Che l’aspettativa sia di quelle a più ampio spettro, in grado di influenzare il corso dei tempi, è stato chiaro sin dal primo lancio – correva l’anno 2010 – della full electric Leaf, l’auto a emissioni zero che ha saputo anticipare i requisiti delle passenger cars eco friendly. Parametri ancora oggi sintetizzati in prestazioni automobilistiche di tutto rispetto, autonomia sufficiente – sebbene limitata – a un quotidiano impiego, anche extraurbano, prezzo accessibile alla middle class e diffusione realmente globale, accompagnata di pari passo da quella delle indispensabili stazioni di ricarica rapida, unica via strategica per estendere realmente l’utilizzo di qualsiasi vettura elettrica. Tutti concetti di assoluto riferimento per una reale mobilità sostenibile, ai quali guardano tutti i produttori (jap in testa) in prima linea nel rispetto ambientale.

Ma Leaf non è solo questo: l’auto elettrica secondo Nissan, dotata di tecnologia V2G (Vehicle to Grid) diventa anche strumento per immagazzinare, trasportare e scambiare energia attraverso la rete o perfino tra un veicolo e l’altro, creando con la sua diffusione una sottorete che potrà garantire una sorta di infrastruttura mobile in costante connessione.

 

 

Amichevole familiare

Leading – Environmentally friendly – Affordable – Family car. Ovvero: economica e accessibile auto familiare amica dell’ambiente. Ecco spiegato quanto si cela dietro l’acronimo Leaf, che racchiude in una stringa l’intero concetto portante dell’avvenire automobilistico. Non si tratta di un futuro così lontano, considerando la diffusione sempre maggiore che la Leaf detiene, con oltre 300.000 unità consegnate dal suo primo lancio (più di 85.000 solo in Europa), decretandone l’elettrica più venduta di sempre.

Chi ha detto che le auto alternative debbano essere per forza brutte? Nonostante agli albori l’eccentricità sembrasse un segno distintivo, con le primissime generazioni dalle fattezze ovoidali cui la Leaf non ha certo fatto eccezione, in questa riedizione Nissan ha impiegato uno stile ben più aderente ai canoni estetici delle auto tradizionali, generando un design ammiccante e a tratti sportiveggiante. Immediatamente riconoscibile nel frontale, grazie alla griglia “V motion” comune alla più recente produzione della Casa, la seconda generazione della Leaf può contare su gruppi ottici full led e lenti bidirezionali, tratti tesi e spigolosi, con ampie fiancate e linea di cintura alta, raccordata a un posteriore sormontato da uno spoilerino a incorniciarne il portellone e che ne sottolinea l’aspetto dinamico. Ben poco insomma lascia intendere la natura della propulsione, se non fosse per l’assenza dei terminali di scarico e il ronzio che ne accompagna il movimento, sopraffatto soltanto dal rumore prodotto dal fruscio aerodinamico e dal rotolamento delle ruote.

Benché il disegno sia sostanzialmente nuovo, le dimensioni esterne ricalcano quelle della prima serie, con un guadagno di giusto qualche centimetro in lunghezza, ora sviluppata in 4,48 metri, con 1,79 m. di larghezza e 1,54 d’altezza, mantenendo il medesimo passo di 2,7 m. della precedente. Mentre le volumetrie esterne concedono poco di più, quelle interne beneficiano di una certa espansione posteriore, offrendo una riserva di spazio nel vano bagagli incrementata fino a 435 litri, in assenza del ruotino di scorta.

Perfino l’abitacolo a prima vista non tradisce la particolarità della vettura, ricalcando un design moderno con semplici comandi di accesso alle funzioni elettriche che dominano la gestione della marcia. Scomparsa la leva del cambio, tra i sedili campeggia la manopola dalla quale comandare la marcia, in avanti o indietro, mentre a centro cruscotto il display multifunzione TFT da 7” consente, con il tocco di un dito, la gestione di navigazione e multimedialità, tra cui le funzioni energetiche di consumo, ricarica e di ricerca delle stazioni di rifornimento più vicine. Tutte informazioni accessibili e interagibili anche dal proprio smartphone tramite l’App dedicata, dalla quale si può programmare anche il pre-riscaldamento o il condizionamento dell’abitacolo, per trovare il clima preferito non appena si sale a bordo.

 

Automazione a tutto campo

Sebbene non si possa riassumere la nuova Leaf solo nel suo propulsore, è proprio l’unità elettrica da 110 kW (ovvero 150 CV) e 320 Nm di coppia, migliorata nell’erogazione e nell’efficienza, a suscitare l’interesse maggiore. Valori ben più interessanti, ottenuti mediante il raffreddamento a liquido dell’inverter assieme a un’ottimale messa a punto, rispetto ai 109 CV della prima versione, in attesa dell’ulteriore upgrade motoristico con una unità completamente nuova nel corso del 2019. Di maggiore capacità anche il pacco batterie agli ioni di litio, complessivamente da 40 kWh, realizzato mantenendo le stesse dimensione del precedente da 30 kWh ma variando la composizione chimica e la struttura a cella singola, con un aumento del 67% della densità energetica. Che significa un’autonomia dichiarata – e ottimistica secondo il ciclo New European Driving Cycle – di 378 km, più verosimilmente intorno ai 300 km secondo la tipologia di percorso e lo stile di guida, ma anche di 16 ore per una ricarica completa dalla presa domestica, oppure 40 minuti di paziente sosta presso una colonnina rapida per rifornirsi dell’80% di energia necessaria per proseguire il proprio percorso.

Qui l’automazione provvede a gran parte delle assistenze, con tecnologie evolute come il Pro-Pilot, in grado di mantenere la carreggiata e controllare automaticamente la distanza dal veicolo che ci precede azionando, se è il caso, anche la frenata. Sistema declinato in Pro-Pilot Park, che ricorre a un complesso di 12 sonar e 4 telecamere non solo per automatizzare le manovre di parcheggio, ma anche per identificare la segnaletica stradale e gli ostacoli sul percorso. Mediante la tecnologia e-Pedal è possibile gestire il moto dal solo acceleratore, premendo per avanzare e rilasciando per rallentare, fino a fermarsi, impiegando il pedale del freno solo per l’arresto più deciso e repentino.

A supporto di tanta elettronica, una struttura meccanica di stampo tradizionale prevede sospensioni anteriori indipendenti, posteriori ad assale torcente, doppia barra stabilizzatrice, freni a disco e sterzo a cremagliera servoassistito, su un pianale disegnato però per contenere centralmente il pacco batterie, così da favorire la migliore distribuzione dei pesi.

Mentre sul versante prestazionale il dato della velocità massima si attesta sui 144 km/h, permettendo spostamenti in linea con il codice stradale e con un surplus di velocità sempre disponibile nelle fasi di sorpasso, quello dell’accelerazione assicura, con 7,9 secondi per raggiungere i 100 km/h con partenza da fermi, un apprezzabile brio, peraltro comune ai motori elettrici, in grado di erogare da subito in partenza tutta a coppia disponibile. Prestazioni interessanti che verranno ancor più accentuate con l’affiancamento, previsto per il prossimo anno, della versione potenziata, con motore da ben 218 CV, alimentato da un pacco batterie rinforzato a 60 kWh.

Al contatto con l’asfalto sono incaricati pneumatici radiali da 16 o 17 pollici, rispettivamente 205/55 e 215/50, dimensioni in linea con quelli delle comuni vetture con motore a scoppio, tali da ribadire l’analogia prestazionale (ma anche la massa) raggiunta dalle vetture elettriche che troviamo già oggi sulle nostre strade.

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