LA LEONCINA SI FA GRANDE

Correva l’anno 1983 quando la gloriosa 205 fu plurivincitrice nel panorama sportivo dell’epoca. Gli stilemi e le caratteristiche meccaniche della piccola Peugeot conquistarono da subito il grande pubblico degli anni ‘80, dando vita a quel memorabile confronto commerciale e prestazionale – con le sigle GTI a impreziosire i top di gamma schierati dalle varie compagini franco-tedesche – che perdurò fino a metà degli anni ’90. Poi fu la volta della 206, seguita dalla 207 e, arrivando ai giorni nostri, l’ultima nata, la 208, al suo debutto nel 2012 e oggi rinverdita da interessanti e concreti aggiornamenti.

Nel frattempo l’offerta automobilistica si è arricchita di innumerevoli modelli, tra giapponesi e coreane, a contendersi l’ambita palma sul mercato europeo delle vetture di segmento medio-piccolo, confronto in cui la 208 si schiera confortata da contenuti sicuramente all’altezza del ruolo di capofila dello schieramento Peugeot.

La replica del successo raccolto in passato da sigle storiche, come 205, 206 e 207, vuole essere garantito dall’attuale 208 grazie a una ricetta consolidata, in cui compattezza e volumetrie interne, abbinate a evoluzione tecnologica e motorizzazioni performanti, compongono la formula di base.

 

Compatta ma grande

Tutto sommato le dimensioni esterne non si discostano dagli standard fissati per le vetture di categoria B. Rispetto al modello precedente, la 208 si è leggermente ridimensionata, contenendo gli ingombri esterni, con sbalzi ridotti e lunghezza totale ben al di sotto dei 4 metri (3,96 metri effettivi), sia per la 3 che per la 5 porte, oltre a una massa diminuita sensibilmente, sull’entry level di ben 173 kg rispetto alla 207 equipaggiata con analogo motore a benzina. Un dimagrimento generato da una più attenta progettazione e ottimizzazione di ogni elemento strutturale, senza intaccare le ottimali doti di robustezza e resistenza agli urti – che le ha valso la conquista delle 5 stelle EuroNCAP – incrementando di pari passo maneggevolezza ed efficienza energetica, grazie a un coefficiente di penetrazione aerodinamica Cx di 0,29. Una personalità spiccata cui contribuiscono gli elementi stilistici comuni al marchio transalpino, come i gruppi ottici sagomati e con luci diurne a led (secondo le versioni), una calandra nettamente staccata dal frontale mediante un profilo cromato di giunzione, spoiler e profili aerodinamici sulle versioni più sportive, fino al tetto panoramico in cristallo incorniciato da un bordo luminoso interno.

L’ottimizzazione delle volumetrie interne, adeguate a cinque passeggeri con una buona riserva di spazio per le borse al seguito, consente qui di disporre di un bagagliaio dalla capacità variabile tra i 311 e i 1.152 litri (reclinando il divano posteriore). Nonostante una fisionomia personalizzata tra le due configurazioni di carrozzeria, con fiancate più incavate e dall’aspetto sportiveggiante sulla tre porte, che riprende lo stile del terzo montante dell’antenata 205, l’abitabilità beneficia di 5 cm in più per le gambe dei passeggeri posteriori ottenuta mediante un’attenta riprogettazione degli ambienti.

Al comfort interno dei quattro allestimenti offerti, Access, Active, Allure e Business, cui si aggiungono le versioni speciali XY e GTi, contribuiscono dotazioni da premium car, tra cui figura un display touchscreen da 7 pollici che contiene tutti i comandi del sistema audio e della navigazione satellitare, oltre al Park Assist mediante il quale ogni manovra di parcheggio viene automatizzata. Non mancano sui vari livelli il computer di bordo, il climatizzatore bi-zona, il volante sportivo, oltre a una vasta possibilità di personalizzazioni in termini di finiture esterne e interne programmabili dal cliente. Il corredo elettronico di sicurezza, assieme a Abs ed Esp, include un’ampia dotazione di airbag per conducente e passeggeri, il rilevatore di ostacoli in manovra, oltre all’Hill Assist per le partenze in salita e i paddle al volante per la gestione del cambio automatico.

 

Selva motoristica

Dal punto di vista motoristico non si può rimanere insoddisfatti, grazie a un’ampia scelta dal range prestazionale davvero molto ampio. “Un propulsore per tutti” potrebbe essere il claim che accompagna il catalogo Peugeot, riportando per la 208 l’opzione di ben otto livelli, dai 68 ai 208 CV, tra diesel, benzina e dual fuel con gpl, gestiti da trasmissioni manuali o automatiche robotizzate, a 5 e 6 rapporti.

Ad aprire la parata troviamo innanzitutto i nuovi benzina a tre cilindri, moderni e compatti con basamento e testata interamente in alluminio, doppio albero a camme in testa e distribuzione a 4 valvole per cilindro, già predisposti per una futura sovralimentazione turbocompressa con iniezione diretta della benzina. Attualmente sono disponibili sia in versione d’accesso alla gamma di 1 litro di cilindrata e 68 CV di potenza massima, che 1,2 litri, per il quale sale la potenza a 82 CV ma non i consumi, con una media di 21,3 km/litro e, sull’allestimento ecologico con sistema Start & Stop, emissioni nocive di soli 95 grammi di CO2. Solo quest’ultima versione beneficia, su richiesta, della trasmissione automatica robotizzata a 5 rapporti. Per ottenere uno spunto maggiore di quello offerto dai mansueti tre cilindri, occorre appellarsi al 1.6 THP da 156 CV, presente sul modello XY a 3 porte e spinto fino a 200 CV sulla GTi, apprezzato quattro cilindri benzina turbocompresso a iniezione diretta di Peugeot. Si tratta dello stesso motore che equipaggia anche la grintosa RCZ, in grado di spingere la 208 fino alla soglia dei 230 km/h, con accelerazione 0-100 km/h in appena 6,8 secondi, che calano a 6,5 secondi sulla versione GTi 30° anniversario, creata in onore alla gloriosa 205 GTi e dotata di un allestimento personalizzato che include esclusive ruote da 18 pollici, pneumatici superibassati da 204/40 R18 e una manciata di potenza in più.

Non manca l’opzione ecologica offerta dalla versione dual fuel della 208, alimentata a benzina o Gpl, per la quale è stato preferito il collaudato quattro cilindri di 1,4 litri da 95 CV di potenza.

Doppia configurazione anche per i Diesel di Peugeot, che alla famiglia HDi affianca quella tecnologia micro-ibrida già sperimentata sulle 308 e 508 e-HDi, affiancando un alternatore reversibile in grado di recuperare l’energia in frenata riducendo del 15% i consumi di carburante. È il caso sia del 1,4 che del 1,6 litri, rispettivamente da 68 e da 92 CV di potenza, il primo offerto con cambio manuale o robotizzato a 5 rapporti, il secondo con un manuale a cinque e un robotizzato a 6 marce. Al vertice dei turbodiesel si colloca invece la 1.6 BlueHDi da 120 CV, l’unica versione assieme alla THP a benzina disponibile esclusivamente con un cambio manuale a 6 rapporti in grado di assicurare quelle doti di sportività che la clientela più dinamica si aspetta dalla piccola Peugeot.

L’autotelaio della 208 ottenuto dalla piattaforma PF1, comune a tutto il gruppo PSA Peugeot-Citroën e che funge da base anche per modelli come la Citroën C3 e la Peugeot 2008, resta un classico proiettato ai giorni nostri, con uno schema di sospensioni miste, indipendenti anteriori e semirigide dietro, sterzo servito elettricamente e impianto frenante misto, a dischi e tamburi (dietro) sui modelli base e quattro dischi da metà gamma in su.

Di pari passo alle prestazioni dinamiche si schierano molteplici offerte per ruote da 15, 16 e 17 pollici, con ampia disponibilità di cerchi in lega (esclusi i 15”) su richiesta e una gamma pneumatici compresa tra i 185/65 e i 205/45. GTi a parte, naturalmente.

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