LA GENESI DEI SUV

I SUV NASCONO da qui. Prima di lei il concetto stesso di sport utility era stato timidamente sperimentato solo da poche antesignane (è doveroso menzionare la francese Matra/Simca Rancho del 1977, o l’italiana Rayton Fissore Magnum del 1985), realizzate in pochi esemplari e non del tutto comprese da un pubblico non ancora preparato alla novità. Ma fu la Vitara, poi cresciuta in Grand Vitara, la prima vettura a proporre una motorizzazione di massa dedicata al tempo libero, in grado però di accontentare le esigenze di mobilità quotidiana. 

Correva l’anno 1988 e la giapponese Suzuki, ai suoi piccoli ma inarrestabili fuoristrada Samurai, affiancava la Escudo, poi ribattezzata Vitara sui mercati europei, capostipite di quegli autoveicoli polivalenti, chiamati oggi crossover, a trazione integrale e dagli allestimenti automobilistici, capaci di trasportare una famiglia dai tragitti quotidiani fin nelle più avventurose escursioni en plain air. Non più 4x4 granitici e spartani destinati al lavoro, o fuoristrada tecnologiche e lussuose dedicate a un’elite di estimatori, ma automobili trasversali dotate di un equilibrato mix tra la comodità degli interni e la capacità di affrontare percorsi sconnessi, alla portata di tutti i portafogli. 

 
I suoi primi 25 anni

In occasione del trentennale della succursale italiana di Suzuki, festeggiato alla fine di questo 2012, che anticipa di poco i 25 anni di quel progetto originario che ha arricchito il panorama automobilistico della fine del secolo scorso, la Grand Vitara model year 2013 si regala un leggero restyling. Solo alcuni ma significativi elementi attualizzano la veste estetica dell’intramontabile 4x4 del Sol levante, senza snaturarne l’essenza meccanica, ormai ampiamente collaudata, da autentica sport utility con l’attitudine al fuoristrada. 

I tratti che distinguono l’aggiornamento sono immediatamente riconoscibili nella calandra, che incorpora una griglia di nuovo disegno, nei mancorrenti sul tetto e nelle griglie del cofano motore, ora in colore silver, oltre al nuovo disegno a otto razze per i cerchi in lega da 17 pollici, in opzione ai più classici da 16”, e a dieci razze per quelli da 18”, offerti sull’inedito e più lussuoso allestimento Executive+. Un abitacolo elegante e razionale, confortevole anche per cinque, propone nuovi rivestimenti in pelle, con tre tinte differenti secondo gli abbinamenti cromatici esterni, arricchiti nella scelta da due nuovi colori metallizzati per la carrozzeria. 

La dotazione interna, al pari delle finiture curate e con elementi stilistici ricercati, non trascura una dotazione di comfort e sicurezza davvero completa, che include l’immancabile navigatore satellitare, il cruise control, l’apertura delle portiere e l’avviamento del motore keyless, l’impianto hi-fi con lettore cd ed Mp3, con ripetitore dei comandi sul volante, oltre agli air-bag anteriori, laterali e a tendina, pedaliera collassabile e cinture di sicurezza con pretensionatori. Alla volumetria interna, che prevede adeguato spazio per due passeggeri posteriori nella versione a passo corto, va aggiunta una capacità del bagagliaio variabile, secondo gli allestimenti a tre e cinque porte, rispettivamente da 184 e 516 litri (reclinando gli schienali posteriori) e da 398/758 litri. Nessun vano porta ruota si cela sotto al pianale, come nella migliore tradizione fuoristradistica l’alloggiamento per la ruota di scorta è stato ricavato esternamente, appesa al portellone posteriore, ma solo nelle versioni Off Road, proponendo per la più civile variante Crossover un kit di riparazione d’emergenza, e la pulizia stilistica di una linea posteriore esente da appendici sporgenti.


Veicolo trasversale

Mentre gli attuali Suv di fascia media si stanno uniformando, proponendo meccaniche sempre più automobilistiche e trasmissioni orfane della trazione integrale, la Grand Vitara mantiene integre quelle prerogative da autentica 4x4, sapientemente bilanciate tra on e off road, che ne hanno decretato un apprezzamento globale. Una vettura a suo agio sull’asfalto, maneggevole, veloce e confortevole al pari di una qualunque granturismo, ma in grado, alla bisogna, di trasformare il più tormentato percorso naturale in una divertente scampagnata, arrampicandosi inesorabilmente e senza timore al pari delle più accreditate 4x4.

In questa terza generazione della Grand Vitara, è stata confermata una piattaforma omnicomprensiva, ideale sintesi tra le potenzialità di un’autentica fuoristrada e la guidabilità di una berlina. La chiave va ricercata nella struttura Built-in Ladder Frame, che tradotto significa una monoscocca in acciaio irrigidita da un telaio a longheroni, annegato nei lamierati, in grado di conferire superiore rigidità, mantenendo compattezza negli ingombri, senza penalizzare la volumetria interna. Nell’ottica di un continuo miglioramento delle prestazioni stradali, l’handling durante la marcia sull’asfalto viene garantito, anche alle alte velocità, da un efficace sistema a quattro ruote indipendenti, con schema McPherson all’avantreno e bracci multipli al retrotreno, con elementi elastici costituiti da molle elicoidali affiancate da ammortizzatori idraulici per ogni ruota, tali da permettere, nonostante una massa complessiva che supera i 1.700 kg nella versione 5 porte, adeguate prestazioni velocistiche. Una taratura di compromesso concede, affrontando percorsi su fondo naturale, un efficace grip anche sui percorsi sconnessi, dove intervengono le assistenze elettroniche e meccaniche in ausilio alla trasmissione integrale permanente, con tre differenti modalità operative: 4H, quello che si usa durante la guida normale su strada (e unica opzione possibile sul modello semplificato della Grand Vitara 1.6 a benzina), 4H Lock, con il bloccaggio del differenziale centrale a slittamento limitato, e 4L Lock, dove interviene il riduttore a demoltiplicare i rapporti del cambio, manuale a 5 marce o automatico a 4 rapporti. Abs con Ebd e controllo stabilità Esp con controllo della trazione Tcs, intervengono in supporto nelle condizioni di scarsa aderenza, mentre gli angoli caratteristici, di 29° per l’attacco, 20° per il dosso e 36° per l’uscita – che nella versione a passo lungo diventano 29°, 19° e 27° – assieme a un’altezza minima da terra di 200 mm, conferiscono alla rinnovata giapponesina un’agilità nel fuoristrada davvero apprezzabile, di gran lunga superiore ai più blasonati Suv di ultima generazione.

Tre motorizzazioni provvedono alle doti dinamiche, con un’entry level costituita dal quattro cilindri di 1.6 litri a benzina, da 106 cv di potenza massima, in grado di spingere la Grand Vitara tre porte fino al limite dei 160 km/h, con consumi medi nell’ordine dei 12,2 km/litro; una versione sportiva caratterizzata dalla più prestante motorizzazione 2.4 a benzina da 166 cv, con cambio manuale o automatico, per 180 km/h di velocità massima e 11,4 km/litro di percorrenza media; infine la più appetibile 1.9DDiS, con il 1.9 Turbodiesel da 129 cv e 300 Nm di coppia massima, esclusivamente con trasmissione manuale, in grado di garantire velocità di 170 km/h e un consumo medio di 14,7 km per litro di gasolio.

Decisamente dal profilo stradale, benché con un accenno di scolpitura per occasionali escursioni fuoristradistiche e una marchiatura M+S in favore dell’utilizzo invernale, la dotazione dei pneumatici offre tre dimensioni, abbinate ai differenti livelli d’allestimento, tutte da 225 mm di larghezza, ma con rapporti di spalla rispettivamente di 70 sui cerchi da 16 pollici, di 65 per quelli da 17” e fino ai ribassati della serie 60 per i più stilosi cerchi in lega da 18 pollici.

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