Immatricolazioni, a settembre registrato -10,75%
Centro Studi Promotor: “Il mercato italiano dell’auto continua dunque ad essere interessato da forti difficoltà”
È finalmente arrivato l’effetto incentivi per il mercato dell’auto. In giugno sono state immatricolate 160.046 autovetture con un aumento del 15% rispetto allo stesso mese del 2023, mentre il consuntivo gennaio-giugno, con 886.386 auto immatricolate, ha fatto registrare un incremento del 5,3% sul gennaio-giugno del 2023, ma accusa ancora un calo del 18,2% sui livelli ante-pandemia, cioè sul 2019.
Il buon risultato di giugno è dovuto esclusivamente alle immatricolazioni di auto elettriche grazie ai generosi incentivi varati dal Governo e messi a disposizione del pubblico a partire dal 3 giugno. Questi incentivi alle elettriche sono risultati particolarmente graditi dal pubblico, anche perché arrivano infatti fino ad un massimo di 13.750 euro, che è una cifra superiore alla metà del prezzo delle auto elettriche più economiche attualmente offerte sul mercato italiano.
Fin da gennaio molti concessionari hanno raccolto ordini per l’acquisto di auto elettriche condizionati alla effettiva possibilità di prenotare gli incentivi da lungo tempo annunciati. Come è noto, questa possibilità si è verificata dal 3 giugno e ha determinato l’esaurimento in quel giorno dell’intero stanziamento previsto per le auto elettriche, fatto questo assolutamente eccezionale perché in passato gli stanziamenti per incentivi all’auto elettrica si erano dimostrati sempre del tutto esuberanti, mentre in brevissimo tempo si esaurivano gli stanziamenti per incentivi alle auto tradizionali con emissioni di CO2 comprese tra 61 e 135 grammi di CO2 al chilometro.
L’eccezionale successo degli incentivi all’auto elettrica ha ribaltato la situazione perché, a fronte dell’esaurimento in un solo giorno dei fondi per incentivi alle elettriche, a distanza di un mese è ancora disponibile il 23% dello stanziamento per le auto ibride e il 45% dello stanziamento per le auto tradizionali con emissioni da 61 a 135 grammi di CO2 al chilometro per un totale di 247 milioni.
La vicenda di giugno, che ha visto la quota delle elettriche sulle immatricolazioni salire al 9%, dimostra che esiste una domanda per l’auto elettrica, ma occorre che sia agevolata da incentivi significativi. E a questo proposito va segnalato che sarebbe opportuno dirottare gli stanziamenti residui per le auto ibride e tradizionali con emissioni di CO2 contenute, che non risultano oggi particolarmente graditi, per rifinanziare gli incentivi per le auto elettriche. Questa soluzione sarebbe opportuna anche per ridare fiato al mercato dell’auto nel suo complesso che ha ancora molto terreno da recuperare per ritornare ai livelli ante-pandemia, cioè ai livelli del 2019.
Tra l’altro, al di là degli incentivi, le prospettive per i prossimi mesi non sono certo positive. Dall’inchiesta congiunturale sul mercato dell’automobile condotta dal Centro Studi Promotor negli ultimi giorni di giugno emerge che per il 53% dei concessionari il livello degli ordini è basso, mentre l’affluenza di visitatori nelle show room è bassa per il 56% e che per il 31% degli interpellati il mercato nei prossimi mesi è atteso in calo.
È del tutto evidente, secondo Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor, che il mercato dell’auto in questa fase deve fare i conti con due esigenze. La prima è sfruttare correttamente la leva degli incentivi e la seconda è adottare misure strutturali per il rilancio della domanda. Non è infatti ulteriormente tollerabile che le immatricolazioni si mantengano su livelli inferiori di 1/5 rispetto al 2019 con la conseguenza di non assicurare la normale sostituzione del parco circolante che continua infatti ad invecchiare con conseguenze pesanti sia sull’ambiente che, soprattutto, sulla sicurezza della circolazione.
Centro Studi Promotor: “Il mercato italiano dell’auto continua dunque ad essere interessato da forti difficoltà”
La crisi dell’auto elettrica affonda il mercato
L’effetto incentivi porta comunque in lieve crescita il consuntivo dei primi otto mesi dell’anno