Il ritorno del cowboy

Niente elettrificazioni o sofisticate ibridazioni, e neppure volgare gasolio. In barba alle più recenti tendenze eco-friendly qui si avanza esclusivamente grazie alla cara (in tutti i sensi) benzina, come nella più autentica tradizione delle classiche offroad a stelle e strisce. Diretto competitor della connazionale Jeep Wrangler e, perché no - anche se con altri parametri -, delle tecnologiche 4x4 giapponesi ed europee, Ford rispolvera la sua tradizione in campo di 4x4 duri e puri, grazie a un nome che ha accompagnato la storia delle sport utility a tutto terreno. Una tradizione rappresentata da quel primo Bronco del 1966 (a dire il vero mai importato ufficialmente e assai poco conosciuto nel Bel Paese), riproposto in chiave moderna, ma non eccessivamente futuristica, proprio come piace ai cultori dell’outdoor e del lifestyle rude… ora però non più spartano.

 

Pronto a tutto

G.O.A.T.… ovvero Goes Over Any Type of Terrain (capace di affrontare ogni tipo di terreno). Fedele al blasone del glorioso capostipite, icona del secolo passato (l’originale Ford Bronco nelle sue precedenti cinque generazioni è stato il primo sport utility della Casa americana, prodotto per trent’anni in oltre un milione di esemplari), questa nuova interpretazione mantiene i tratti somatici che hanno accompagnato un’epoca, in apparenza ormai lontana. A partire dalla caratteristica calandra, con ampia griglia a sviluppo orizzontale e fari circolari, ora a led, sulla quale campeggia la vistosa scritta Ford.
Forme squadrate, materiali robusti, funzionalità a tutto campo, ne fanno un veicolo ideato per solcare le più remote piste della prateria. O, in forma più nostrana, in grado di muoversi agevolmente tra sterrati fangosi, sentieri innevati, fino ai più impervi terreni a fondo naturale, così come ugualmente fare bella mostra in ambito urbano, capace altresì di accogliere conducente e passeggeri intrattenendoli attraverso contenuti tecnologici in linea con le più moderne dotazioni automobilistiche.

Dimensioni sicuramente importanti, 4,8 metri di lunghezza, 1,93 m di larghezza e tra 1,85 e 1,96 metri d’altezza, che il Bronco dissimula attraverso ingombri ben visibili, per passare indenni nella fitta boscaglia, coadiuvati da telecamere che inquadrano l’appoggio al suolo di ogni singola ruota facilitando la scelta del passaggio migliore. Tutto è all’insegna della praticità e della modularità, come i pronunciati passaruota in materiale composito, imbullonati alle fiancate e facilmente sostituibili in caso di danneggiamento. Oppure gli elementi asportabili della carrozzeria, tra cui il tettuccio frazionato assieme alle quattro portiere, con finestrini senza cornice (che si rimuovono in appena 8 minuti), tutto da riporre in apposite custodie all’interno del veicolo. Così da passare da una carrozzeria hard top, immune alle intemperie, a una spoglia bikini pronta per l’estate.
L’abitabilità per cinque occupanti è assicurata da sedute erette, per una maggiore visibilità esterna, con rivestimenti in tessuti facilmente lavabili, a prova di fango. Essenzialità che includono una dotazione completa di strumentazione TFT da 8 pollici, affiancata da un display touchscreen centrale da 12 pollici, da cui gestire sia le funzionalità di bordo, infotainment SYNC 4 e navigazione inclusi, che le viste esterne a 360° riportate dalle telecamere perimetrali. Tra gli accessori di bordo, curiosamente, figura anche un apribottiglie integrato nell’abitacolo, in puro stile americano, sempre pronto a stappare una Bud (per i passeggeri naturalmente) in qualsiasi momento lo si desideri.

A muso duro
Una sola, poderosa, scelta – almeno per il momento – per quello che riguarda la dotazione motoristica, e un’unica soluzione, quantomeno sul mercato europeo, anche per la trasmissione, automatica. Con il V6 a 60° della serie EcoBoost alimentato a benzina, dall’architettura particolarmente quadra tra alesaggio e corsa, di 83x83 mm, il Bronco dispone di una motorizzazione moderna, in grado di sviluppare l’apprezzabile potenza massima di 335 CV a 5.250 giri/min, con ragguardevole coppia di 57,4 Nm a 3.100 giri/min. Una scelta tradizionale, scevra da ibridazioni elettriche, per il vero non troppo parca nei consumi né particolarmente sobria nelle emissioni, con una percorrenza media dichiarata tra i 7 e i 7,3 km/litro e tra i 326 e i 338 g/km di CO2. è lo scotto per muovere agilmente gli oltre 22 quintali del Bronco in versione base, accelerarlo da fermo a 100 km/h in appena 6,7 secondi (7,2 secondi per la versione Badlands) e spingerlo fino alla soglia dei 161 km/h di velocità massima. Con il rapporto accorciato dal riduttore, demoltiplicato di ben 64,33:1, si può mantenere una velocità minima di avanzamento ridotta a soli 6 km/h a 2.400 giri/min, consentendo un elevato controllo sullo sterzo e una pronta ripresa nelle situazioni più difficili.
Cilindri in ghisa a grafite compatta, per una cilindrata complessiva di 2,7 litri, presentano una maggiore resistenza rispetto alle classiche fusioni in ferro, mentre il sistema di ricircolo dei gas di scarico e la valvola wastegate del turbo a controllo elettronico completano l’alimentazione a iniezione diretta, doppia sovralimentazione e distribuzione a 4 valvole per cilindro, contribuendo a ottimizzare l’erogazione della coppia motrice. Realizzato su una classica piattaforma a telaio separato con longheroni in acciaio e sette traverse, Ford conferisce al suo Bronco un’elevata robustezza, supportata da sospensioni a lunga escursione ( 261 mm) HOSS - High-Performance Off-Road Stability Suspension, con ruote indipendenti all’avantreno e ponte rigido Dana 44 al retrotreno a cinque bracci. Mentre per il cambio l’unica scelta verte su un moderno automatico a dieci marce, con riduttore che ne demoltiplica tutti i rapporti per la marcia a bassa velocità in fuoristrada, sul versante dello schema di trasmissione troviamo due opzioni: un 4x4 part time ad inserimento elettronico, pensato per il più ortodosso allestimento Outer Banks, oppure un 4x4 on-demand gestito da un sofisticato ripartitore automatico sul Badlands, con differenziali bloccabili e barra stabilizzatrice scollegabile, in grado di passare automaticamente dalla trazione parziale a quella integrale sui terreni a scarsa aderenza.
Tutto il sistema viene gestito dalla centralina del Terrain Management System, con i settaggi per le modalità stradali Normal, Eco, Sport e Slippery, e le modalità offroad Mud, Sand e Baja. Tra le peculiarità del modello citiamo il Trail Turn Assist, che agisce sui freni per ridurre in fuoristrada quei 12,1 m di raggio di sterzata, assieme al Trail One-Pedal Drive, in grado di gestire accelerazione e frenata da un solo pedale. Altre assistenze specifiche includono l’Advance Trac con Roll Stability Control e il Trailer Sway Control utile per evitare sbandamenti durante il traino di un rimorchio. Il sistema ruote offre scelte diversificate per i due modelli, entrambe a spalla alta, ovvero delle 255/70 R18 per la prima, riservando alla seconda più generose 285/70 R17, dall’impronta a terra maggiormente marcata e in grado di elevare l’altezza da terra dai 237 ai 261 mm.

 

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