IL MITO SI FA STRADA

Di Grand in questa Cherokee c’è molto più del solo nome. Con il model year 2014, Jeep introduce alcune novità sul recente restyling della sua ammiraglia, la fuoristrada a stelle e strisce che evoca nel suo nome un mito immutato nel tempo. Discendente di quella Willys che durante l’ultimo conflitto mondiale ha motorizzato le truppe americane e dalla cui sigla GP, ovvero “General Purpose” - veicolo per utilizzo generico – traspare l’origine del marchio Jeep, l’ultima nata non ha proprio nulla di quel veicolo spartano destinato a scopi militari, blasone a parte.
Alla serie Grand Cherokee, introdotta nell’offerta Jeep per la prima volta nel 1992, è affidato l’arduo compito di rappresentare l’ammiraglia di famiglia, il modello di punta in grado di offrire, oltre alle peculiarità fuoristradistiche riconoscibili nel marchio, un comfort e un’abitabilità decisamente superiori ai modelli a tutto off road della gamma, come la sorellina Wrangler. E se dapprima schemi meccanici più votati al classico che alla modernità attribuivano anche alla Grand Cherokee un carattere poco propenso ai compromessi, nell’ultima versione questa luxury SUV si scopre particolarmente adatta all’utilizzo stradale, così come imposto dalle dirette concorrenti, tedesche e inglesi in primis, pur senza rinnegare la sua tradizione di autentica 4x4 capace di districarsi su ogni terreno.

 

 

Lusso ed eccellenza


Impossibile non notarla. Che sfrecci lungo un’autostrada, oppure sorniona nel traffico cittadino, finanche impegnata su ardui sterrati o tratturi più avvezzi a ospitare veicoli da lavoro, la Grand Cherokee si fa condurre con estrema facilità anche dal guidatore meno esperto. Merito di un concentrato tecnologico che, mediante la semplice selezione di un comando secondo la strada da affrontare, predispone automaticamente il settaggio migliore di tutti i componenti meccanici ed elettronici, in concerto tra loro. A dispetto delle dimensioni esterne, con i suoi 4,83 metri di lunghezza, 1,95 di larghezza e 1,80 d’altezza (variabile mediante le sospensioni pneumatiche), ogni manovra risulta fluida e naturale, gli sbalzi sono facilmente percepibili e anche un angusto parcheggio non mette in difficoltà grazie all’intervento dei segnalatori di manovra, telecamera esterna inclusa.


Immancabile, come su tutte le Jeep, la caratteristica calandra a sette feritoie verticali, avvolte da un fascio luminoso prodotto da sofisticati gruppi ottici a led, più sottili ed efficienti rispetto alla precedente versione, al pari dei posteriori, inframmezzati dall’ampio portellone ad apertura meccanizzata. Un design ricercato e assolutamente personale, che colpisce per grinta e sportività, concedendo un ulteriore tocco corsaiolo nell’opulenta versione di punta SRT da 468 CV, caratterizza l’ultima nata, immediatamente riconducibile all’orbita Jeep. Di uguale impatto emotivo, le ampie fiancate sagomate e raccordate con passaruota dalle generose dimensioni, adatti a ospitare ruote fino ai 20 pollici di diametro, sono sormontate da una superficie vetrata abbastanza sottile e con montanti quasi invisibili, incorniciata da un brillante profilo cromato che ne evidenzia il distacco dai lamierati sottostanti. Senza che ne patisca la luminosità interna, accresciuta da un doppio tetto in cristallo che occupa gran parte del cielo della vettura, fin sopra il divano posteriore.

 

L’ingresso on board riserva un mix di sensazioni: l’opulenza e la ricercatezza dei materiali, specialmente sugli allestimenti più lussuosi, si accompagna a una selva di comandi e strumenti, che possono suscitare qualche perplessità ai meno esperti. Poco male, senza troppo pretendere dalle nozioni tecnologiche di ciascuno, l’azionamento di ogni selettore appare subito semplice e intuitivo, in special modo il selettore della trazione, che in cinque voci individua ogni tipologia di strada affrontabile.

Quattro, anzi cinque livelli d’equipaggiamento dividono la dotazione offerta in Laredo (l’entry level), Limited, Overland e Summit, più l’esagerata SRT al vertice sia per prestazioni che per accessori. Gli ampi spazi interni ospitano cinque passeggeri, coccolati da un sofisticato impianto di infoteinment gestito dal grande display da 8,4 pollici, mentre l’ ampio vano di carico dispone da 782 a 1.554 litri di capienza utile.

 


Particolari italiani

 

Complice la partecipazione di Fiat al brand d’oltreoceano, un po’ di tricolore nella progettazione della Grand Cherokee si scova in alcuni particolari non proprio di secondo piano. A partire dalle motorizzazioni, che affidano alla VM Motori di Cento (FE) la fornitura del propulsore Turbodiesel V6 di 3 litri di cilindrata, un’unità particolarmente prestante che rappresenterà la maggiore diffusione sul mercato europeo, dotata di iniezione elettronica Multijet II, common rail a 180 bar in grado di gestire fino a 8 iniezioni per ciclo, turbocompressore a geometria variabile e sistema di riciclo dei gas incombusti EGR che, con un consumo medio di 13,3 km/litro, concorre ad allineare il sei cilindri italiano alle normative antinquinamento Euro6.

Se i 250 CV erogati dal 3.0 Multijet II non vi sembrano sufficienti, oppure se trovate l’alimentazione a gasolio poco nobile per un veicolo di questa caratura, il 3.6 litri V6 Pentastar a benzina di Chrysler, con doppio albero a camme e fasatura variabile VVT, incrementa la potenza massima a 286 CV, mantenendo consumi tutto sommato accettabili, in media nell’ordine dei 10 km/litro. Al livello intermedio, per quanto riguarda i motori a benzina, si colloca il poderoso quanto già apprezzato V8 di 5.7 litri da 352 CV di potenza massima, dotato di sistema MDS (Multi Displacement System) che permette il funzionamento a quattro cilindri, quando la velocità è costante o non viene richiesta la piena potenza, a tutto vantaggio del risparmio (relativo) di carburante.

Già solo la sua sigla evoca il rombo delle più celebrate hot road americane, il V8 HEMI di 6.4 litri ben rappresenta il massimo su una fuoristrada ammiraglia degna di questo nome. Destinato alla prestigiosa versione SRT, questa motorizzazione esagera senza pudore, disponendo di ben 468 CV di potenza, 624 Nm di coppia e prestazioni da autentica fuoriserie: a dispetto dei suoi 25 quintali di peso, l’accelerazione 0-100 km/h avviene in appena 5 secondi, con una velocità massima di 257 km/h, gestita da un impianto frenante opportunamente surdimensionato, tale da arrestare il veicolo da 100 km/h a 0 in appena 35 metri.

 

Da sotto il cofano parte la catena cinematica, che qui si avvale di soluzioni differenziate, secondo le versioni. Dal cambio automatico a 8 rapporti con riduttore, gestito elettronicamente e dotato di selezione combinata della cambiata (anche manualmente dai comandi posti dietro il volante) programmabile dal controllo della trazione, la coppia motrice viene filtrata dai sistemi di trasmissione Quadra-Trac II o Quadra-Drive II. Il primo, di serie sui modelli Laredo e Limited, si avvale del controllo di trazione BTSC, che grazie a specifici sensori può trasferire fino al 100% della forza sull’assale con maggiore aderenza, bloccandolo con una ripartizione fissa del 50/50 quando si selezionano le marce ridotte. Il secondo, ancor più evoluto e fornito di differenziale centrale a controllo elettronico, con il posteriore a slittamento limitato, arriva ad anticipare le situazioni di potenziale slittamento, come su neve, ghiaccio o fango. La risposta preferenziale viene impostata direttamente dall’abitacolo mediante il Select-Terrain, che agendo su 12 parametri dispone di cinque modalità specifiche – Sand, Mud, Auto, Snow e Rock - per differenti condizioni ambientali. A questo si aggiunge l’azione di sollevamento, per i modelli provvisti, delle sospensioni pneumatiche Quadra-Lift, che possono variare l’altezza da terra da 22 a 28 cm secondo cinque configurazioni, dalla marcia su strada normale, all’autostrada (abbassando la vettura), due livelli di off road e persino in parcheggio, quando la Grand Cherokee si accosta al suolo di 4 cm facilitando l’accesso o la discesa dall’abitacolo. Non mancano sistemi intelligenti di controllo della sbandata, della frenata e dell’avanzamento in salita e discesa, per affrontare qualsiasi pendio alla velocità giusta. Cinque differenti disegni dei cerchi in lega, da 18 e 20 pollici, ospitano due differenti pneumatici, rispettivamente da 265/60 R18 e 265/50 R20, a eccezione dell’esuberante SRT, prevista di serie con coperture più specializzate da  295/45 R20. ¢

 

Una linea moderna e molto personale ripropone in chiave aggiornata sul model year 2014  il design della Grand Cherokee dell’edizione 2011, con alcune migliorie applicate ai paracolpi, ai gruppi ottici e alle dotazioni offerte di serie su cinque differenti allestimenti.

 

Cerchi in lega da 18 e 20 pollici, disponibili in cinque varianti di disegno, sono equipaggiati rispettivamente con pneumatici da 265/60 R18 e 265/50 R20, oltre ai generosi 295/45 R20 riservati all’esclusiva versione SRT da 468 CV di potenza.

 

Particolarmente curata nelle finiture, di impostazione decisamente sportiva, l’ammiraglia di Jeep dispone di cambio automatico a 8 rapporti e un completo corredo elettronico di gestione e informazione, come si conviene a un’autentica luxury Suv.

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