Gemella diversa
Una Suzuki dall’anima Toyota. È la Swace, la station wagon ibrida pensata per il solo mercato europeo, con la quale il brand nipponico si assicura una moderna ammiraglia a prova di famiglia, dalle ridotte emissioni nocive
E’ il modello che mancava, ora aggiornato e dotato di una scelta motoristica elettrica e ibrida a tutto campo, anche – ed è la prima in assoluto a proporlo – con l’unità termica a benzina e Gpl. Per la crossover compatta di Kia, presente dal 2016 e aggiornata stilisticamente nel 2022, la scelta è obbligata: puntare su una razionalizzazione degli spazi e delle propulsioni, inframmezzandosi idealmente tra gli altri blasonati modelli della Casa coreana, la berlina Cee’d e la sport utility Sportage.
Muso di tigre
Che sia una vettura appartenente al gruppo orientale lo si distingue soprattutto dalla sezione anteriore. Un family feeling enfatizzato specialmente da quello che la Casa identifica come “tiger face”, dai tratti comuni a tutta la più recente gamma Kia, che comprende una calandra frontale ad ampio respiro, linee tese e nuovi gruppi ottici full led in posizione elevata, sottolineati da una cornice diurna luminosa che conclude il frontale arrotondato. è la linea risultante dal design aggiornato dai centri stile Kia di California e Corea, per ottimizzare una silhouette aerodinamica, determinata da un Cx di 0,29 nonostante dimensioni non proprio esigue, oltre che incontrare canoni estetici tipicamente occidentali, allineata ai mercati di riferimento. Alta linea di cintura e fiancate sagomate evidenziano passaruota pronunciati, in grado di ospitare ruote con cerchi in lega fino a 18 pollici (quelli da 16” sono in opzione con l’Eco Pack), mentre la sezione terminale sfoggia un lunotto rastremato al tetto dall’andamento spiovente, con spoiler di sommità pronunciato, e gruppi ottici a sviluppo verticale, che si prolungano fino al tetto. Conformi al segmento C di appartenenza, le dimensioni esterne presentano una lunghezza complessiva di 4,36 metri, larghezza di 1,8 m. e altezza di 1,54 m., con un passo generoso di 2,7 metri tale da contenere gli sbalzi, anteriore e posteriore, rispettivamente in 870 e 785 cm., a maggiore vantaggio dell’abitabilità offerta dall’abitacolo. È proprio la vivibilità di bordo una delle caratteristiche peculiari della Niro, ottenuta attraverso volumi razionali e ingombri contenuti, come le dimensioni dei sedili, che ottimizzano un ambiente confortevole, rivestito con materiali soft touch e definito dall’ampio spazio per testa e gambe di tutti i cinque occupanti. Tutto quello che ci si aspetterebbe da un veicolo attuale fa parte della dotazione standard. A partire dalla strumentazione digitale, racchiusa in un cockpit lineare, dominato da una pancia digitale da 10,25”, con classici elementi circolari, Head Up Display per proiettare sul parabrezza i principali dati di guida, e un monitor centrale, sempre da 10,25”, del sistema di navigazione e infotainment HMI – Human Machine Interface - collegabile con il proprio smartphone e riportante le indicazioni di percorso e di funzionalità di bordo. Al posto della leva del cambio, sul tunnel centrale troviamo la manopola per la selezione dei rapporti del cambio, automatico robotizzato a doppia frizione, e dell’azionamento del sistema ibrido elettrico. Alla dinamica di movimento partecipano tutti i principali sistemi Adas, tra cui il Lane Following Assist LFA, il Forward Collision Avoidance Assiste FCA e lo Smart Cruise Control SCC. Nelle operazioni di sosta, poi, mediante il Remote Smart Parking Assist RSPA, è possibile far avanzare o retrocedere la Niro attraverso i pulsanti del telecomando per accedere alle portiere qualora lo spazio di parcheggio ne impedisse l’apertura. Completano la dotazione di bordo un impianto acustico con 8 altoparlanti, l’alloggiamento per il telefono cellulare con ricarica wireless, volante multifunzione con paddle per gestire manualmente il cambio di rapporto della trasmissione, sedili anteriori regolabili elettricamente e rivestimenti in tessuto misto pelle sintetica oppure interamente in pelle. Capiente quanto basta, il vano posteriore dispone di un carico utile di 451 litri (425 litri in presenza del ruotino), ampliabili fino ai 1.445 litri reclinando lo schienale del divano passeggeri. Una manciata in meno sulla Niro PHEV extended range, a causa del più voluminoso pacco batterie sottostante.
Una e trina
PHEV, HEV ed EV. Due le ibride, con e senza ricarica plug-in, la terza solo elettrica. Sulle prime, l’unità termica è gestita da un quattro cilindri GDi a ciclo Atkinson, ovvero a corsa lunga, di 1.580 cc di cilindrata, con distribuzione a 16 valvole e iniezione diretta di benzina. La vera novità di questo upgrade tecnologico risiede però nella triplice alimentazione della Niro HEV, con motore sempre GDi 1.6 benzina e impianto a Gpl, in grado di affiancare una mobilità spinta sia dall’elettricità del sistema a motore sincrono a magneti permanenti, che dalla propulsione del quattro cilindri, funzionante a benzina oppure a gas selezionando l’apposito pulsante siglato BRC. è una delle poche proposte di mercato ad offrire tale soluzione, così da ridurre ulteriormente le emissioni inquinanti, oltre che incidere favorevolmente sui costi chilometrici di gestione. I 90 CV erogati dal quattro cilindri si sommano ai 43,5 CV del motore elettrico, garantendo una potenza massima combinata di 126 CV, con coppia di 27 kgm subito pronta. La nuova tecnologia tri-fuel, sviluppata in collaborazione con Westport Fuel System Italia / BRC, consente quindi sia un risparmio in termini di costi ed emissioni, sia un’autonomia estesa, garantita dal serbatoio benzina di 42 litri e da quello del Gpl da 40 litri, in grado di assicurare una percorrenza (dichiarata nel ciclo combinato) prossima ai 1.600 chilometri. Incremento di potenza complessiva invece per la Niro PHEV, con 105 CV spremuti dal millesei a benzina, aggiunti agli 84,3 CV di quello elettrico per portare un valore complessivo di ben 183 CV. In questo caso la velocità massima si attesta sui 168 km/h (165 km/h per la Niro HEV), ma con accelerazione 0-100 km/h in 9.8 secondi, 1 secondo in meno della sorella senza Plug-In. Non si può dire oggi che una gamma sia completa senza una versione full electric, che qui viene rappresentata dalla e-Niro. Un autentico crossover EV spinto da un motore da 150 kW, con batterie agli ioni di litio da 64 kWh, in grado di garantire un’autonomia media (dichiarata) di oltre 450 km, oppure in alternativa con un più modesto motore da 100 kW, in questo caso con pacco batterie ridimensionato a 39,2 kWh, capace di un’autonomia prossima ai 280 km. Per le versioni con doppia motorizzazione, la trasmissione con cambio meccanico robotizzato DCT a sei marce e doppia frizione gestisce il rapporto alle ruote in maniera fluida e diretta. Assente la retromarcia, sostituita dall’azione inversa del motore elettrico collegato direttamente alle ruote e innestabile dalla manopola centrale. Naturalmente improntata alla fluidità di marcia, più che alle prestazioni velocistiche, la piattaforma Hyundai/Kia comune agli attuali (e futuri) autoveicoli di segmento medio del gruppo asiatico, è stata sviluppata su un pianale a quattro ruote indipendenti, con classico schema McPherson all’avantreno e doppi bracci inferiori Multi-link al retrotreno, freni a disco sulle quattro ruote e pneumatici compresi, secondo gli allestimenti, tra i 205/60 R 16 e i 225 /45 R18. L’ampio utilizzo di acciai altoresistenziali e pannellature d’alluminio, come per cofano e portiere, contribuiscono all’elevata rigidità strutturale contenendone la massa, compresa tra i 1.474 e i 1.594 kg in ordine di marcia. Secondo le versioni, in caso di foratura sono disponibili di serie il kit di riparazione d’emergenza oppure il ruotino di scorta, in grado di alloggiare in opzione, all’interno del vano sottostante il bagagliaio, persino una ruota di scorta di dimensioni normali.
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Ultima, in ordine di nascita e per dimensioni, sebbene sia la più scattante la EX30 è la Volvo di accesso alla gamma. Sport utility di classe B, completamente elettrica, viene proposta con uno o due motori, trazione posteriore oppure integrale, dalle differenti autonomie
Ufficialmente importato anche sul nostro mercato, Ford ripropone con il celebre Bronco uno spicchio d’America in puro stile yankee. Due versioni, due attitudini, una sola motorizzazione, con il V6 biturbo a benzina da 335 CV