Quale 2022 per i gommisti?

Il biennio che sta per finire è stato decisamente singolare: nel 2020 c’è stata la terribile pandemia che ha causato innumerevoli lutti, guasti e cambiamenti profondi per tutta l’economia globale. In quest’anno si è invece vista una sostanziale ripresa costellata però di ombre perché minacciata da recrudescenze della pandemia, da una persistente carenza di componenti elettronici, ormai più che indispensabili per l’automotive, e da un generalizzato aumento dei prezzi dell’energia e delle materie prime. Questi fattori rischiano di erodere i benefici della ripartenza post Covid-19 e ovviamente riguardano, insieme all’automotive, anche l’aftermarket e quindi i professionisti nel settore dei pneumatici. Occorre poi rimarcare che l’epidemia non ha interrotto la tendenza al cambiamento che si era evidenziata già nel 2019 e che presenta 2 aree principali non del tutto separate: i veicoli stanno diventando sempre più tecnologici e le motorizzazioni elettrificate stanno crescendo velocemente: nel 2020 hanno aumentato la loro quota percentuale in un mercato in generale discesa a causa dell’emergenza sanitaria. Questa tendenza sta proseguendo anche in questo 2021 e ha possibili spiegazioni sia negli incentivi statali, orientati all’acquisto di automobili a basse emissioni, sia in una certa accentuazione della sensibilità ambientale degli automobilisti, che hanno visto nel Covid.19 un assordante segnale della crisi ambientale globale.

 

Un parco circolante che cambia

Non sappiamo se questa corsa alle automobili elettrificate continuerà anche nel 2022 (le elettriche a batteria sono state il 7% delle immatricolazioni ad ottobre in Italia, le ibride Plug-in il 5%, le ibride full l’8,2% e quelle mild il 26,9%) dato che molti incentivi sono di nuovo esauriti ma rimane il fatto che nei primi 10 mesi del 2021 sono state immatricolate quasi 480mila automobili elettrificate, molte delle quali hanno sostituito veicoli con più di 10 anni di età. A queste possiamo aggiungere le circa 282mila vetture elettrificate vendute nel 2020 per arrivare a 761.621 con buone possibilità di sfiorare le 900.000 unità nel biennio. Si tratta quindi di una massa ingente di automobili moderne – e connesse - che hanno almeno un motore elettrico (in alcuni casi di piccola potenza) ma anche una batteria al Litio. Questi cambiamenti si rifletteranno anche nella gamma dei pneumatici: sappiamo infatti che le ibride plug-in sono mediamente più pesanti e molto spesso più potenti degli omologhi modelli convenzionali. Le auto elettriche sono mediamente piuttosto pesanti (le Mercedes EQA a trazione integrale pesano circa 2.100 kg contro i 1.600 della GLA 4Matic) e i loro pneumatici debbono gestire valori della coppia motrice mediamente superiori ma viene loro contemporaneamente richiesta anche una scorrevolezza superiore per massimizzare l’autonomia. Queste automobili sono mediamente piuttosto nuove ed è quindi probabile che per l’assistenza si rivolgano alla rete ufficiale ma la cosa non è così scontata per quel che riguarda gli pneumatici. I professionisti del settore si potrebbero quindi trovare di fronte ad automobili con sistemi ad alta tensione (150 e più volt si trovano anche nella compatta Yaris Hybrid), che richiedono coperture ad alta scorrevolezza e che hanno funzioni differenti dalle solite.

 

Già che ci sei, mi aggiorni l’auto?

La già citata connettività a bordo delle automobili e dei veicoli commerciali leggeri è ormai di serie nelle automobili vendute in Europa, a causa dell’obbligatorietà della chiamata automatica di emergenza che implica la presenza di una SIM a bordo. Essa serve per inoltrare la chiamata di emergenza e anche per inviare i dati della posizione del veicolo qualora nessuno degli occupanti fosse in grado di farlo. In questo modo i veicoli sono connessi al Web e questo consente molti servizi, dal controllo a distanza di alcune funzioni a una più agevole gestione delle flotte, abilitando inoltre il car sharing e la mobilità condivisa. La connettività abilita inoltre un altro servizio, destinato a diffondersi sempre di più: l’aggiornamento wireless. Se Tesla, nata e cresciuta nella Silicon Valley, ha implementato questa funzionalità da sempre, le altre Case si stanno adeguando rapidamente anche perché la gestione dei veicoli diventerà sempre più centralizzata ad opera di un potente processore che sostituirà molte delle classiche “centraline”. Questa architettura renderà molto più semplice (e possibile) ricevere aggiornamenti, come accade con gli smartphone, per aggiungere nuove funzionalità dopo l’acquisto, migliorare quelle presenti e aggiornare il software di gestione. Potrebbe quindi capitare che il cliente, durante una riparazione o il cambio gomme stagionale, dica al gommista che gli è arrivato una notifica di “aggiornamento disponibile” e voglia delegare il professionista ad effettuare questo aggiornamento. Si tratta di un’eventualità non così remota: l’elettrica Volkswagen ID.3, per esempio, ha già ricevuto un aggiornamento completamente da remoto. Il gommista sarà in grado di eseguire questo compito qualora gli venisse richiesto?  Il discorso è più generale: la digitalizzazione è estesa a tutte le attività produttive e commerciali e basta pensare alla navigazione satellitare: il nostro tire shop è presente nelle mappe elettroniche? La risposta dev’essere Sì! perché in questo modo ci si renderà visibili a chi, per esempio, ha un’emergenza e ha bisogno di un gommista nei dintorni.

 

Le flotte e le loro declinazioni

La questione delle flotte, sempre piu spesso dotate di servizi di monitoraggio a distanza dei pneumatici che occorre conoscere, merita un approfondimento perché la loro evoluzione può essere importante per le officine e i gommisti nel 2022. Per l’anno prossimo è infatti previsto un aumento del parco delle flotte e anche dei noleggi a lungo termine, che spesso sono erogati direttamente dal concessionario: in questo caso è probabile che gli automobilisti vadano a fare la manutenzione proprio da chi ha noleggiato loro l’automobile. Fare accordi con le flotte è una questione controversa perché se da un lato si ottiene un aumento del lavoro, dall’altro sono richiesti investimenti e l’accettazione di tariffe che lasciano a volte poco margine. Il 2022 si preannuncia particolare perché nel 2020 le percorrenze medie dei veicoli delle flotte sono diminuiti drasticamente e questo può aver prolungato la permanenza dei veicoli nelle flotte stesse, posticipando la loro sostituzione. Il 2021 ha visto una sostanziale ripresa e, nello stesso tempo, difficoltà produttive date dalla scarsità dei chip (si stimano perdite della produzione per 5/6 milioni di unità in quest’anno) e quindi è possibile un ulteriore prolungamento della permanenza dei veicoli in flotta. Si può quindi ipotizzare un aumento delle necessità di manutenzione ed eventualmente una sostituzione addizionale dei pneumatici.

 

L’importanza di essere proattivi

È poi prevedibile che i gestori decidano di aumentare la quota di veicoli elettrici nelle loro flotte di automobili e commerciali leggeri, dato che questi veicoli promettono un’apprezzabile riduzione dei costi di gestione. Questo fa ritornare ai discorsi fatti più sopra riguardo la formazione specifica (Federpneus organizza già corsi di questo tipo) per poter operare su veicoli con alta tensione a bordo, considerando anche che, per esempio, le elettriche vanno trainate tenendo a mente una serie di accorgimenti e richiedono una particolare procedura di “avviamento” con un booster nel caso la batteria a 12 volt dia forfait. Il difficile 2020 ha lasciato in eredità anche un aumentato ricorso alla logistica per consegnare merci a domicilio e questo ha aumentato molto la percorrenza dei mezzi leggeri e medi per le consegne dell’ultimo miglio, che avranno quindi bisogno di più pneumatici. Un altro fenomeno da tenere in conto è l’aumento dei prezzi generalizzato, che riguarda non soltanto le materie prime ma anche il costo dei trasporti: questo potrebbe dare impulso alle coperture ricostruite ma con scenari controversi perché anche il costo della manodopera è in aumento. Queste tensioni su prezzi e disponibilità, avvertite anche nel settore dei pneumatici, potrebbero però offrire nuove opportunità ai gommisti. Si può pensare, per esempio, a un’enfatizzazione del ruolo consulenziale dei professionisti, che potrebbero suggerire e organizzare un approvvigionamento anticipato, visti i problemi di scarsità ormai estesi anche ai pneumatici. Da considerare anche i servizi mobili (Pneurama ne ha già parlato), su strada in emergenza o nei piazzali delle flotte. La pandemia ha “abituato” persone e aziende ai servizi a domicilio ma oggi c’è un motivo in più: la scarsità si fa sentire anche nel personale e quindi il prezioso tempo degli autisti non può essere sprecato. Quindi far risparmiare ai gestori flotta un tempo improduttivo quale il tragitto verso il professionista per il cambio gomme sarà cosa gradita e fonte di fidelizzazione.