Musica su strada
Un po’ city car un po’ monovolume, la quarta generazione della Jazz rimane fedele ai suoi canoni estetici, introducendo la trazione ibrida e:HEV come soluzione a una mobilità maggiormente sostenibile
Piaccia o no, la Cactus va sicuramente oltre gli schemi. Non più tanto per le finezze tecnologiche, quanto per una ricercatezza stilistica che vuole discostarsi con decisione da quel coro di berlinette di segmento C in gran parte troppo simili tra loro. Una minuziosa ricerca di particolari unici votati però non solo allo stile che richiama i crossover, ma che incorporano tante pratiche funzionalità in grado, ancora una volta, di determinare netti distinguo tra Citroën e le sue dirette concorrenti, german e jap in testa. A cominciare da quell’estetica estremamente personale, innovata dagli Airbump, brevetto esclusivo di Citroen, ovvero vistosi elementi plastici di protezione delle fiancate che, oltre a rivestire un ruolo fondamentale nella riconoscibilità delle vettura, ne decretano un impareggiabile scudo negli urti accidentali a bassa velocità o negli inavvertiti contatti all’apertura delle portiere dei veicoli affiancati negli angusti parcheggi, ad esempio nei centri commerciali. Insomma stile e praticità, enfatizzando se possibile la più stretta appartenenza al marchio.
Ampia visione
Fedele ai parametri fissati per questa categoria di veicoli, pur senza sacrificarne l’abitabilità, le misure esterne della C4 Cactus restano contenute, mantenendo 4,15 m di lunghezza con 1,73 m di larghezza, e appena 1,49 m d’altezza massima, a tutto vantaggio dell’aerodinamica del veicolo. La silhouette ingentilita da estremità tondeggianti è il risultato di uno studio molto personale, premiato con il World Car Design of the Year 2015, che ben poco ha da spartire con le altre C4, rimarcando un netto confine tra le più tradizionali e questa versione sbarazzina. I complessi gruppi ottici anteriori incorporano una soluzione a biplano – come la chiamano i tecnici francesi – con sottili luci a led diurne superiori, inglobate nella liscia estremità del cofano, fari incorniciati da elementi plastici di protezione assimilabili agli Airbump laterali, e tondi fendinebbia inferiori che si attivano in curva per dare maggiore visibilità agli angoli bui nel senso dello sterzo. Le fiancate dominate da una proporzione di 2/3 e 1/3 rispetto la superficie vetrata sono interrotte proprio dalle generose gommature in poliuretano termoplastico a protuberanze multiple dell’Airbump, ottenibili in quattro diverse tinte da abbinare al colore della carrozzeria, e che proprio come dei piccoli cuscinetti d’aria salvaguardano le fiancate dagli urti a basso impatto, come le sportellate nei parcheggi o il contatto con transenne e piccoli ostacoli, procurando un bel risparmio anche dal punto di vista dei passaggi dal carrozziere. Alla luminosità dell’abitacolo, allestito in modo minimal ma sicuramente raffinato con un particolare design stile valigeria, partecipa un tetto panoramico di ampio respiro (in opzione), con cristallo ad alta protezione termica, che filtra la luce proprio come degli occhiali da sole di categoria 4 senza il bisogno di una tendina di oscuramento. Un elemento che, assieme al cofano in alluminio, concorre a quella tanto inseguita riduzione di peso che conferisce alla Cactus una massa di 200 kg inferiore alla C4 tradizionale.
Soppiantata la strumentazione tradizionale da un display posizionato davanti al volante ovalizzato, tutte le funzioni di bordo sono comandabili da un secondo monitor da 7 pollici a sfioramento collocato centralmente, nel quale visualizzare e programmare tutte le funzioni come clima, radio, telefonia e navigazione. Il posizionamento dei passeggeri anteriori avviene sulle comode poltrone a sofà, ininterrotte nella loro continuità in caso di trasmissione automatica a cambio pilotato ETG, che al posto della consueta leva offre il comando dei rapporti di marcia N, D e R a pulsante sulla consolle centrale, assieme alle palette di ripetizione dietro al volante. Posteriormente un divano ricavato da un unico blocco garantisce ospitalità a tre passeggeri, garantendo mediante il suo completo abbattimento un ampliamento del vano di carico dai 350 ai 1,170 litri. La dotazione di serie non prescinde da un’elettronica di controllo completa di Park Assist, Hill Assist, telecamera posteriore (in opzione) e Citroën eTouch, un sistema di chiamata d’emergenza localizzata, che tramite una scheda sim interna consente di essere raggiunti tempestivamente da un servizio di recupero in caso si incidente o di necessità.
Logica ed economica
Esemplare di rottura all’interno della famiglia C4 della casa del double Chevron, che accanto alla meno anticonformista capostipite annovera anche la stilosa DS4 e le multispazio C4 Picasso e Gran Picasso, assieme alla sport utility C4 Aircross (realizzata però sulla piattaforma della Mitsubishi ASX), anche la C4 Cactus beneficia della base tecnologica della berlina, derivata anch’essa dal pianale PSA PF1 comune alla serie C3. Con un passo esteso a 2,6 m e sbalzi molto ridotti, la dinamica dell’autotelaio beneficia di uno schema classico per questa categoria di vetture, con sospensioni anteriori a ruote indipendenti e ponte posteriore semirigido, tale da assicurare un’elevata compattezza del retrotreno, garantendo il massimo sfruttamento dello spazio a bordo. Ma è sul fronte della propulsione che Citroën ha riversato la sua più avanzata tecnologia, esente comunque per il momento da versioni ibride o bi-fuel, offrendo una scelta articolata su unità a benzina e Diesel dell’ultima generazione, tutte dotate di sistemi a risparmio energetico start & stop. L’entry level di gamma viene ricoperto dal nuovo tre cilindri di 1,2 litri della famiglia Puretech, già pronto per l’omologazione antinquinamento Euro6, in duplice configurazione, da 75 e 82 CV di potenza massima, non esuberante ma in grado di garantire, assieme alla massa estremamente contenuta della vettura (sotto i 1.000 kg), prestazioni comunque equilibrate. La dotazione di una trasmissione rispettivamente a 5 marce manuale oppure automatica robotizzato ETG, consente velocità e accelerazioni adeguate sebbene non particolarmente vivaci, a fronte di consumi assai contenuti, intorno ai 22 km/litro di media per entrambe, con emissioni rispettivamente di 105 e 98 g/km di CO2.
Un’iniezione di brio è assicurata dalla versione turbocompressa, con iniezione diretta di benzina, tale da elevare a 110 C la potenza massima, per una velocità di punta prossima ai 190 km/h, accelerazione 0-100 km/h in 9,3 secondi e consumi pressoché immutati rispetto le due versioni aspirate.
Non può mancare il Turbodiesel, anzi due, visto che il 1,6 litri a quattro cilindri viene proposto in versione tradizionale HDi da 92 CV oppure Blue HDi da 100 CV, con cambio robotizzato ETG6 oppure manuale, quest’ultimo ancora più risparmioso del precedente con 32 km/litro di percorrenza media contro i 28 km/litro offerti dalla configurazione di base.
Al completamento dell’estetica della C4 Cactus, e non poteva essere altrimenti, concorrono dei cerchi in lega dal design personalizzato Square, di serie da 16 pollici sul più ricco allestimento Shine (in acciaio su Live e su Feel) o da 17 pollici in opzione e sulle versioni speciali previste dalla casa, dotati di pneumatici a bassa resistenza di rotolamento da 205 mm.
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