FRATELLINO DI GRINTA

SEMBRA USCITO da un fumetto manga, irriverente e ammiccante, pur garantendo prestazioni e sicurezza senza la pretenziosità dei modelli più seriosi, proprio come piace ai giovani di oggi. Juke è lo sport utility di classe B che si affianca ai rinnovati Qashqai e Murano, ma che si distacca decisamente dai fratelli maggiori pur mantenendo quel family feeling tanto da permettergli di fregiarsi a pieno titolo dell’emblema di casa Nissan.
Realizzato presso il complesso industriale di Washington, in Gran Bretagna, Nissan Juke ha debuttato due anni or sono, spopolando immediatamente per originalità e flessibilità, sebbene abbia saputo mantenere contenuti concreti e un dinamismo certamente attuale, soprattutto nelle sue edizioni speciali. Cosa non da poco, visti i tempi, ben considerando la fascia di mercato cui si riferisce, commercialmente a confronto con utilitarie e piccole berlinette certamente più convenzionali nell’estetica quanto omologate nei contenuti.

 

Dedicato ai giovani
Appariscente quanto estremamente personale, il design è di quelli che non passa di certo inosservato: decisamente da Suv nella sezione inferiore, con spalle larghe, ruote generose, sottoporta scuri e sottoscocca avvolgente come a simulare le protezione delle 4x4 vere, molto più coupé in quella superiore, filante quel tanto che basta con il tetto rastremato al portellone, la linea di cintura alta e le maniglie delle portiere posteriori dissimulate nei montanti, quasi a sembrare una tre porte. Scelte stilistiche decise e inequivocabili, scaturite dalle matite del Nissan Design Europe di Londra, che ha ideato anche gruppi ottici molto personali, con gli anteriori a elementi separati, dal singolare andamento allungato dei fari superiori che ospitano le posizioni e gli indicatori di direzione, e i posteriori in stile boomerang, simili a quelli già visti sulla sportiva Nissan 370Z.
Originalità di forme che si ripercuotono internamente in un abitacolo funzionale ma ricercato, dominato da un cruscotto stondato, con una strumentazione circolare che fa il verso a quella motociclistica, una consolle centrale che incorpora clima e navigazione, e un rivestimento colorato del tunnel della trasmissione, una finitura che richiama i pannelli delle portiere studiata per alleggerire ulteriormente tutto l’insieme. Alle cinque sedute, tutto sommato adeguate anche a pieno carico nonostante le dimensioni non proprio da station wagon, con i suoi 4,15 metri di lunghezza esterna, è abbinato un vano bagagli da 251 litri di volume utile (considerando la presenza del ruotino di scorta) incrementabili fino a 830 reclinando il divano posteriore frazionato. Rivestimenti interni e dotazioni standard corrispondono ai vari livelli d’allestimento, con versioni denominate Visia, Acenta e Tekna come le altre gamme Nissan, oltre a una serie di edizioni personalizzate e una lunga lista di opzioni, per integrare a piacere il comfort di bordo. Su tutte, di serie, non mancano condizionatore, autoradio e sei airbag, oltre ai quali si arriva a ottenere elementi di prestigio come il clima automatico, la telecamera posteriore per le manovre di parcheggio, un potenziato impianto d’intrattenimento musicale, il computer di bordo Ndsc tramite cui accedere alla regolazione delle funzioni dinamiche di guida, oltre al navigatore satellitare con display da 5”.


Brio e passione
Con una meccanica comunque semplificata dall’adozione della piattaforma B, condivisa dalla joint venture Nissan-Renault, Juke beneficia di motorizzazioni che ben si collocano alla base della trazione offerta dal piccolo Suv, secondo i tipi di trasmissione prescelta. A cominciare dallo snello 1.6 a benzina da 117 cv, scelta obbligata per accedere all’entry level di gamma, anche in versione con doppia alimentazione benzina/gpl, abbinato sia a un tradizionale cambio meccanico a 5 marce che all’automatico Xtronic Cvt a variatore continuo, che garantisce la massima semplicità d’utilizzo proprio come uno scooter cittadino a fronte di consumi contenuti in 15,6 km/litro. Al livello intermedio si pone l’interessante quanto imprescindibile diesel 1.5 dCi, la conosciuta unità a 4 cilindri turbocompressa da 110 cv di potenza e 240 Nm di coppia massima, prestazioni velocistiche meno brillanti ma consumi di gasolio ridotti in media ai 19,6 km/litro, in questo caso abbinata esclusivamente alla trasmissione manuale a sei marce. In vetta al listino, per prestazioni, dotazioni e ovviamente prezzo, si colloca la nuova unità 1.6 benzina DIG-T da 190 cv di potenza, un moderno propulsore che affida all’iniezione diretta, alla fasatura variabile delle valvole e alla sovralimentazione mediante turbocompressore il mix tecnologico per ottenere la massima efficienza energetica. Il cambio manuale a sei marce gestisce la coppia della versione a due ruote motrici, spingendo la Juke a una velocità massima di 215 km/h a fronte di consumi dichiarati di 14,5 km/litro, mentre per i soli modelli a trazione integrale è riservata la trasmissione automatica Xtronic Cvt, con modalità manuale a 6 rapporti, in grado di garantire 200 km/h di punta e 13,2 km/litri di percorrenza media.
A ogni regola ecco la sua eccezione, che in questo caso è rappresentata nientemeno che da un esclusivo allestimento Nismo, pepato quanto basta per rappresentare il massimo dinamismo possibile sulla Juke – se si esclude la versione speciale Juke-R da 545 cv realizzata solo su ordinazione – e offrire un top di gamma quanto mai avvincente ed esclusivo. Una vera primizia, considerando Nismo (Nissan Motorsport) la sigla sotto cui si cela il reparto corse della scuderia giapponese, e che i più avranno imparato a conoscere più sulla Playstation piuttosto che sui circuiti di superturismo. Il 1.6 turbocompresso beneficia di un incremento di potenza fino alla soglia dei 200 cv, accelerazione 0-100 km/h in 7,8 sec per la versione a due ruote motrici (2 decimi in meno rispetto la Juke normale), una taratura specifica di assetto e sterzo, ma soprattutto una veste estetica dedicata, cui è affidato il debutto del logo Nismo sulla produzione stradale di Nissan, evocando fasti e blasone dal sapore inequivocabilmente racing.
Semplificata nella più diffusa versione a due sole ruote motrici, la geometria di sospensione prevede anteriormente delle ruote indipendenti a bracci sovrapposti, con un assale di torsione posteriore, quest’ultimo sostituito da ruote indipendenti a bracci multipli, di derivazione Qashqai, nei modelli dotati della trazione sulle quattro ruote. Qui la trasmissione beneficia della tecnologia All-Mode 4x4-i di Nissan, che affida a una ripartizione elettronica tra i due assali il bilanciamento dell’erogazione di coppia in base all’aderenza offerta dai pneumatici sul terreno, variabile fino al 50% tra avantreno e retrotreno, in evoluzione al debutto proprio su Juke con sistema Torque Vectoring, per la ripartizione modulare anche tra le due ruote posteriori, fino al 100%, proprio come farebbe un tradizionale giunto meccanico autobloccante.
Robuste e sovradimensionate rispetto la categoria della vettura, proprio come ci si aspetterebbe da un crossover di fascia intermedia, le ruote prevedono dei cerchi in acciaio o in lega da 16 pollici, oppure in lega da 17”. I pneumatici adottati, assolutamente di tipo stradale e senza alcuna velleità da offroader, riportano dimensioni di 205/60 R16 e di 215/55 R17, con la più esuberante gommatura da 225/45 R18 riservata per la pepata versione sportiva Juke Nismo.

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