Erede dinastica

Concept Civic: ovvero concetto di auto per tutti, di auto per tutto il mondo. È questa la filosofia trainante del modello più emblematico della grande H, un vero caposaldo della produzione Honda e forse il più rappresentativo, che giunge alla sua decima revisione con il model year 2018. Senza celare mire espansionistiche nel segmento C, la casa di Tokyo affida il suo vessillo proprio alla gamma che, con il debutto nell’ormai lontano 1972, risulta uno dei più longevi, e si appresta ad avvicinarsi al cinquantenario, mantenendo quel target di prodotto ideato su scala mondiale che ne ha decretato una diffusione realmente planetaria. Rinnovata e aggiornata costantemente nei contenuti di quell’avanguardia tecnologica di cui Honda è in grado di fregiarsi, la continua sperimentazione e gli investimenti in ricerca e sviluppo tra i più incisivi del settore (circa il 6,5% dell’intero fatturato viene destinato al comparto R&S), consentono oggi di associare il marchio giapponese non solo al settore automobilistico e motociclistico, ma anche a quello aeronautico, alla robotica (celebre il robot Asimo) e agli impianti energetici a elevata tecnologia sempre più protagonisti del nostro futuro.

 

 

DUE VOLUMI SU TUTTI

Auto globale, sì, ma con un occhio attento alle preferenze del vecchio continente, attraverso una configurazione a 4 oppure 5 porte, per incontrare i gusti della più vasta clientela. L’ultima versione esibisce una linea slanciata, molto accattivante, motori performanti a elevata efficienza. Come la precedente, la sua produzione è concentrata proprio in Europa, con l’assemblaggio della Civic nel complesso industriale Honda di Swindon in Gran Bretagna (in Turchia viene realizzata invece la sola versione a 4 porte), da cui parte poi per l’esportazione intercontinentale. Come dire, tecnologia giapponese in stile europeo.

Realizzata su un pianale inedito, maggiorato nelle dimensioni ma alleggerito seppur irrigidito, rinnovata di sana pianta rispetto la precedente generazione del 2011, l’attuale Honda Civic vuole accentuare la sua immagine di berlinetta dinamica e accattivante, grazie a uno stile personale, rimarcato da un frontale molto aggressivo. Calandra sottile, gruppi ottici allungati verso le fiancate, luci diurne a led profilate, generose prese d’aria, cofano nervato e parabrezza inclinato, sono i segni distintivi che non si discostano dal precedente design, garantendo una continuità stilistica cara agli estimatori del modello, pur rinfrescandone i tratti ora ancor più muscolosi. Pronunciata e spigolosa davanti, acquattata e filante dietro, grazie al doppio alettone e ai vistosi estrattori d’aria presenti di serie su tutte le versioni, entry level comprese, mentre gli allestimenti più sportivi contano su alettoni pronunciati, minigonne laterali e doppio terminale di scarico centrale.

L’incremento dimensionale, con lunghezza esterna di 4,52 metri e ampio interasse prossimo ai 2,7 m, ma con assetto ribassato di 20 mm e un baricentro ancor più vicino al suolo, si ripercuote positivamente sull’abitabilità interna, adeguata per cinque occupanti e con riserva utile nel vano bagagli variabile tra i 420 e i 1267, secondo le versioni, con o senza ruotino di scorta e con schienale alzato oppure reclinato.

Innumerevoli accorgimenti allietano e semplificano la vita a bordo, a partire dall’ergonomia dei comandi, concentrati attorno alla postazione di guida. Frontalmente, un cruscotto lineare incorpora il padiglione della strumentazione, interamente digitale, con display centrale da 7 pollici del sistema di informazione e intrattenimento, dal quale accedere a tutti i sistemi audio, di navigazione e di interfaccia con i propri dispositivi portatili mediante il sistema Honda Connect 2. Non manca la stazione di ricarica wireless degli smartphone, le prese Usb e Hdmi, oltre ai comandi di ripetizione al volante da cui gestire molte funzioni senza distogliere le mani dalla guida. Attraverso l’operatività presente per la prima volta sulla gamma Civic dei sistemi Apple Car Play e Android Auto, l’estensione dei comandi vocali dei propri smartphone aggiunge semplicità nell’interazione con il veicolo.

Sebbene si tratti di una berlinetta di gamma media, il corredo elettronico non lascia spazio a dubbi: tutto quello che può servire sulla Civic non manca. Così l’attenzione del conducente viene affiancata dagli innumerevoli automatismi Adas di assistenza alla guida, sempre più sofisticati dispositivi, gestiti da sensori, radar e video, in grado di anticipare e ovviare alle più comuni distrazioni.

 

A TUTTO TURBO

Benzina o diesel, è la sofisticata alimentazione turbocompressa a caratterizzare la nuova generazione dei propulsori Honda. Unità decisamente evolute le prime, anche se dalle cilindrate contenute, entrambe con intercooler, iniezione diretta ad alta pressione e distribuzione a 4 valvole con alzata e fasatura variabile i-Vtec e Dual-Vtc. A partire dal più piccolo, il tre cilindri da 1 litro di cilindrata, che nonostante la sua compattezza può vantare una potenza di ben 129 CV a 5.500 giri/min. Particolarmente brillante anche la versione a quattro cilindri, di 1,5 litri, con 182 Cv di potenza massima a 5.500 giri/min.

Prestazioni che non significano scarso rispetto ambientale, con consumi dichiarati (in Ciclo Nedc) particolarmente contenuti, rispettivamente una media di 21,3 e 17,2 km/litro ed emissioni di CO2 di 106 e 133 g/km.

A queste unità, inedite sul mercato europeo, viene abbinata una trasmissione meccanica a sei marce, di nuova concezione, oppure un variatore continuo CVT, con paddle al volante, in grado di automatizzare le operazioni di cambio mantenendo una gradualità negli innesti a sette velocità simulate, ovviando a quell’inopportuno senso a presa continua da maxiscooter, tipica dei variatori meno evoluti.

Per chi ambisse al massimo contenimento dei costi vivi, sulla gamma Civic è prevista anche l’unità turbodiesel 1.6 i-Dtec, non una novità assoluta ma in questo caso rivista e aggiornata con particolare attenzione alla riduzione degli attriti interni, tesa a migliorarne l’efficienza dinamica. I suoi 120 CV di potenza a 4.000 giri/min, con coppia massima di 30,6 kgm a 2.000 giri/min, consentono una velocità di 201 km/h, con 27 km/litro di consumo medio ed emissioni di CO2 di 99 g/km. Una vera novità, su questa versione, è rappresentata dalla trasmissione automatica, un nuovo gruppo sequenziale a nove rapporti che va ad affiancare il tradizionale cambio manuale a sei marce.

Un’indole brillante rimarcata anche dalla dotazione di ruote, sostanzialmente una sola misura per tutte le versioni, con pneumatici stock da 235/45 R 17 oppure in alternativa omologati anche i meno dimensionati 215/55 R16, utili magari per una doppia dotazione stagionale.

E poi c’è lei, sogno inconfessabile dei più sportivi e degli amanti dell’esclusività, tutto sommato raggiungibilissima con un costo contenuto in 40.000 Euro. Mica male per una delle più performanti del suo segmento. La Civic Type R, dalla H rossa sul fregio a centro cofano, non rappresenta semplicemente il top di gamma ma protrae quella tradizione corsaiola insita nel Dna motoristico di Honda. E beninteso, lungi dal sacrificare alla sportività comfort e capienza, dato che la Type R mantiene l’abitabilità per cinque, e un programma di gestione della dinamica adatta tanto alla guida esasperata, in modalità “Sport” e “+R”, che per i tragitti quotidiani, in configurazione “Comfort”, agendo semplicemente sul selettore di taratura di assetto adattivo delle sospensioni. Sotto al cofano alloggia il potente 2 litri turbo benzina da 320 Cv di potenza, roboante unità pronta a schizzare da ferma a 100 km/h in soli 5,7 secondi, spingendo prepotentemente fino alla soglia dei 272 km/h di velocità massima. Ovviamente esclusivi alla Type R i cerchi in lega neri lucidi da 20 pollici di calettamento con pneumatici ribassati da 245/30.

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