CITTADINA DI CAMPAGNA

Correva l’anno 1991, l’industria automobilistica dell’epoca si era da poco affacciata sul settore degli Sport Utility e General Motors, con i brand Opel e Isuzu, lanciava sul mercato quella che per una quindicina d’anni sarebbe rimasto un autentico riferimento per stile e meccanica, ambita e raggiungibile, una fuoristrada che ancora oggi scorgiamo sulle nostre strade grazie alla comprovata longevità. In Europa la conosciamo come Opel Frontera, autentica capostipite di quella filosofia che rivive nei moderni Suv del marchio tedesco, riproposta in chiave moderna grazie al Dna spiccatamente popolare e multiuso che ritroviamo oggi nella piccola Mokka.

Secondo Suv dell’era moderna, seguita alla sorella maggiore Antara, la Mokka, presentata nel 2012 e aggiornata nella scelta motoristica con la nuova introduzione di quest’anno, è una compatta di segmento B dalla connotazione urbana, a trazione anteriore Fwd o All Wheel Drive a controllo elettronico della trasmissione integrale, utile per le gite outdoor dei fine settimana, a suo agio tanto tra le trafficate strade dei centri cittadini quanto sugli sterrati montani, magari innevati.



Concreta e completa

La compattezza dei suoi 4,28 metri di lunghezza, con larghezza di 1,77 e altezza di 1,65 m, non impedisce alla Mokka di offrire un’apprezzabile abitabilità per cinque, garantendo una riserva di spazio nel vano posteriore utile per 355 litri di bagagli, grazie all’assenza della ruota di scorta (ottenibile su richiesta) e ampliabile a 1.370 rinunciando alle sedute posteriori. Il moderno design tipicamente tedesco, manifestato dalle linee esterne muscolose e accattivanti ma mai sfacciatamente esagerate - che riprendono elementi stilistici sia della sorella Antara che delle cugine Astra e Insignia, si riflette anche nella fisionomia dell’abitacolo, pratico e confortevole, disseminato di vani portaoggetti e di utili funzionalità. Elementi ragionati, come ad esempio i sedili anteriori ergonomici (certificati dalla Aktion Gesunder Rücken, l’associazione tedesca per la salute posturale), di cui quello del conducente regolabile in otto direzioni, o il piantone dello sterzo ottimizzato per la massima personalizzazione dell’impostazione di guida, orientabile in altezza e profondità, sono i plus di un’architettura votata alla massima razionalità.

Gli ausilii elettronici semplificano generosamente la vita di bordo, sovraintendendo a numerose funzioni di marcia, dal controllo di trazione e stabilità alla frenata, all’illuminazione notturna e diurna. Una particolare menzione la merita l’utilissimo Traffic Sign Recognition, unica vettura nella sua classe a offrire questo acuto osservatore elettronico, tramite il quale il conducente può ritrovare sulla plancia la riproduzione della segnaletica stradale incontrata, in grado di riconoscere, oltre ai classici cartelli rotondi, anche quelli rettangolari di autostrade o zone a traffico limitato e a leggere le scritte dinamiche a LED, scongiurando così ogni possibile contravvenzione causata da disattenzione.

La telecamera anteriore Opel Eye di seconda generazione costituisce la base dei sistemi Fca (Forward Collision Alert), che avvertono il guidatore con un allarme acustico e visivo se il veicolo entra in una situazione critica di potenziale collisione con il veicolo che precede, allertando mediante il sistema Ldw (Lane Departure Warning) anche in caso di involontario superamento dei limiti di carreggiata. L’Adaptive Forward Lighting (AFL+), con fari bi-xeno di terza generazione, regola la loro intensità per garantire la migliore illuminazione possibile, con funzioni Adverse Weather Light specifica in presenza di pioggia, Increased High Beam per un abbagliante potenziato, Static Bending Light e Dynamic Bending Light per migliorare l’illuminazione delle curve alle diverse velocità, luci per la marcia diurna con tecnologia Led e High Beam Assist, che regola automaticamente il fascio luminoso per non accecare chi procede nella direzione opposta. È un autentico concentrato tecnologico dedicato all’illuminazione, particolarmente apprezzabile su un veicolo di fascia intermedia, in grado di chiarire la visuale esterna anche nelle condizioni atmosferiche più avverse.

Nell’offerta opzionale di Opel compare uno specifico accessorio che farà la felicità dei più sportivi, ovvero quel FlexFix integrato nel paraurti posteriore, già conosciuto su altri modelli di casa Opel, sempre disponibile e in grado di ospitare, semplicemente estraendolo dal paraurti, fino a due biciclette, pronte all’uso non appena giunti a destinazione.

 

Brillantezza propulsiva

La razionalità teutonica non poteva non rispecchiarsi nelle unità motrici, più che adeguate nonostante le cilindrate ridotte, tali da garantire bassi consumi e minime emissioni nocive, tutte omologate Euro6.

Inizialmente introdotta con il turbodiesel di 1,7 litri di cilindrata, in sostituzione di questo sulla Mokka è disponibile da marzo un virtuoso quattro cilindri 1.6 CDTI interamente in alluminio, con sovralimentazione turbo a geometria variabile e fino a 1,7 bar di pressione boost, scambiatore di calore e iniezione common rail ad alta pressione da 10 interventi per cilindro. Si tratta del propulsore di punta della gamma, in grado di erogare 136 CV di potenza a 3.500 giri/min e 32,6 kgm di coppia massima disponibile a partire da 2.000 giri/min, tale da permettere una velocità di punta di 191 km/h con accelerazione 0-100 km/h in 9,9 secondi, capace di un consumo medio dichiarato di gasolio, grazie anche al sistema start&stop, contenuto in 23 km/litro.

Piccolo di cilindrata ma efficace nelle prestazioni, il più piccolo 1.4 turbo a benzina offre 140 CV di potenza anche nell’ecologica versione dual fuel con Gpl, per 195 km/h di punta e 15,9 km/litro di percorrenza media (a benzina). Meno prestazionale e forse un po’ sottotono, il 1.6 a benzina da 115 CV rappresenta l’entry level della gamma, destinato ai modelli a sola trazione anteriore e cambio manuale. Per gli altri due la scelta sulla trasmissione si articola fra trazione anteriore oppure integrale, con cambio manuale a sei marce o automatico, sempre a sei rapporti.

L’utilizzo della piattaforma di General Motors Gamma II, la stessa impiegata sulla piccola Aveo, opportunamente modificata mediante l’allungamento del passo, ora di 2,55 metri, e irrobustita per garantire l’ottimale rigidità in abbinamento a una massa giocoforza accresciuta, ha consentito ai tecnici Opel di realizzare un Suv compatto e performante, soprattutto nella sua variante a trazione integrale, i cui componenti pesano appena 65 kg in più rispetto la 4x2. Lo schema a ruote indipendenti anteriori e il ponte di torsione posteriore permettono una sincera guidabilità anche alle andature sostenute, sia con i pneumatici da 16 pollici di serie nell’allestimento Base, e ancor più con i 17” e i 18” dei modelli più accessoriati. Gestita dal sistema elettronico di trasferimento della coppia TTD, la Mokka 4x4 avanza in situazioni normali con la sola trazione anteriore, indirizzando al primo accenno di slittamento fino al 50% della forza all’assale posteriore. Nelle condizioni estreme intervengono i controlli di stabilità Esp Plus e di trazione, compresi l’assistente in salita Hsa e in discesa Hdc, impareggiabili per non scivolare sulle forti pendenze a bassa aderenza.

Alle estremità di carreggiate allargate (1,54 metri) terminano la catena cinematica della Mokka quattro ruote di dimensioni variabili, secondo il grado dell’allestimento, comprese tra le 195/70 R16 e le 215/55 R18, riservando come opzione dei generosi – considerata la categoria della vettura – pneumatici superibassati da 225/45 R19, che forse vedremmo più consoni su auto dalle vocazioni sportive.

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