BENVENUTI NEL FUTURO

CHI GUARDA con positività ai tempi a venire, non può che considerare la mobilità di domani realmente ecosostenibile, in armonia con l’ambiente e in sinergia con le energie rinnovabili. Oggi, in questa terra di mezzo temporale, nella quale si stenta ad abbandonare la trazione vincolata agli antichi interessi globali legati al petrolio, dove l’industria automobilistica avanza a lenti passi verso la conversione alle propulsioni pulite, le autovetture ibride – dotate ovvero di una doppia motorizzazione, termica ed elettrica – stanno riscuotendo un crescente consenso, non solo dal ristretto pubblico degli ecosostenitori più convinti, ma anche da quella sempre maggiore porzione di utilizzatori ormai conquistati dall’efficienza dei più moderni modelli dell’industria automobilistica.
Archiviata una prima fase industriale nell’immediato passato, dove la convivenza tra una propulsione elettrica e la necessità di mobilità doveva giocoforza fare i conti con ristretti margini d’autonomia, prezzi d’acquisto elevati e spesso stilemi estetici votati a un’intransigente efficienza, con poche concessioni a grazia e armonia, le gamme ibride attualmente in produzione sfoderano argomenti dall’indiscutibile appeal, tali da registrare una rapida diffusione, inseriti a piena ragione tra le più ambite autovetture del mercato globale.
È il caso della Opel Ampera, l’ibrida tedesca di concezione americana (replica in salsa europea della già conosciuta Chevrolet Volt), presentata in anteprima al Salone dell’Auto di Parigi del 2009, e in versione definitiva a quello di Francoforte del 2011, che dalla fine dello scorso anno circola sulle strade di tutto il Vecchio continente, dove ha riscosso i più ampi successi commerciali, confermandosi immediatamente come l’elettrica più apprezzata e venduta. Non certo una seconda vettura da utilizzare esclusivamente in ambito urbano, ovvero un’autentica alternativa all’autovettura unica di famiglia, flessibile e poliedrica per qualsiasi utilizzo.


Ecologia per quattro
L’audace silhouette simil-coupé tratteggiata dagli stilisti del gruppo, sposa a pieno titolo i canoni estetici più moderni, che conferiscono alla berlina 5 porte, con i suoi 4,5 metri di lunghezza, 1,79 di larghezza e 1,44 d’altezza, una sinuosità di forme lontana da futuristici e poco digeribili eccessi di rotondità. Il frontale con fanaleria a doppio boomerang incluso, come impone il family feeling con gli altri modelli di casa Opel, prosegue in una linea di cintura particolarmente rialzata, chiudendo nel lunotto posteriore fortemente spiovente, tanto da creare qualche imbarazzo alla seduta dei passeggeri di taglia più elevata, in stretta misura incastonati tra le due singole poltrone posteriori e il cielo spiovente del tettuccio.
Mentre dall’estetica esterna poco traspare di quelle peculiarità meccaniche che ne decretano l’esclusività, salendo a bordo della Ampera si è subito abbracciati dalla permeante interazione con l’elettronica di controllo della vettura. Tutta la strumentazione e i comandi sono visualizzati su due ampi display touch screen ad alta definizione, che costituiscono il Driver Information Center (Dic), da cui controllare l’alimentazione e le funzioni di ricarica e avanzamento, la navigazione stradale, la climatizzazione elettronica e l’infotainment, con comandi vocali per l’interfaccia telefonica bluetooth. I quattro sedili ospitano altrettanti passeggeri, sacrificando il quinto in favore dell’ingombro centrale degli accumulatori. Una configurazione che permette una discreta capienza anche per i bagagli, con 310 litri utili nel vano posteriore, estendibili fino a 1005 litri reclinando i sedili della seconda fila.
Sotto l’abitacolo, in posizione ribassata per la migliore distribuzione dei pesi e del baricentro, un pacco batterie conformato a T include 288 accumulatori prismatici agli ioni di litio da 16 kWh, d’ultima generazione, garantiti per otto anni oppure 160.000 km, che dispongono di un sistema di raffreddamento a liquido. Un cuore energetico che da una parte distribuisce potenza, dall’altra riceve ricarica da molteplici sorgenti: dal motore termico, innanzitutto, collocato anch’esso nel cofano, e che interviene in marcia prima del completo scaricamento degli accumulatori; inoltre dal recupero dell’energia nelle fasi di frenata, per ottimizzare la marcia, cui contribuisce la visualizzazione grafica sul display centrale all’abitacolo. Infine dalla presa domestica, programmando l’orario d’intervento per fruire delle fasce notturne a basso costo.
Che sia in modalità Zero Emission Vehicle nei tratti urbani, in pieno spunto sui tragitti provinciali oppure in velocità nei lunghi trasferimenti autostradali, la dinamica dell’Ampera non tradisce l’originalità del progetto, con un pianale sottoscocca che partecipa alla struttura autoportante, e al quale sono collegate le sospensioni anteriori a ruote indipendenti, con triangoli oscillanti in alluminio e cuscinetti idraulici, e una sospensione posteriore semi-indipendente con assale torcente, che ai vantaggi del ridotto ingombro associa il costante controllo della convergenza. Senza allontanarsi dalla più ampia produzione tradizionale, la dotazione di cerchi e pneumatici si riduce, secondo listino, alla scelta offerta dalla dotazione di serie, che sobriamente comprende un solo modello di cerchi in lega d’alluminio da 7j x 17, con pneumatici a bassa resistenza nella misura da 215/55, con unica alternativa costituita dalla dotazione invernale, per la quale è possibile equipaggiare l’ibrida con gomme termiche da 205/60 R16.


Ibrida o elettrica?
Per definizione, l’autovettura ibrida è quella che dispone di duplici motorizzazioni, in questo caso elettrica e termica, volte a essere utilizzate entrambe, alternativamente o in modalità combinata. Con prevalenza, sulla produzione fino a oggi commercializzata, di quella a combustione, con il gruppo propulsore elettrico nella maggior parte dei casi relegato ad ausilio nello spunto, o alla doppia trazione sull’assale opposto a quello servito dal motore termico, disponendo della modalità puramente elettrica solo nei brevi spostamenti urbani.
Il caso dell’Ampera lo potremmo definire come un ibrido evoluto, dove la motricità avviene esclusivamente mediante la sola propulsione elettrica Voltec, in grado di assicurare 150 cv di potenza massima e una coppia di ben 370 Nm (valori analoghi ai prestanti motori turbodiesel) erogata tutta subito a partire da fermi, con quello spunto immediato tipico dei motori elettrici. Valori che conferiscono all’Ampera un’accelerazione 0-100 km/h in circa 9 secondi, e una velocità massima limitata a 161 km/h, quanto basta per garantire adeguata briosità nella guida, rapidità nei lunghi spostamenti, pronta ripresa nelle fasi di sorpasso e un’autonomia complessiva di oltre 500 km, di cui da 40 a 80 km (secondo la velocità e la frequenza d’azionamento dell’acceleratore) attingendo alle sole batterie elettriche, vale a dire quanto basta a soddisfare la percorrenza quotidiana dell’80% degli automobilisti europei. La ricetta? Subito detto: il piccolo motore quattro cilindri di 1.4 litri a benzina, da 86 cv di potenza, altro non è che un generatore destinato alla ricarica degli accumulatori, intervenendo quindi nella fornitura dell’energia per la trazione solo in prossimità dello scaricarsi delle batterie. Che significa, nella media, un consumo di appena 1,2 litri di benzina ogni 100 km, con emissione di CO2 pari a 27 g/km. Se non addirittura nulla, nel caso per ripristinare gli accumulatori si possa accedere a un allacciamento alla rete domestica, a 230 V e 16 A, nel qual caso il “pieno” completo richiede giusto quattro ore di paziente attesa. Pronti nuovamente per un’altra giornata di movimento a basse emissioni, cui contribuiscono, nemmeno a dirlo, specifici pneumatici con ridotta resistenza di rotolamento, in grado di offrire aderenza, comfort e handling, minimizzando gli attriti di contatto con il suolo.

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