Un battito di ciglia

Quale è la percezione del tempo trascorso in trenta anni di attività editoriale? Un battito di ciglia. Infatti, dal primo numero della rivista di cui sono stato direttore responsabile, vale a dire il fascicolo di settembre ottobre del 1994, a questo che è il mio ultimo numero, sono passati trent’anni. Sembra ieri. Se però ci fermiamo ad analizzare quante cose sono cambiate in un terzo di secolo, ci accorgiamo che i veicoli, i pneumatici, i rapporti umani e commerciali sono completamente diversi. Molti garage progettati allora non sono più in grado di contenere i veicoli di oggi che sono cresciuti in peso e dimensioni. I cerchi e i pneumatici avevano calettamento, rapporto di aspetto e disegni completamente diversi. I personal computer erano appena arrivati, scrivevamo ancora le lettere a macchina, mettevamo il francobollo e le portavamo in posta. Erano tempi migliori? Probabilmente no. Fa parte della natura umana, a mano a mano che si avanza con l’età, ritenere che il passato fosse migliore. Gli stessi antichi romani già allora esclamavano con sdegno: “O tempora o mores”, vale a dire “che tempi, che costumi!” In realtà alcune cose sono migliorate: l’ambiente di lavoro, la sicurezza, la professionalità. Altre cose altrettanto importanti, quali in primo luogo la redditività, non si sono giovate dei miglioramenti tecnologici. Sull’altro piatto della bilancia nel settore del post-vendita dell’auto abbiamo visto che, mentre il numero di gommisti è rimasto stabile, la categoria dell’elettrauto è totalmente sparita, i concessionari d’auto si sono ridotti di un terzo, gli stessi meccanici con l’avvento dell’elettrificazione si trovano in difficoltà. Quindi, visto che non sono ancora all’orizzonte auto che possano fare a meno dei pneumatici, vale ancora la pena investire sulla professione di gommista, e chi saprà rimanere al passo con i tempi investendo in risorse umane, tecnologia e organizzazione potrà avere grandi soddisfazioni nel futuro. Come disse la prof.ssa Lucka kaifez Bogataj che ha fatto parte del gruppo Ipcc che nel 2007, insieme ad Al Gore è stato insignito del Premio Nobel per la pace per gli studi volti a sviluppare e diffondere una maggiore conoscenza sui cambiamenti climatici causati dall’uomo: “L’età della pietra non è finita perché sono finite le pietre - è finita perché tecnologie più avanzate sono state sviluppate per soddisfare le mutevoli esigenze dell’umanità.”

Grazie a tutti.