Pneumatici e byte, insieme per i volt

 

Mark Tejedor Young, vice president commercial business unit di Bridgestone EmiaCon una rete di assistenza di oltre 6000 punti sul mercato Emia, Bridgestone è un player di primo piano nel mercato di pneumatici per il primo equipaggiamento e il ricambio. In occasione di un IAA Transportation in cui ogni Casa aveva almeno un veicolo elettrico o a idrogeno e al quale hanno fatto capolino molti nuovi costruttori, Pneurama ha chiesto al vice president Mark Tejedor di tracciare le prossime evoluzioni del mercato.

Le trazioni alternative pongono nuove sfide lungo tutta la catena cinematica dei veicoli industriali. Cambieranno anche i pneumatici?

“Certamente sì, non soltanto per l’evoluzione tecnica dei veicoli e per la diffusione della trazione elettrica in particolare. La riduzione della resistenza al rotolamento, un nostro impegno da almeno 25 anni, è sempre attuale e ovviamente va ricercata anche per i mezzi con motore termico. Anche le normative, che hanno un ruolo-guida importantissimo nell’evoluzione delle gomme, non riguardano soltanto gli alternativi. Siamo in grado di anticipare le evoluzioni sia tecniche sia legali grazie al nostro stretto rapporto con le Case automobilistiche e con i gestori delle flotte, essenziale per lo sviluppo dei prodotti delle nuove generazioni. Con loro valutiamo ogni strada e ogni soluzione per una maggiore redditività ed ecocompatibilità dei nostri prodotti, mentre i servizi Fleetline ci aiutano molto nella raccolta dei dati necessari allo sviluppo dei prodotti”

Quali sono le richieste più pressanti della nuova generazione di veicoli, e degli elettrici in particolare?

“È proprio la trazione elettrica a richiedere i cambiamenti più importanti, in particolare in termini di robustezza e durata dei pneumatici. A causa delle batterie e di nuovi lay-out della driveline anche molto diversi da quelli dei mezzi con motore elettrico, i pesi sono maggiori e distribuiti in maniera anche molto diversa. Questo influisce molto sulla struttura della carcassa. Inoltre, la coppia trasmessa da un motore elettrico è decisamente superiore a quella di un termico e praticamente costante a qualsiasi regime di rotazione. Anche il recupero dell’energia in decelerazione richiede al pneumatico di trasmettere le forze in senso inverso dalla strada alla catena cinematica. Il tutto si traduce in un’usura precoce del battistrada, oltre che a maggiori sollecitazioni delle carcasse, in particolare sull’asse motore”.

Quali settori del trasporto, e di conseguenza quali veicoli, passeranno prima alla trazione elettrica?

“Certamente le missioni che si svolgono in ambito urbano con percorsi giornalieri e di corto/medio raggio: i commerciali leggeri impiegati nell’ultimo miglio, gli autocompattatori e gli altri veicoli per raccolta rifiuti e poi gli autobus, per i quali la conversione è già in atto da tempo. Di conseguenza dobbiamo avere pneumatici pronti per l’elettrico su tutta la linea, senza dimenticare che l’ambiente urbano porta con sé altre esigenze, come quella della resistenza di carcassa, fianchi e battistrada agli urti con buche e marciapiedi. In un secondo momento potremmo vedere i motori elettrici su altre missioni come quelle cantieristiche con l’ultimo tratto in fuoristrada, per esempio quelle delle betoniere. Tutte queste esigenze, sommate, ci portano a pensare al pneumatico “electric ready” innanzitutto come a un oggetto molto robusto”.

Ma la robustezza non è l’unico driver dello sviluppo dei nuovi pneumatici…

“No di certo. Ci sono almeno altre due esigenze molto importanti. Prima, la silenziosità: il motore elettrico ha pochissime emissioni sonore, per cui il rotolamento del battistrada diventa il rumore più avvertibile e quindi il suo abbattimento è di cruciale importanza. Secondo, la riduzione dell’attrito: non soltanto una gomma più scorrevole fa consumare meno energia, ma consente un migliore recupero dell’energia in frenata”.

Ci sarà una risposta Bridgestone a tutte queste esigenze?

“Sì. È la tecnologia Enliten, disponibile da quest’anno su alcuni modelli della linea Ecopia. Al suo sviluppo hanno lavorato insieme il centro ricerca di Roma e quello di Tokio; i risultati sono stati riduzione del peso dei pneumatici, maggiore durata, minore resistenza al rotolamento, capacità di carico incrementata e, grazie anche all’aumento della percentuale di gomma naturale, maggiore riciclabilità. L’intero processo di produzione è stato ottimizzato, grazie anche all’apporto del sustainability office interno all’azienda. Per il 2024 prevediamo di estendere la tecnologia Enliten anche alla gamma Duravis per trasporto regionale, cui seguiranno il nuovo pneumatico globale per autobus UAP3 e, infine, alcuni modelli della gamma Firestone, in particolare per il calettamento 22,5”. L’offerta complessiva dei due marchi coprirà applicazioni per cerchi da 17,5, 19,5 e 22,5”.

Cosa succederà invece ai camion per il lungo raggio?

“Non prevediamo a breve una quantità significativa di applicazioni dei motori elettrici. L’evoluzione ci sarà, ma bisogna dare tempo alle infrastrutture e ai sistemi di accumulo di svilupparsi in una direzione che renda più veloci e semplici le ricariche”.

A proposito di misure, avete notato evoluzioni nelle richieste del mercato?

“Sì. L’espansione dell’e-commerce, che non è ancora terminata, ha portato un aumento delle richieste di pneumatici per veicoli commerciali leggeri. Sempre come conseguenza della crescita del commercio on-line prevediamo un interesse crescente per i veicoli medi, da 7,5 a 12 t, che presentano un rapporto tara/portata più favorevole dei 3,5 t. Saranno però ancora una volta le normative a dettare il passo di questo settore.

Le richieste di Case e flotte vanno nella stessa direzione?

“Sì, ma con attenzioni diverse ai vari aspetti. Le Case sono preoccupate innanzitutto dalle emissioni di CO2, specie dopo l’introduzione di sistemi di valutazione come il Vecto. Per le flotte, un driver importantissimo è invece la durata”.

I dati saranno sempre più importanti?

“Sì. Tutta l’industria del futuro sarà data driven. Nel nostro settore, raccogliere i parametri d’esercizio di un pneumatico aiuterà la sua gestione corretta, in particolare manutenzione predittiva e corretto momento di sostituzione. Per questo abbiamo sviluppato nuovi sensori da affiancare a quelli classici del Tpms, che rilevano temperatura e pressione: possiamo così registrare per esempio il peso con cui ogni singola gomma viene caricata, e di conseguenza valutarne fatica e usura. E una grande mano ci arriva dall’accordo per l’etichetta Rfid, che consente di tracciare l’intera vita del pneumatico. Grazie proprio al costante dialogo con i costruttori di veicoli e i gestori di parchi macchine, le nostre soluzioni digitali dialogano e si integrano con i sistemi proprietari delle Case e con i sistemi di gestione flotta”.

La manutenzione predittiva farà evolvere la rete?

“Certo. Oggi il gommista vende gomme e piccola manutenzione. Domani venderà manutenzione predittiva oltre a servizi e soluzioni digitali che evolveranno molto e molto rapidamente. Dovrà conoscere la rete elettronica del veicolo e i sensori… insomma, la sua evoluzione seguirà di pari passo quella vissuta in questi anni dai meccanici e dagli elettrauto, che li ha portati verso la meccatronica”.