Michelin, un’alleanza per i pneumatici connessi

I veicoli sono sempre più connessi, con le centrali operative e in un prossimo futuro anche fra di loro. I loro pneumatici, fino a ieri, erano l’unico componente che dialogava poco con la rete di bordo. Per seguirne ogni fase della vita, generando una massa di dati utilissima per le analisi del veicolo e del parco gomme, è nata un’idea tanto efficace quanto semplice: un numero identificativo univoco, in grado di tracciare la singola carcassa indipendentemente dalla regione del mondo in cui è stata costruita e ha fatto servizio.

“Il suo hardware”, spiega Christophe Duc, Rfid Initiative and Service Model Leader di Michelin, “è estremamente affidabile e robusto: consta di un chip passivo leggibile da un sistema in radiofrequenza, installato fra due strati di gomma, che rimane leggibile anche su un pneumatico molto danneggiato”. Il sistema si candida a sostituire le etichette con le caratteristiche e le indicazioni oggi stampate sul fianco della copertura, in quanto non è sensibile alle intemperie e agli urti con marciapiedi e buche. È una rivoluzione simile a quella vissuta anni fa dai numeri di telaio, quando sono passati dalla numerazione delle singole Case al Vin, identico nella forma e nel significato della sequenza di caratteri per qualsiasi costruttore al mondo. Per realizzarla, Bridgestone, Continental, Goodyear, Michelin e Pirelli si sono unite nella Gdso (Global Data Service Organization), organizzazione europea non profit che ha settato gli standard per l’interscambio dei dati. “Il numero seriale”, spiega Riccardo Giovannotti, segretario generale della Gdso, “è inciso su un chip che funziona in sola lettura e quindi non è falsificabile. Decodificandolo si accede a dati salvati in un cloud che descrivono le caratteristiche del pneumatico (costruttore, misura, omologazioni, etichettatura…) e la sua vita operativa (ricostruzioni e riscolpiture in particolare)”. 

L’identità digitale del pneumatico semplifica la sua gestione in tutte le fasi della sua vita: la logistica che lo segue dalla costruzione al montaggio sul veicolo (compresa la compatibilità con quest’ultimo e l’accoppiamento al numero di telaio), quella relativa alla manutenzione, ricostruzione e agli altri servizi postvendita, l’esercizio e la relativa gestione di garanzie e reclami. Permette inoltre una facile tracciabilità nelle fasi di ricerca e sviluppo sia del pneumatico stesso sia del veicolo, un’analisi combinata dei suoi dati con quelli del veicolo (posizione rilevata via GPS, pressione rilevata dal Tpms, velocità e angoli di sterzata letti sul Can-Bus…) e infine aiuta l’economia circolare perché chi lo recupera può conoscere tutti i dati relativi al tipo di mescole con cui è stato realizzato. Allo studio della Gdso c’è l’apertura dei dati ai ricostruttori indipendenti, che permetterà di seguire la vita operativa della gomma anche quando questa uscisse dalla filiera ufficiale del suo costruttore. La tecnologia è già pronta per il mercato tanto che oltre il 60% dei pneumatici per veicolo industriale ne è già dotato; si sta diffondendo anche su quelli per trasporto leggero.