La “tempesta perfetta” sta colpendo anche il settore dei pneumatici

Aumento delle materie prime, costi di trasporto alle stelle, rincari a doppia cifra dell’energia. Se il mondo dell’automobile sta affrontando uno dei periodi più complessi a causa soprattutto della mancanza di semiconduttori, anche il settore dei pneumatici è in mezzo a una “tempesta perfetta”. Al lungo elenco di problematiche citate, si è aggiunto anche uno scenario economico dalle tinte fosche capace di far lievitare negli ultimi mesi l’inflazione in modo importante.

 

Il ruolo centrale della sostenibilità

Come reagire a questo periodo turbolento? Ovviamente non esiste una ricetta magica ma una serie di azioni da intraprendere per limitare le perdite e al tempo stesso delineare una strategia efficiente per il futuro. Sul fronte dei costruttori la strada principale arriverà dall’utilizzo sempre maggiore di materiali riciclati, andando così a ridurre al massimo la richiesta di materie prime non sostenibili. Qualche esempio?  Produrre pneumatici utilizzando in parte materiali derivati da componenti di riciclo, puntando così a creare un percorso costruttivo virtuoso caratterizzato dalla maggiore attenzione alla circolarità. Senza entrare nello specifico dei diversi produttori, il denominatore comune sarà quello di aumentare nel corso degli anni la percentuale di materiali sostenibili, riducendo così al minimo l’impronta ambientale prodotta dalla realizzazione di nuove coperture. Per quanto riguarda invece la vendita al cliente, si dovranno rivedere strategie commerciali andando oltre la ricerca della massima scontistica. 

 

Il commento di Assogomma

“Prezzi alle stelle e scarsa disponibilità di materie prime sono una costante da oltre un anno e mezzo aggravata dalla guerra Russia Ucraina e dalle restrizioni adottate dall’Unione Europea e dalla Russia” – dichiara Fabio Bertolotti, Direttore di Assogomma – “Infatti nell’industria della gomma abbiamo materiali strategici, come il nero di carbonio, che per il 37% proviene dalla Russia, e le gomme sintetiche a cui si aggiunge il divieto di importazione dalla Bielorussia dei rinforzi metallici. Le alternative non ci sono o si trovano a fatica in Paesi molto lontani che comportano costi di trasporto ormai fuori controllo con l’incertezza del rispetto delle tempistiche di consegna. Nei primi 5 mesi 2022 i prezzi delle materie prime sono aumentati di diverse decine di punti percentuali, a cui si devono aggiungere gli aumenti dei costi energetici che hanno avuto incrementi di 3/5 volte rispetto all’anno precedente. Una crescita generalizzata dei costi di significativa entità che non è stato possibile trasferire a valle se non solo parzialmente. I fatturati aziendali crescono dando un’errata impressione di benessere del settore, ma a conti ben fatti si registrano pesanti contrazioni delle marginalità con effetti depressivi diffusi in particolare su investimenti e ricerca. Alla luce di questo quadro ben poco rassicurante, e se le condizioni attuali non dovessero cambiare rapidamente ed in maniera significativa, non si possono escludere fermi produttivi per mancanza di materie prime, come pure si possono prevedere nuovi aumenti di prezzo dei pneumatici.