L’industria della gomma nel 2021, fra la pandemia e la voglia di ripartire

Ora che questo annus horribilis sta per finire è tempo di guardare al 2021, un esercizio molto difficile perché se l’anno 2020 è in dirittura d’arrivo l’invasione del virus si trascinerà ancora. Le previsioni fatte nei mesi estivi, quando il coronavirus sembrava aver allentato la sua morsa, rischiano quindi di essere invalidate. Cerchiamo in ogni caso di fare il punto della situazione, raccogliendo le voci di chi racconta la situazione attuale e riportando le previsioni per il 2021. The Rubber Economist, per esempio, segnala che la pandemia ha sicuramente avvantaggiato il settore dei guanti di gomma, purtroppo richiestissimi per le ben note ragioni sanitarie. Il prezzo della smoked rubber tailandese ha infatti raggiunto i 60 bath/kg, il livello più alto da più di un decennio. La richiesta del lattice per produrre i guanti ha infatti dirottato la produzione, distogliendola da quella della gomma. Il lattice dovrebbe passare così dal 20 al 30% della produzione totale della gomma tailandese. Nel periodo gennaio-luglio la produzione di guanti in lattice ha segnato un + 38,5% rispetto al 2019, arrivando a 959 milioni di dollari.

 

 

Un rimbalzo auspicabile

Altri dati e proiezioni provengono dal World Rubber Industry Outlook, pubblicato dall’International Rubber Study Group. Lo studio suggerisce che la domanda globale della gomma dovrebbe “rimbalzare” del 7,9% nel 2021 grazie alla ripresa dei pneumatici (+6,9%) e, ancor di più, dalla crescita degli articoli non-pneumatici, che dovrebbe attestarsi a un +9,3% nello scenario del Fondo Monetario Internazionale. L’Irsg stima inoltre che il 2020 registrerà un forte calo della domanda globale della gomma, pari al 12,6%, rispetto al 2019. Il totale scenderà quindi a 25,2 milioni di tonnellate soprattutto per la pandemia e le relative misure di contenimento come i lockdown, le restrizioni alla circolazione di persone e merci e la chiusura delle fabbriche. Riguardo alla gomma naturale, la domanda era già diminuita dell’1,0% nel 2019 rispetto al 2018, scendendo a 13,62 milioni di tonnellate. Lo scenario del Fmi disegna nel 2020 una diminuzione della domanda pari all’11%, che si fermerà a 12,12 milioni di tonnellate, seguita da un rimbalzo del 7,8% nel 2021. Anche la domanda mondiale di gomma sintetica era scesa dell’1,0% nel 2019 a 15,18 milioni di tonnellate. Secondo l’Fmi, nel 2020 la domanda dovrebbe diminuire del 14,0%, scendendo a 13,06 milioni di tonnellate. Per il 2021 si prevede per la gomma sintetica un recupero dell’8%, leggermente più veloce rispetto a quello della gomma naturale.

 

I pneumatici soffrono, come l’economia

Ascoltando poi la voce della European Tyre and Rubber Manufacturers’ Association (Etrma) apprendiamo che le vendite di pneumatici in Europa nel terzo trimestre sono “preoccupanti”. I dati di agosto, luglio e settembre risentono infatti ancora del forte impatto della pandemia da Covid 19. Sappiamo bene che il secondo trimestre del 2020 aveva già evidenziato un rallentamento delle vendite ma l’effetto della pandemia si è sentito anche nel terzo trimestre nel settore dei pneumatici per i veicoli leggeri, soprattutto a causa dei lockdown e delle limitazioni negli spostamenti. Dopo il minimo di maggio si è comunque assistito a un recupero che ha portato il segno positivo per i segmenti camion, moto/scooter e veicoli agricoli. Il segretario generale di Etrma, Fazilet Cinaralp, ha evidenziato come la crisi stia colpendo pesantemente il settore. I numeri dicono che anche dopo il recupero del terzo trimestre i primi 9 mesi del 2020 sono in perdita rispetto allo stesso periodo del 2019 per i veicoli leggeri. Questo segmento registra infatti un -14,4% rispetto al 2019 per quel che riguarda la sostituzione ma il primo equipaggiamento fa peggio, con un - 30,4%. Anche il mercato della sostituzione per i mezzi a 2 ruote è negativo, segnando – 11,7% nei primi 9 mesi del 2020. I segmenti delle macchine agricole e dei mezzi pesanti limitano invece le perdite, segnando -3% e -8% rispettivamente. Cinaralp spera che “la situazione pandemica migliori. Sottolineiamo comunque l’urgente necessità di trovare adeguate misure di sostegno per l’industria dei pneumatici, anche per conservare i posti di lavoro nel settore. Le previsioni per la fine dell’anno rimangono infatti negative per tutti i segmenti”.

 

Le stime dei Paesi produttori

Per quel che riguarda la gomma naturale, scorriamo il report uscito a ottobre della Association of Natural Rubber Producing Countries (Anrpc), ente che riunisce 13 Paesi che rappresentano circa il 90% della produzione mondiale. La produzione mondiale di gomma naturale è diminuita, nel periodo gennaio-agosto 2020, dell’8,7% anno su anno, attestandosi a 7,778 milioni di tonnellate. Con la previsione di un ulteriore calo del 3,8% nei 4 mesi restanti, la produzione del 2020 dovrebbe arrivare a 12,901 milioni di tonnellate, in diminuzione del 6,8% rispetto al 2019. Questa previsione è l’1,9% più bassa rispetto al forecast di settembre, che stimava la produzione del 2020 in 13,149 milioni di tonnellate. Notiamo che anche il dato rivisto è superiore alla domanda stimata dal Fmi che, se confermata, potrebbe innescare tensioni al ribasso sui prezzi. L’Anrpc riporta che il consumo mondiale di gomma naturale è sceso dell’11,7% nei primi 8 mesi dell’anno, a 8,151 milioni di tonnellate. L’Associazione prevedeva un recupero dell’attività un po’ in tutti i Paesi e una ripresa più rapida in Cina. Con questi presupposti si era previsto di ottenere risultati migliori negli ultimi quattro mesi dell’anno con una contrazione di solo l’1,8% rispetto al 2019. Le previsioni del consumo mondiale per l’intero anno sono quindi ridimensionate fino a 12,611 milioni di tonnellate, in calo dell’8,4% rispetto all’anno precedente e comunque migliori di quelle dell’Fmi.

 

Ripresa sì, ma a che livello?

Concludiamo con un forecast prodotto da Hidde Smit, un’analista con 40 anni di esperienza nel settore della rubber economy. Smit fa un parallelo con la crisi dei mutui subprime del 2008 – 2009. In quella congiuntura c’è stato un profondo e subitaneo calo del consumo globale della gomma, guidato da una crisi economica che ha indotto i commercianti a ridurre le scorte ai minimi e i consumatori a posporre l’acquisto dei veicoli. A questo calo, particolarmente acuto fra la fine del 2008 e l’inizio del 2009, è seguito un recupero iniziato tra la fine del 2009 e l’inizio del 2010 che ha portato i consumi ai livelli dell’inizio 2008. La crisi da Covid-19, secondo Smit, farà contrarre il consumo globale della gomma naturale del 10,6%, un valore non lontano dalle stime dell’Fmi e dell’Anrpc. L’analista prevede che il consumo della gomma riprenderà a salire ma con un trend traslato verso il basso. In altre parole, il consumo della gomma naturale – e della gomma in generale – raggiungerà fra un paio di anni il livello che avrebbe potuto raggiungere già quest’anno. Questo trascinerà probabilmente in basso i prezzi e verosimilmente, a lungo andare, anche la produzione.