Gonfiare le gomme e alimentare gli avvitatori pneumatici sono le due funzioni principali dell’aria compressa nell’officina del gommista. Non sono le sole, ma bastano per comprendere l’importanza della sua presenza e degli apparecchi che servono a produrla, i compressori. In officina ce n’è sempre più di uno, e non soltanto perché è impossibile pensare di non avere la riserva quando quello principale è fermo per qualche ragione.
A ciascuno il suo
Se un tempo, con officine di piccole dimensioni e lavori che si svolgevano in parte in strada, era essenziale il ruolo dei compressori carrellati a pistoni, i gommisti attuali hanno sempre un grande compressore che alimenta la rete dell’officina. A questa si attaccano le pistole gonfiagomme, i serbatoi portatili, gli avvitatori e gli altri utensili pneumatici, i sollevatori, utilizzati sia per operazioni sui pneumatici sia per altre attività nell’ambito dell’aftermarket automobilistico, dalla riparazione meccanica a quella di carrozzeria. Capire il numero di utenze collegate alla rete e la loro frequenza di utilizzo è fondamentale per dimensionare bene la produzione d’aria compressa, mentre altre necessità guidano la scelta del tipo di apparecchiatura: il contenimento delle emissioni sonore, la distribuzione di altri gas quali l’azoto, la limitazione dei consumi energetici e dell’investimento iniziale. I gommisti utilizzano principalmente compressori alternativi a pistoni e rotativi a vite; la prima tecnologia è adatta a quelli di piccole dimensioni, da utilizzare direttamente con gli utensili pneumatici o per alimentare piccole reti ed è adottata per compressori carrellati o fissi di piccole dimensioni, spesso privi di sistemi antirumore, mentre le altre due sono utilizzate principalmente per installazioni fisse contenute in armadi fonoisolanti. Gli alternativi possono essere alimentati a 220 V (tensione consueta dei portatili) o a 380, più comune per le installazioni fisse; per compressori a vite i 380 V sono la norma. Le tecnologie descritte non esauriscono il panorama dei compressori, tanto che anche nel settore automotive convivono almeno altre due soluzioni tecniche: la coclea e le palette. La tecnologia di compressione non è l’unico driver nella scelta del modello: il fabbisogno d’aria deve essere valutato con accuratezza, per evitare di acquistare un compressore sottodimensionato (che porta a elevati consumi energetici e un’usura precoce) o al contrario uno sovradimensionato (elevato costo d’acquisto, mancato raggiungimento della temperatura d’esercizio con conseguente formazione di goccioline di condensa e, di consegunza, corrosione dei metalli, contaminazione dell’olio lubrificante e usura precoce degli organi in moto). Tema molto d’attualità è infine il consumo: già prima dell’attuale impennata dei prezzi dell’energia, la corrente consumata da un compressore nel suo ciclo di vita costava oltre dieci volte il suo prezzo d’acquisto. L’offerta attuale vede affiancati marchi internazionali e storici brand nazionali, entrambi trasversali a vari settori dell’industria. In queste pagine, una rassegna sintetica dell’offerta presente oggi sul mercato italiano.
Elgi
La filiale italiana della multinazionale indiana dell’aria compressa (una delle sette sedi nazionali che rispondono alla belga Elgi Europe) nasce dall’acquisizione di uno storico marchio italiano, la Rotair di Caraglio (CN). Produce in India, Italia e negli Stati Uniti ed è specializzata in compressori a vite lubrificati o senza lubrificazione. La gamma oil free è articolata su due serie, la OF con potenze da 45 a 450 kW e produzione d’aria da 5,4 a 73,7 m3/min, e l’ultima nata AB con potenze da 11 a 110 kW e in grado di produrre da 3 a 13,7 m3/min, studiata per contenere i costi d’esercizio e adatta ad applicazioni che richiedono un’aria particolarmente pura, quali ad esempio la verniciatura. Ha introdotto la tecnologia oil free nel settore automotive e lavora con un solo stadio di compressione; il raffreddamento del gruppo vite è ad acqua distillata poi riciclata con un ciclo a osmosi inversa. La ridotta differenza di temperatura dell’aria in ingresso e in uscita, contenuta in 8°C, assicura lunga vita agli essiccatori. Per impieghi discontinui come quelli di un gommista di piccole e medie dimensioni, i compressori a vite lubrificati serie EN offrono potenze da 3 a 37 kW; come gli altri Elgi sono costruiti con componentistica progettata e realizzata internamente con qualità industriale e grazie ai sistemi di trattamento erogano aria perfettamente secca. Sono adatti anche a locali che non prevedono una sala compressori grazie alla loro silenziosità. Recentemente l’azienda ha introdotto anche sul nostro mercato la serie TS, semplice e compatta, composta da quattro modelli da 2,2, 3,7, 5,6 e 7,5 kW, a due stadi con compressori bicilindrici dotati di teste in ghisa e raffreddamento forzato. Sono ideali per affiancare il compressore principale nei picchi di richieste.
Fiac
L’azienda bolognese offre un ampio catalogo di compressori alternativi e rotativi. Quelli a pistoni sono carrellati o fissi, con o senza serbatoio, con trazione a cinghia o diretta coassiale e sono disponibili anche insonorizzati. I modelli a vite sono disponibili con trasmissione a ingranaggi o diretta con controllo a inverter. Tra questi l’ultima nata è la serie Light Silver, che riprende i vantaggi dei compressori a pistone (compattezza e facilità d’installazione) su un apparecchio a vite, di cui conserva affidabilità, prestazioni e bassi costi d’esercizio. È adatta alle applicazioni industriali più piccole con un elevato fabbisogno di aria compressa, come appunto le officine dei gommisti, cui garantisce una pressione regolata con precisione e priva di sbalzi. Contiene i consumi di energia e la contaminazione dell’aria con l’olio lubrificante (inferiore a 6 ppm contro le 30 normalmente riscontrabili con un’unità a pistoni) e ha i componenti principali senza manutenzione. Le emissioni sonore sono inferiori anche di 20 dB (A) rispetto a un’unità a pistoni, il che li rende installabili anche vicino al punto di utilizzo. La serie è composta da quattro modelli disponibili con pressione d’esercizio di 8 o 10 bar: LS4 (4,44 o 3,52 m3/min), LS6 (5,64 o 6,98 m3/min), LS8 (7,80 o 7,26 m3/min), LS10 (8,52 od 8,40 m3/min). A ciascun modello possono essere abbinati serbatoi cilindrici da 90+90 litri sistemati in parallelo oppure singoli da 200 o 270 litri, montati sotto il box del compressore, e il modulo essiccatore che lo affianca.
Gis
Basato a Carpi (MO), questo costruttore è specializzato nella costruzione di ogni tipo di compressore utilizzato nella filiera automotive: alternativi, rotativi, lubrificati, senza olio, fissi, carrellati, con armadio insonorizzato, montati su serbatoio, con trasmissione coassiale o a cinghia, a uno e due stadi, tandem (cioè con due gruppi motocompressori). Il suo amplissimo catalogo comprende anche gruppi compressore, sistemi per il trattamento dell’aria e vari accessori. L’offerta di compressori tandem, una delle specialità dell’azienda, è basata sulle serie 500 e 1000 (i numeri indicano la capacità in litri del serbatoio), composta la prima da sei modelli e la seconda da quattro. La serie 500 aspira da 1000 a 1700 litri d’aria l’ora utilizzando due compressori bicilindirci con trazione a cinghia, trascinati da motori che vanno da 3 a 5,5 kW; le emissioni sonore variano da 77 a 79 dB. Tutti sono montati su piedi fissi e hanno la centralina di avviamento temporizzata; la compressione è a doppio stadio tranne che per il modello d’attacco. Ritroviamo le stesse caratteristiche sulla serie 1000, che aspira da 1,7 a 2,365 m3/min e utilizza due compressori bicilindrici con motori da 5,5 o 7,5 kW per i primi tre modelli, che emettono 79 dB (A); il top di gamma, che aspira 3,2 m3/min, ha invece due compressori a quattro cilindri con motori da 11 kW; l’emissione sonora è di 80 dB (A). Un’altra peculiarità del catalogo Gis sono i compressori con serbatoio verticale (soluzione ideale per le installazioni in spazi ridotti), montati su piedini o carrellati. Hanno trasmissione a cinghia e possono essere monostadio o a due stadi. L’offerta è articolata sulle serie 24, 50, 100 e 270 (anche qui il numero indica la capacità del serbatoio in litri), che possono avere piedi d’appoggio o carrello ed eventuali staffe per l’ancoraggio a muro. L’unico modello della serie 24 aspira 2,5 m3/min e ha un motore da 1,5 kW abbinato a un compressore bicilindrico monostadio, con rumorosità di 73 dB (A); i tre modelli della 50, tutti bicilindrici monostadio, sono due da 2,5 e uno da 4,5 m3/min, con motori da 1,5 e 2,2 kW rispettivamente, mentre le emissioni vanno da 72 a 78 dB (A). I 10 modelli monostadio della serie 100, tutti con compressore bicilindrico, garantiscono un’aspirazione d’aria da 250, 330 o 500 m3/min grazie a motori che vanno da 1,5 a 3 kW con emissioni sonore da 72 a 78 dB (A); la serie è completata da due modelli a doppio stadio con motori da 4 kW e rumore emesso di 78 dB (A). I sei modelli della serie 270 sono tutti a doppio stadio tranne quello d’attacco, offrono motori da 3 a 7,5 kW e aspirazione d’aria da 5 a 1,182 m3/min. Le emissioni sonore variano da 76 a 78 dB (A).
Ies
Anche questo costruttore veronese offre un’ampia gamma di compressori per applicazioni automotive, dai carrellati alternativi o a coclea con trasmissione diretta o a cinghia a quelli fissi a vite con insonorizzazione montati su serbatoio o basati su un grande armadio che ne contiene tutti i componenti. Particolarmente interessanti sono i top di gamma insonorizzati della serie iCD, con motore elettrico a magneti permanenti e trazione diretta; questa soluzione, non prevedendo organi intermedi fra motore e compressore, aumenta l’affidabilità e riduce i costi d’esercizio e di manutenzione, permettendo nel contempo una variazione continua della velocità dal 20 al 100% della capacità del compressore. La serie si articola in 26 modelli con sigle da iCD 7,5 a iCD 200 (il numero indica la potenza in kW), mono o bistadio con motori da 7,5 a 200 kW, pressione d’esercizio di 8 o 10 bar e aspirazione d’aria da 7,75 a 34,5 m3/min. I più piccoli hanno l’armadio insonorizzante montato sopra il serbatoio, gli altri integrano tutti i componenti in un solo box. La rumorosità è particolarmente contenuta: da 64 a 74 db (A) a seconda del modello. Da 3 a 22 kW è invece la potenza dei motori delle serie SCB ed ECB, con trasmissione a cinghia e architettura simile a quella degli iCD; gli ECB hanno la trasmissione a velocità variabile. L’offerta è articolata su 12 modelli SCB, con aspirazione da 0,36 a 3,20 m3/min, motori da 3 a 22 kW, e da 10 modelli ECB con aspirazione da 0,24 a 3 m3/min, motori da 7,5 a 22 kW e pressione di 8 o 10 bar. La rumorosità è contenuta dai 63 ai 70 dB (A) per gli SCB e dai 67 ai 70 dB (A) per gli ECB. L’ultima novità Ies è il Multi-Gen 1, unità per la produzione di aria compressa a 8 o 10 bar e azoto a 8 o 10 bar con grado di purezza regolabile; ha un serbatoio d’aria da 270 litri e uno d’azoto da 200 o 270 e può adottare un compressore oil free.
Mattei
Da questo più che centenario nome dell’aria compressa italiana, con sede nell’hinterland milanese, arriva le unità fisse RVXi, da 55 a 90 kW, montate in armadi insonorizzati e basati su un compressore a palette. Questa tecnologia, unita all’azionamento a inverter, permette un risparmio d’energia considerevole se il compressore viene utilizzato per la maggior parte del tempo con una richiesta che varia dal 40 al 70% della sua capacità nominale, situazione comune nelle autofficine. Le palette in ghisa cono garantite a vita e l’unità rotore/statore è priva di cuscinetti, in modo da garantire oltre 100mila ore di funzionamento prima della revisione del gruppo pompante. Il raffreddamento è garantito da un termostato servoassistito, dal ventilatore a velocità variabile gestito dal sistema di controllo elettronico Maestro XC e dalle generose dimensioni dei raffreddatori. La gamma si compone dei tre modelli RVXi 55, 75 e 90 offrono pressioni d’esercizio da 7 a 10 o da 7 a 13 bar, aspirazione d’aria da 5,22 a 12,67 m3/min e motori da 55, 75 o 90 kW. Gli RVXi sono disponibili anche in versione Plus con essiccatore ad aria refrigerata e separatore di condensa con scarico automatico, disponibili singolarmente anche sui modelli normali. Le versioni iR hanno invece un sistema di recupero dell’energia che converte in acqua calda (utilizzata per il processo di produzione dell’aria) circa l’80% dell’energia meccanica. Per tutti è disponibile una garanzia opzionale estesa a sei anni.