Immatricolazioni auto: agosto +9,9%, ma la crisi continua

Dopo tredici cali mensili consecutivi, le immatricolazioni di autovetture in Italia hanno messo a segno in agosto una crescita del 9,9% rispetto allo stesso mese del 2021. Il consuntivo del periodo gennaio-agosto è comunque ancora in calo del 18,4% rispetto allo stesso periodo del 2021, anno che si era chiuso con un calo del 23,9% rispetto ai livelli pre-Covid del 2019. Il mercato italiano dell’auto è dunque ancora in profonda crisi. Il risultato positivo di agosto va colto, ma non cambia in misura significativa lo scenario che resta caratterizzato da una crisi sia della domanda, per gli effetti della pandemia e della guerra, sia delle difficoltà di fornitura alle case automobilistiche di componenti essenziali (microchip, cavi, ecc.). La crescita di agosto potrebbe essere attribuita ad un primo effetto degli incentivi all’acquisto di auto con alimentazioni tradizionali con emissioni da 61 a 135 grammi di CO2 al chilometro, incentivi varati con il DPCM del 6 aprile. Nullo o quasi è invece l’impatto degli incentivi previsti da questo decreto per le auto ecologiche. Il Governo si è impegnato a modificare il disposto del provvedimento citato per renderlo più adeguato alle esigenze del mercato, tenendo conto delle indicazioni del settore. Le modifiche annunciate tardano però ad emergere dalla giungla della burocrazia. E comunque diventa sempre più evidente che per il decollo della mobilità elettrica non bastano gli incentivi all’acquisto di auto, ma occorre anche un fortissimo impegno per la creazione di una rete di soluzioni di ricarica elettrica adeguate, fortissimo impegno di cui al momento non si vede traccia. Secondo Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor, la prognosi per il mercato italiano dell’auto resta “riservata”. La guarigione ancora non si intravede. Tutti i fattori che hanno prodotto la crisi della domanda e quella dell’offerta restano operativi e una nuova minaccia incombe. I listini delle autovetture hanno subito finora moderati ritocchi e la carenza di prodotto ha fatto pressoché scomparire gli sconti che i concessionari normalmente concedevano ed ora si profila la possibilità di aumenti significativi dei listini auto legati all’impatto della crisi energetica sui costi di produzione.