La notizia non è delle migliori anche se purtroppo era nell’aria: la pubblicazione del nuovo “Pacchetto Revisioni” da parte della Commissione Europea, inizialmente atteso per il secondo quadrimestre di quest’anno, è stato rimandato a dopo la pausa estiva. La Commissione ha inteso così dare la priorità a solo una parte di quello che è chiamato “Pacchetto Sicurezza Stradale” di cui le revisioni fanno parte, limitandolo però alla sola sezione relativa alle licenze di guida e ai codici della strada transfrontalieri; si è intesi così prendere tempo per una approfondita valutazione costi/benefici dell proposta di nuove revisioni. Come dicevamo, c’era da aspettarselo; troppi erano i segnali per i quali il lavoro non poteva essere completato nei tempi. Purtroppo, però questo significa che la proposta non verrà esaminata nel corso di questa legislatura; si dovrà attendere il 2024 con l’elezione del nuovo Parlamento e la nomina della nuova Commissione. Nella sostanza, a quanto ci risulta, la Commissione conferma il proprio orientamento verso un serio lavoro di aggiornamento del regime delle revisioni, data la ormai palese obsolescenza di quello in essere a fronte dello sviluppo tecnologico degli autoveicoli negli ultimi anni. Questo è quanto sostiene anche CITA (Comitato Internazionale Ispezioni Tecniche) nel suo rapporto annuale, che rispecchia quasi in tutto la posizione di EGEA in materia.
Due circostanze su tutte: i veicoli elettrici e la guida assistita/autonoma. Per quanto riguarda i veicoli elettrici non si devono ignorare nuove fonti di possibile rischio sicurezza per gli automobilisti e i cittadini: i dispositivi ad alta tensione e dalle batterie. Anche a fronte di adeguata progettazione e produzione, tali dispositivi devo essere correttamente manutenuti e di conseguenza verificati per la sicurezza. La guida assistita/autonoma poi apre sul lato sicurezza un capitolo tutto nuovo. Oltre all’ovvia necessità di verifica dei sistemi ADAS, andrà considerata anche l’opportunità di ulteriori e migliori verifiche di sistemi di base quali freni e sospensioni. Il motivo è fondato anche se poco intuitivo. La guida assistita o autonoma sicuramente introduce ulteriori sicurezze quali frenata d’emergenza, mantenimento della direzione di guida, etc. ma questo a condizione chi il veicolo si comporti come appena uscito dalla fabbrica con tutti i suoi componenti e sistemi a posto e perfettamente funzionanti; questo infatti è il comportamento che l’elettronica “si aspetta” dal veicolo. Sul parco circolante questa condizione si può verificare alla sola condizione che il veicolo sia correttamente manutenuto, soprattutto dopo certe percorrenze e anni dall’immatricolazione. Ecco quindi che le revisioni e la maggiore cura manutentiva che esse inducono sono condizione ancor più necessaria per la sicurezza dei veicoli a guida assistita. Oltre a questo, l’esperienza fatta con la Direttiva 2015/45 ormai in vigore da anni, suggerisce ulteriori novità da introdurre anche per il parco circolante “convenzionale” che ci auguriamo siano incluse nella proposta. Parliamo di verifica di ulteriori emissioni inquinanti, quali particolato fine e NOx, soprattutto se come sembra non si bandirà la vendita dei veicoli a combustione interna a breve. Oltre a questo, verifiche dei fari aggiornate ai moderni corpi illuminanti, e test strumentali delle sospensioni, altrettanto importanti nella decelerazione quanto i freni, sono per CITA ed EGEA auspicabile per tutto il parco circolante. In conclusione, se le revisioni costituiscono un serio contributo alla sicurezza stradale, come sostengono i molti studi menzionati da CITA, non si può accettare che esse perdano la loro efficacia a causa di ritardi della politica rispetto al progresso tecnologico.