Per quale motivo l’Unione Europea ha imposto dazi aggiuntivi sulle importazioni di vetture elettriche prodotte in Cina? Il motivo è legato agli aiuti del governo cinese elargiti ai costruttori automobilistici, pratica che renderebbe “sleale” la concorrenza con i marchi europei. I produttori automobilistici e di batterie, secondo un’analisi del Center for Strategic and International Studies di Washington, avrebbero ricevuto complessivamente 230,8 miliardi di dollari (oltre 215 miliardi di euro) dal 2009 al 2023. La sola Byd avrebbe ricevuto 3,7 miliardi di dollari in aiuti diretti dal 2018 al 2022.
I marchi colpiti
Le tariffe stabilite da Bruxelles si attestano al 17% per il gruppo Byd, al 18,8% per Geely e al 35,3% per Saic. Tesla, invece, dopo una valutazione individuale, sarà soggetta a un dazio del 7,8%. Per le altre aziende che hanno collaborato all’indagine Ue, il dazio aggiuntivo sarà del 20,7%, mentre per chi non ha collaborato è prevista la sovrattassa massima del 35,3%. Complessivamente, sommando i dazi già in vigore del 10%, le tariffe raggiungeranno il 45%. I dazi colpiranno anche auto europee prodotte in Cina, come la Dacia Spring, le Polestar 2,3, e 4 e la Cupra Tavascan.
La prima reazione del governo cinese
Naturalmente non è mancata la reazione del governo cinese, come confermato dalla richiesta fatta lo scorso ottobre dal Ministero del Commercio che avrebbe intimato a Byd, Saic e Geely di bloccare tutti gli investimenti previsti nella costruzione di nuovi siti produttivi in Europa. Secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa Reuters, il governo di Xi Jimping avrebbe indicato di effettuare investimenti solo sui paesi europei contrari ai dazi andando così a creare due e vere proprie fazioni.
Soluzioni alternative ai dazi
Nonostante i dazi sia già attivi da fine ottobre 2024, La Cina e l’Ue hanno avviato a inizio dicembre scorso colloqui per trovare una soluzione alternativa che sostituisca le tariffe applicate ai veicoli importati. Il portavoce del ministero del Commercio cinese ha risposto a un giornalista, affermando che i negoziati per la definizione di un prezzo minimo hanno fatto qualche progresso grazie agli sforzi concertati di entrambe le parti esprimendo la speranza che entrambe le parti si impegnino reciprocamente, aderendo ai principi di pragmatismo ed equilibrio. Nello stesso periodo il presidente della commissione commercio del Parlamento europeo, Bernd Lange, ha dichiarato di essere “ vicini a un accordo: la Cina potrebbe impegnarsi a offrire auto elettriche nell’Ue a un prezzo minimo. Questo eliminerebbe la distorsione della concorrenza attraverso sussidi sleali, motivo per cui le tariffe sono state originariamente introdotte”. I contatti tra Bruxelles e Pechino continueranno per esplorare una soluzione negoziata nell’ambito dell’Organizzazione mondiale del commercio, anche per rispondere alle richieste di mediazione di alcuni Stati membri, come la Germania, contraria ai dazi, e la Spagna, che si era astenuta nel voto dei Ventisette all’inizio di ottobre. L’accordo antidumping - che l’Ue può chiedere anche con le singole case automobilistiche cinesi - guarda al rispetto delle regole del Wto, che impongono agli esportatori di aumentare i prezzi dei beni. Secondo un portavoce dell’Ue, l’intesa consentirebbe un ritiro dei dazi appena annunciati. Nel caso in cui sia trovato un accordo, la Commissione dovrà prendere una nuova decisione per rivedere il regolamento.
L’aggiramento dei dazi grazie alla Turchia
Nell’attesa di soluzioni in grado di eliminare i dazi europei, alcune aziende cinesi avrebbero trovato il modo di aggirare gli aumenti. Come? Grazie all’accordo doganale Ue-Turchia che permette lo scambio di beni senza tariffe. L’allarme è arrivato direttamente da Bruxelles, in allarme perché l’operazione sarebbe già avviata. Chery, nello specifico, grazie all’aumento di produzione in Turchia riuscirebbe ad evitare i dazi già imposti dall’Unione europea per gli stessi prodotti venduti dalla Cina. Si tratterebbe di sovraccosti tra il 17 per cento e il 21,3 per cento rispetto al prezzo di vendita sul mercato, che si andrebbero ad aggiungere ad un dazio pre-esistente del 10 per cento.
I dazi europei fermeranno le auto elettriche cinesi?
Simonluca Pini 09 gennaio 2025
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