Formazione e networking oltreoceano

NADA Show è l’evento organizzato dall’Associazione Americana dei Rivenditori di Automobili (National Automobile Dealer Association), che quest’anno si è svolto dal 14 al 17 febbraio nella cornice del Convention Centre di Las Vegas. Key players del settore, costruttori e rivenditori si sono dati dunque appuntamento per una tre giorni densa di incontri. Nell’area espositiva, infatti, le aziende presenti alla manifestazione – circa 500, secondo i dati degli organizzatori – hanno mostrato le novità in termini di prodotti e tecnologie; spazio anche alla formazione, con una serie di incontri e dibattiti organizzati all’interno del “NADA Show Education”, in cui si è discusso dei trend topics del settore con una serie di esperti: focus sulle nuove tecnologie per concessionari e riparatori, sulle strategie digitali e di marketing per ottimizzare la propria presenza online e offline, ma anche sulla gestione del personale, sul team building e sullo sviluppo delle capacità manageriali e di leadership – aspetti, questi, particolarmente cari ai “colleghi” d’oltreoceano. Ciò che conta è conoscere e farsi conoscere: la formazione è il motore che permette di continuare a evolversi e di affrontare i cambiamenti di un mercato sempre più sfidante, mentre il networking è lo strumento attraverso il quale far circolare idee e costruire partnership durature. È necessario, ora più che mai, farsi trovare pronti alle nuove sfide poste dal mercato e dalla tecnologia in continua evoluzione, e affrontarle senza diffidenza: come ha precisato Rhett Ricart, presidente e amministratore delegato di Ricart Automotive Group e neo presidente dell’associazione NADA, “i nuovi player del settore non sono ‘disgregatori’. Sono solo nuovi. La bellezza del nostro business sta nel fatto che noi ci nutriamo degli sconvolgimenti.” L’importante, dunque, è saper trasformare le novità in opportunità, e questo vale tanto per i concessionari (la categoria a cui si rivolge direttamente Ricart e che, come afferma egli stesso, devono costantemente “reinventarsi”) quanto per gli autoriparatori.

Agli eventi del NADA Show hanno assistito anche 12 imprese dell’autoriparazione di Vicenza, appartenenti a Confartigianato, che hanno fatto tappa al Convention Centre di Las Vegas in chiusura del tour organizzato da Valter Fabris, project manager CI.TE.MO.S, Roberto Cazzaro, presidente provinciale Carrozzieri Confartigianato Imprese di Vicenza, in collaborazione con Fabio Uglietti di Quattroruote Professional e di Promotec, che ha permesso al gruppo di entrare in contatto con alcune importanti realtà del settore oltreoceano. Prima di raggiungere Las Vegas, infatti, gli imprenditori hanno visitato Fletcher Jones, il più grande concessionario Mercedes al mondo, situato a Newport Beach, California. Il gruppo ha visitato inoltre due Collision Center (centri di carrozzeria) della zona di San Diego: la Penske Automotive Collision Center (di proprietà di uno dei più grandi concessionari al mondo), e Carrillo’s Auto Body (una carrozzeria indipendente). Durante le visite, gli imprenditori italiani hanno avuto modo di confrontarsi su temi strategici e di gestione: fra gli aspetti evidenziati vi è la gestione del cliente, che nelle officine statunitensi sfrutta modelli basati sulla soddisfazione e – di conseguenza – sulla reputazione online del centro stesso. Si è dibattuto inoltre sul rapporto fra le carrozzerie indipendenti e i gruppi di concessionari all’interno di un mercato, quello americano, che sviluppa una dinamica orizzontale fra questi due attori.

In merito a quanto visto e appreso, Roberto Cazzaro, presidente provinciale dei carrozzieri di Confartigianato imprese Vicenza ha osservato che: “sulle attrezzature per certi aspetti il mondo italiano è anche più evoluto e sugli ambienti di lavoro non abbiamo niente da invidiare, anzi, su alcuni aspetti legati alla sicurezza, le norme italiane sono senz’altro più stringenti. Sull’approccio con il cliente e con il mercato, in particolare dopo aver visto come un indipendente opera negli spazi e nei processi di lavoro, possiamo senz’altro trarre degli utili insegnamenti”.

Il viaggio compiuto, dunque, ha permesso di mettere a confronto due modelli di mercato e di gestione delle attività: se, da una parte, i carrozzieri italiani possono beneficiare di attrezzature più all’avanguardia rispetto ai colleghi americani, dall’altra non si può far a meno di notare un approccio marcatamente orientato al profitto, alla marginalità e al fatturato da parte degli imprenditori d’oltreoceano. Un approccio a partire dal quale, pur tenendo in considerazione le diverse condizioni di mercato (si pensi, ad esempio, al sistema di tassazione, necessariamente diverso da quello italiano), si possono aprire interessanti riflessioni.