Focus globale sulla ricostruzione a Bangkok

TyreXpo Asia, la manifestazione di riferimento per l’industria del pneumatico nel sud-est asiatico consuetamente organizzata negli anni dispari a Singapore, ha visto quest’anno la nascita di una nuova edizione in Thailandia, che si è tenuta dal 15 al 17 maggio presso il Bangkok International Trade & Exhibition Centre, e che, nei progetti dell’organizzatore Informa Markets, andrà in futuro ad alternarsi negli anni pari alla manifestazione sorella singaporiana. Circa 100 sono stati gli espositori di questa prima edizione, in buona parte thailandesi ma soprattutto cinesi, più altri provenienti dai paesi limitrofi e qualche europeo, mentre erano oltre 5.000 i visitatori attesi dagli organizzatori. Mentre la fiera può avere avuto una portata ovviamente locale e regionale in termini strettamente di mercato, di sicuro interesse è stata la parte convegnistica, organizzata da David Wilson, editore della rivista internazionale Retreading Business e di altre pubblicazioni attinenti al mondo della gomma e dei pneumatici. Nelle due giornate della Retreading Conference ospitata dalla manifestazione è stato infatti possibile ascoltare gli interventi dei principali esponenti dell’industria della ricostruzione a livello globale, con alcuni approfondimenti sulle sfide del mercato regionale.

 

Una panoramica globale sul settore della ricostruzione

Ad aprire la carrellata mondiale sui mercati della ricostruzione è stato Michael Hutt, giornalista di Retreading Business di base in Malesia, che ha presentato un’analisi sulla situazione della ricostruzione nei paesi del sud-est asiatico, un mercato con grandi margini di miglioramento ma che a oggi è frenato da numerose difficoltà. Il principale dei problemi è legato alla predominanza sul mercato dei pneumatici nuovi cinesi, che rende pressoché impossibile (ad eccezione della stessa Thailandia) il reperimento delle carcasse da ricostruire, che infatti sono diffusamente importate dal Giappone. Inoltre, la regione è caratterizzata in modo trasversale da una diffusa mancanza di sensibilità verso la sostenibilità, e questo si riflette in un quadro normativo carente nei riguardi della ricostruzione; peraltro, le leggi esistenti sono ampiamente ignorate, causando una forte carenza di credibilità per il settore. Vengono poi menzionati altri aspetti quali la mancanza di coordinamento fra associazioni e fra aziende, l’assenza totale di dati e indicatori sul mercato, e la mancanza di collaborazione fra l’industria dei pneumatici nuovi e la ricostruzione. Le possibilità di rilancio per la ricostruzione nella regione sono dunque legate a una inevitabile crescita qualitativa tramite l’adozione delle best practice internazionali, nella consapevolezza che i ricostruttori dovranno assumersi questa responsabilità, non potendo contare su alcun appoggio istituzionale.

Uno scenario del tutto opposto è quello descritto da David Stevens, direttore generale dell’associazione statunitense Tire Retread & Repair Bureau (TRIB): vista dagli Stati Uniti, la ricostruzione appare infatti un settore solido e stabile, sebbene con possibili margini di crescita. Il primo dato da richiamare è il fatto che nel mercato nordamericano i ricostruttori indipendenti sono soltanto il 2%, la quasi totalità del settore è infatti nelle mani dei produttori di pneumatici nuovi, il che garantisce chiaramente una penetrazione del mercato davvero ottimale. Inoltre, fra le flotte di grandi dimensioni, ovvero con oltre 500 veicoli, almeno il 90% utilizza pneumatici ricostruiti, e si tratta di aziende che hanno ormai maturato una elevata sensibilità verso la sostenibilità ambientale, e che di conseguenza hanno consolidato una profonda collaborazione con il settore della ricostruzione. Anche in un mercato così maturo persiste il vecchio pregiudizio sulla sicurezza, ma le varie istituzioni americane hanno nel tempo prodotto diversi studi che dimostrano come il ricostruito sia in tutto e per tutto paragonabile al nuovo sotto questo aspetto, mentre nessuno studio ha mai dimostrato il contrario. Solo due fattori al momento stanno rallentando il mercato americano: il primo, di natura transitoria, è rappresentato dalle elezioni presidenziali a novembre 2024, che per il clima di forte incertezza che stanno generando costituisco un freno sensibile agli investimenti e quindi anche al mercato. L’altro aspetto, di natura più strutturale, è legato alla difficoltà di reperire e formare il personale addetto alla produzione. Diverse sono invece le opportunità di crescita evidenziate da Stevens: per un verso il settore del “last mile delivery”, che tanto sta crescendo negli ultimi anni e che ancora deve essere opportunamente valorizzato nell’ambito della ricostruzione; ma ancor più interessanti sono le prospettive offerte dal fronte dell’innovazione tecnologica, come l’impiego dell’intelligenza artificiale per l’analisi delle carcasse, che se opportunamente implementato potrebbe dare un forte impulso sul piano qualitativo, oppure l’introduzione dei processi produttivi automatizzati grazie ai macchinari robotici che si stanno affacciando sul mercato, e che possono offrire ulteriori margini di efficientamento produttivo e di miglioramento del prodotto. Per quanto riguarda i prodotti, interessante la notizia che alcune aziende americane hanno iniziato a ricostruire anche le coperture airless.
Per i mercati del Sud America vi è stata la testimonianza di Daniel Rojas, direttore generale di Arnec e di Alarneu, le associazioni dei ricostruttori del Cile e dell’America Latina, rispettivamente. Lo scenario latino mostra una sostanziale polarità, per cui da una parte abbiamo i due grandi mercati del Brasile e dell’Argentina, nei quali sono in vigore i dazi antidumping sui pneumatici cinesi e la quota di mercato della ricostruzione supera quella dei pneumatici nuovi (in Brasile) o è comunque vicina al 50% (in Argentina). Dall’altra parte troviamo i paesi minori come Colombia, Equador, Uruguay e Cile, nei quali la quota di mercato del ricoperto spazia dal 15% al 30% ma è ovunque in calo evidente, per via della forte pressione dei pneumatici low cost.
L’intervento del presidente dell’associazione europea dei ricostruttori, Bipaver, Guido Gambassi, ha quindi affrontato la situazione dei diversi mercati del vecchio continente, che per quanto riguarda la ricostruzione vedono negli ultimi anni un trend generale di calo, sia in relazione ai volumi che per quel che riguarda la quota di mercato; questo dato viene contestualizzato nel forte calo, nel 2023, dei volumi di vendita complessivi dei pneumatici per autocarro al ricambio in Europa, che penalizza fortemente i produttori europei mentre vede crescere ulteriormente la presenza sul mercato dei produttori asiatici. Nonostante i dazi antidumping introdotti nel 2018, ed attualmente in vigore provvisoriamente in attesa che vi sia una decisione della Commissione sulla richiesta del loro prolungamento, l’industria asiatica in generale ha infatti continuato ad esercitare una pressione costante sul mercato, favorita anche dell’andamento economico incerto e dalle numerose fonti di tensione internazionale che rallentano in generale gli investimenti. Un dato interessante che sembra emergere in alcuni paesi è poi il tendenziale spostamento, nella ricostruzione, dal metodo a caldo verso il prestampato, che diverse aziende stanno privilegiando per la maggiore flessibilità che offre e per i minori oneri in termini di investimento che comporta. Questi contenuti, e quelli di tutti gli altri relatori intervenuti, saranno resi disponibili sul sito della rivista Retreading Business. Il prossimo appuntamento con l’industria internazionale della ricostruzione sarà il prossimo anno a Bologna, per la trentesima edizione di Autopromotec.