Pirelli, debutta il logo che identifica i pneumatici con almeno il 50% di materiali sostenibili
Il primo ad adottarlo sarà il nuovo P Zero E, che contiene più del 55% di materiali di origine naturale e riciclati
Innovazione sui materiali, sostenibilità e sviluppo virtuale. Sono i tre asset su cui Pirelli sta investendo per produrre i suoi pneumatici. Nel cuore del quartiere Bicocca di Milano, nei sotterranei del palazzo P Zero, si trova infatti la Sperimentazione del centro di ricerca e sviluppo della P lunga dove nascono le gamme Cinturato, P Zero e Scorpion. È qui che ingegneri, tecnici e operai specializzati con l’ausilio di banchi di prova e simulatori virtuali progettano i disegni del battistrada, combinano i materiali per le mescole e testano i prototipi delle gomme che diventeranno poi le “scarpe” di Suv, crossover, city car e delle monoposto di F1. Non solo.
Grazie a un intenso scambio di informazioni con diverse Case auto, Pirelli crea delle serie ad hoc destinate a vetture premium e prestige. Tutto inizia da un calcolo matematico. Infatti, attraverso una serie di funzioni, i progettisti Pirelli, partendo dai dati di gomme già in commercio, misurano le forze e pressioni che interagiscono sui pneumatici. Queste informazioni vengono poi combinate con quelle relative all’uso di nuovi materiali per la mescola. “Il risultato è un pneumatico virtuale su cui vengono effettuati ulteriori calcoli e analisi test – spiega Guido Carosio, indoor testing manager –. Se i dati soddisfano quella che era la previsione si procede con la realizzazione del prototipo reale altrimenti si riprocessa il tutto”. Una volta superata questa fase il file con i metadati del pneumatico virtuale vengono caricati su un simulatore di guida auto. All’interno di una stanza con un maxischermo un collaudatore, a bordo di una vettura statica, testa le gomme su una pista virtuale in cui vengono riprodotte le diverse condizioni metereologiche e differenti manti stradali. È dopo questo step che nascono i primi prototipi, il cui battistrada può essere scolpito anche combinando innovazione ed esperienza. “Una macchina laser traccia sul pneumatico le linee che disegnano tasselli e scanalature del battistrada – precisa Andrea Vergani, tyre testing manager –. Il lavoro di scolpitura viene poi completato a mano da un tecnico specializzato. È un lavoro molto delicato e di precisione. Ultimato questo passaggio il pneumatico passa ad essere testato con i macchinari che misurano rumorosità, usura e tenuta”. Lo sviluppo però non si ferma qui. Infatti, Pirelli con il tempo ha accresciuto il livello tecnologico dei suoi pneumatici introducendo una serie di innovazioni. Nello specifico i progettisti della P Lunga si sono concentrati su soluzioni legate alla riduzione della rumorosità – vista la crescita dei veicoli elettrici –, alla sicurezza stradale in caso di foratura e alla sensoristica per la manutenzione predittiva. Nel caso del rumore il Pirelli Noise Cancelling System (Pncs) è la soluzione che i tecnici hanno individuato per ridurre il suono generato dal rotolamento come risultato della sollecitazione tra la superficie stradale e il disegno del battistrada.
In pratica il Pncs interviene sulle cavity noise attenuandone l’effetto. La spugna in poliuretano presente nel pneumatico assorbe le vibrazioni riducendo così il rumore. All’interno del centro di ricerca esiste una camera insonorizzata in cui tecnici del suono e ingegneri fanno correre su un rullo il pneumatico per analizzare i decibel e determinarne così il livello di rumorosità. Un’altra importante innovazione riguarda invece la tenuta del pneumatico in casi di foratura. In questo caso Pirelli ha migliorato la tecnologia Run Flat, già presente sul mercato, grazie a una serie di rinforzi inseriti nelle pareti laterali della struttura interna. Non solo, attraverso la Seal Inside Technology è possibile anche procedere nella marcia del veicolo senza perdere la pressione dell’aria. L’evoluzione dell’industria delle quattro ruote e la presenza a bordo dei veicoli di software intelligenti, ha portato i costruttori di pneumatici a inserire dei sensori sempre più sofisticati all’interno dei propri prodotti. Per Pirelli si tratta del Cyber Tyre un sistema che raccoglie e trasmette i dati dal sensore hi-tech, incorporato nel pneumatico, al sistema elettronico dell’auto. È su quest’ultima tecnologia che si gioca una delle sfide più importanti per il settore legata alla manutenzione predittiva.
Fondazione Pirelli
A pochi passi dalla Bicocca degli Arcimboldi, storica residenza Quattrocentesca che dà il nome al quartiere, è presente la Fondazione Pirelli dove è conservata la documentazione sull’impresa dalla sua nascita nel 1872 fino a oggi. Al suo interno sono presenti oltre 3,5 km di documenti tra fotografie, bozzetti e materiali
pubblicitari. Tra le attività della Fondazione c’è anche la conservazione e la salvaguardia di un ricco patrimonio che dal 1972 è tutelato dalla Sovraintendenza dei Beni Culturali. Oltre alla conservazione di documenti, la Fondazione Pirelli mette in atto numerose attività di valorizzazione del patrimonio aziendale come la curatela di pubblicazioni e l’organizzazione di mostre e convegni. Non solo. La Fondazione promuove attività di ricerca, a supporto delle direzioni aziendali e di studiosi a livello nazionale e internazionale, in ambiti che spaziano dalla storia economica e industriale all’architettura, dalla storia del lavoro e delle relazioni industriali alla grafica e al design e opera in campo formativo con percorsi rivolti a tutte le scuole di diverso ordine e grado e agli atenei, con lo scopo principale di far conoscere anche ai più giovani il mondo della produzione e del lavoro avvicinandoli ai valori fondanti della Cultura d’impresa del Gruppo.
Il primo ad adottarlo sarà il nuovo P Zero E, che contiene più del 55% di materiali di origine naturale e riciclati
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Gli ingegneri Pirelli hanno lavorato su una mescola innovativa e un nuovo disegno battistrada