A giudicare dalla proposta di legge pubblicata dalla Commissione Eu lo scorso 24 aprile 2025, in netto ritardo rispetto alla tempistica ufficiale originaria, prevista per il 2023, la Commissione ha preso sul serio il suo impegno sulla modernizzazione del settore delle revisioni periodiche in tutta Europa. La Commissione europea, decisa a farsi perdonare il ritardo di quasi due anni nel pubblicare la sua proposta definitiva, introduce importanti e sostanziali modifiche sia nella Direttiva 2014/45/Eu, per le ispezioni nei centri revisioni, sia nella Direttiva 2014/47/Eu, per le ispezioni tecniche a lato della strada, sia nella direttiva 2014/46/Eu sulla registrazione dei veicoli, ovvero le tre direttive che formano il “Roadworthiness package”, secondo il quale vengono gestite le revisioni dei veicoli in tutta l’Unione europea. In questo articolo cercheremo di illuminare il lettore sul contenuto di queste proposte.
Il focus della Commissione è ridurre sia la mortalità su strada, sia la mortalità causata dall’inquinamento dell’aria, identificando i veicoli che giornalmente transitano sulle strade europee come un tassello importante, e per questo propone molte misure differenti, a partire da una maggiore integrazione della comunicazione tra gli Stati membri sui risultati delle revisioni, per istituire un registro europeo delle revisioni che sia pienamente digitale. Andando con ordine, tra le novità più rilevanti c’è la proposta di incrementare la frequenza delle revisioni obbligatorie, specialmente per i veicoli commerciali leggeri che sarebbero sottoposti a verifica annuale delle emissioni inquinanti, mentre per i veicoli più vecchi di 10 anni diventerebbe obbligatoria la revisione con cadenza annuale, eliminando la possibilità per i paesi membri di introdurre tempistiche più dilazionate. Altre importanti novità sono l’introduzione di processi di revisione specifici per i veicoli elettrici, come per esempio la verifica dello stato di salute delle batterie, e finalmente l’obbligo di verificare l’efficacia dei sistemi di guida assistita (Adas), secondo chi scrive un passaggio fondamentale per garantire la sicurezza dei veicoli circolanti sulle nostre strade, e anche per un futuro in cui la guida a conduzione autonoma sia realmente possibile in completa sicurezza. Molto impattanti anche le proposte per aggiornare la verifica delle emissioni inquinanti dei veicoli a motore, cominciando dal superamento di vecchie tecnologie non più efficaci per la misura delle emissioni di motori diesel come l’opacimetro e l’introduzione in sua sostituzione della verifica del particolato sottile (Pn) e dell’ossido di azoto (NOx) per i veicoli diesel con filtro antiparticolato. Anche per i veicoli a benzina più nuovi la proposta è di verificare, in aggiunta alle emissioni di anidride carbonica (Co/Co2), anche le emissioni di particolato e degli NOx.
Se da un lato la misura del Pn per i veicoli diesel è una pratica già in uso presso alcuni paesi Europei, e quindi il settore si aspetta dalla Commissione delle procedure in linea con l’esperienza pregressa, la misura delle emissioni sia di Pn sia di NOx sui veicoli a benzina pone un dubbio non sulle tecnologie da impiegare, già mature, ma sulle modalità di prova, poiché varie sperimentazioni hanno evidenziato quanto sia cruciale la giusta preparazione del veicolo a benzina per una effettiva valutazione del livello di emissioni inquinanti. Per il momento la Commissione nella proposta si limita a chiedere di poter definire le modalità di prova con un atto delegato, e non possiamo che applaudire questo approccio sensato, che permetta di aprire un confronto tra Commissione ed esperti come l’associazione europea dei costruttori di attrezzature Egea, per assicurare che le normative siano adeguate allo stato dell’arte delle attrezzature. Un’altra importante proposta per la lotta all’inquinamento è l’estensione delle ispezioni tecniche lato strada, estese dai veicoli commerciali pesanti (es. Tir) anche ai veicoli commerciali leggeri e l’introduzione anche in quei casi del controllo delle emissioni di Co, Particolato e NOx. Questa significativa estensione delle ispezioni a lato strada dal lato tecnico lascia meno dubbi sull’efficacia dei test emissione, poiché un veicolo con il motore ben riscaldato dalla circolazione su strada riporterà, nel corso della verifica delle emissioni inquinanti, una lettura più vicina al vero rispetto a quanto potrebbe fare un veicolo testato in centro revisioni, specialmente se verificato con il motore “a freddo”. Sul lato emissioni, la terza novità è, secondo chi scrive, la più interessante ed innovativa, ma anche quella che suscita più curiosità e dubbi per la sua implementazione: parlo della volontà della Commissione di introdurre uno screening dei veicoli circolanti su strada, con l’obiettivo di verificare ogni anno le emissioni del 30% dei veicoli circolanti. Lo scopo sarebbe identificare tempestivamente quei veicoli che presentano emissioni significative (si parla di valori superiori al doppio del limite accettabile), e sottoporli ad una verifica d’urgenza in un centro revisioni. Questa proposta introdurrebbe attrezzature per la verifica delle emissioni inquinanti non più nel centro revisioni o nella stazione di ispezione mobile, ma diffuse in molteplici luoghi sulle strade europee, con modalità e dettagli tecnici tutti da definire. Certo questo screening diffuso permetterebbe di individuare più facilmente quei veicoli che da soli creano la maggior parte dell’inquinamento ambientale, magari perché hanno il filtro antiparticolato rotto o rimosso illegalmente, ma la sfida tecnica per implementarlo appare notevole.
Tornando in materia di sicurezza della strada e riduzione della mortalità, una modifica relativamente piccola, ma significativa, è l’introduzione dell’obbligatorietà nella verifica delle sospensioni del veicolo, un passo importante verso la sicurezza di tutti, poiché da sempre lo stato delle sospensioni è fondamentale nella capacità di frenata del veicolo. Secondo chi scrive però questo passo avanti, seppur benvenuto, dovrebbe essere accompagnato da una revisione delle modalità di prova delle sospensioni: non è possibile che si affidi ancora la sicurezza sulle strade ad un metodo vecchio e poco accurato come il metodo Eusama, quando uno standard più avanzato come il Phase Shift, reso disponibile dall’associazione europea dei costruttori Egea, e già usato con successo nei centri revisione del Belgio dal 2011, non venga contemplato. In conclusione, questa proposta della Commissione, così densa di novità per il settore revisioni, ha dato il via al processo legislativo di Bruxelles, che può comportare diversi passaggi sia al Parlamento europeo sia al Consiglio dell’Unione europea. Se il testo finale approvato sarà anche solo simile a quanto proposto, tutto il settore avrà davanti a sé anni interessanti, poiché la sfida di trasformare questa direttiva in realtà passerà agli enti nazionali che dovranno recepirla e poi applicarla. La società civile e le associazioni di categoria italiane avranno il diritto ed il dovere di fare pressioni perché l’Italia, oggi all’avanguardia nel settore revisioni, non ne diventi fanalino di coda per ritardi e rallentamenti burocratici.
Bruxelles rivoluziona il settore revisioni: il nuovo “Roadworthiness Package”
Autoattrezzati
Marco Brunamonti 25 giugno 2025
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