Sicurezza alla guida e alte prestazioni anche in condizioni di bagnato. È ciò su cui hanno lavorato gli ingegneri di Bridgestone per progettare il Turanza 6. La realizzazione del nuovo pneumatico touring estivo, sviluppato interamente presso il centro di ricerca e sviluppo Emia di Bridgestone alle porte di Roma, ha visto il coinvolgimento di diversi attori tra cui gli stessi automobilisti. Infatti, partendo dalle oltre 20mila interviste fatte a diverse categorie di driver europei, i tecnici del costruttore giapponese hanno compreso cosa un guidatore si aspetta da un pneumatico estivo e quali sfide quotidiane deve affrontare quando si trova al volante. “Per il nuovo pneumatico siamo partiti dall’idea di co-creazione con l’utente finale– spiega Lorenzo Piccinotti, marketing director di Bridgestone South Region –. Dalle interviste realizzate è emerso che le caratteristiche fondamentali che deve avere un pneumatico estivo sono la sicurezza, la tenuta sul bagnato, le prestazioni e la durata.
È da qui che sono partiti i nostri ingegneri per progettare e migliorare mescola e disegno del battistrada così da garantire tenuta di strada maggiore chilometraggio e bassi consumi”. Un ruolo fondamentale nel processo di progettazione e sviluppo del Turanza 6 lo hanno giocato le tecnologie Enliten e Techsyn. Grazie all’impiego della tecnologia Enliten, il nuovo pneumatico è risultato adatto anche per i veicoli ibridi ed elettrici, contribuendo a ottimizzarne le prestazioni. La bassa resistenza al rotolamento permette di aumentare, precisano da Bridgestone, la durata della batteria e l’autonomia, oltre a un controllo per risolvere i problemi di guida specifici dei veicoli elettrici, una maggiore tolleranza all’usura dovuta al peso maggiore e alla coppia più elevata, e una riduzione della rumorosità. Per quanto riguarda invece Techsyn, Bridgestone ha dato vita a una piattaforma tecnologica grazie alla partnership con Arlanxeo, produttore di gomma sintetica, e Solvay, azienda che opera in HDS Silica. In questo caso gli ingegneri e i chimici hanno lavorato su resine e polimeri per arrivare a produrre una mescola migliore rispetto al predecessore così da avere una maggiore resistenza al rotolamento e aderenza sul bagnato. “L’impiego della tecnologia Techsyn ci ha permesso di migliorare la mescola e questo ci ha consentito di lavorare al meglio sull’altro aspetto fondamentale: il disegno del battistrada – spiega Massimo Metalli field engineering quality system & h&s manager di Bridgestone South Region –. Con le scanalature 3D abbiamo migliorato il microdrenaggio garantendo così una grande resistenza all’aquaplaning. Inoltre, gli incavi divergenti presenti sulle spalle permettono al pneumatico di espellere l’acqua velocemente in curva. Abbiamo anche ridisegnato la forma dei cordoli, arrotondando la parte superiore e rendendola convessa. Questo permette di spingere l’acqua nella direzione voluta, ovvero verso gli incavi, accelerandone l’espulsione. Per incrementare il chilometraggio, invece, abbiamo aumentato la lunghezza dei blocchi, rendendo l’impronta a terra meno mobile, eliminando così i micro slittamenti che portavano a un aumento del consumo”.
Rispetto al Turanza 5, l’ultimo arrivato in casa Bridgestone offre una resa chilometrica migliore del 22%. Turanza 6 offre anche una migliore efficienza nei consumi di carburante o una maggiore autonomia della batteria (a seconda del tipo di veicolo), con una riduzione del 4% della resistenza al rotolamento rispetto al suo predecessore e raggiunge l’etichettatura in classe “A” o “B” su tutte le misure. Tutto ciò grazie anche alla protezione aerodinamica del cerchio, progettata per ridurre la resistenza dell’aria sul pneumatico durante la guida. Il Turanza 6 è stato sviluppato presso il centro di ricerca e sviluppo Emia di Bridgestone nei pressi di Roma dove avviene la ricerca, la progettazione e lo sviluppo di pneumatici, la prototipazione rapida e tutte le forme di collaudo sulla pista di Aprilia. Quasi 600 persone, tra ingegneri, chimici, analisti di dati, collaudatori, tecnici e personale di supporto Bridgestone di oltre 15 nazionalità hanno sede nei laboratori, impianti, strutture di collaudo e 70 km di piste dell’Eupg -European Proving Ground- del Centro di ricerca e sviluppo Emia, e lavorano tutti allo sviluppo dei pneuamtici Bridgestone. Prodotto negli stabilimenti europei di Bridgestone, tra cui quello di Bari, Turanza 6 è disponibile con un’ampia copertura – 136 misure per cerchi da 16”(disponibile a partire dal 2024) a 22’’ per la line up estiva – sia per le autovetture che per i SUV con motore a combustione interna e ibrido o elettrico.
Ricerca e collaudo pneumatici a pochi passi da Roma
La maggior parte dei pneumatici Bridgestone destinati al mercato europeo vengono progettati e testati in Italia. A pochi chilometri da Roma esistono due luoghi in cui il costruttore giapponese svolge tutte le sue attività di ricerca e collaudo: il Centro tecnico di progettazione e sviluppo di Castel Romano denominato Tce e la pista di collaudo europea Eupg (European Proving Ground) di Aprilia. All’interno dei due centri, dove lavorano quasi 600 persone tra ingegneri, chimici, analisti di dati, collaudatori e tecnici, vengono realizzati e testi i prototipi dei pneumatici per auto, veicoli commerciali, bus e mezzi agricoli. Con una superficie di 144 ettari e dominato da un circuito principale ovale di 4 km, la struttura Eupg mette a disposizione piste di vario tipo che riproducono i differenti fondi stradali presenti in Europa e strumenti per test su tenuta sul bagnato, rumorosità e usura dei pneumatici.
Ovale
La pista ovale di 4 km composta da due rettilinei, uno a quattro corsie e l'altro a nove corsie, e da due curve paraboliche sopraelevate consente di testare i pneumatici compiendo numerosi e severi cambi di corsia con automobili a una velocità di 250 km/h. Le curve sopraelevate consentendo di effettuare test di tenuta di strada ad alta velocità, in particolare quelli mirati allo sviluppo di pneumatici premium per alte performance. Tra le prestazioni verificate dai collaudatori su questo circuito rientrano i cambi di corsia ad alta velocità, la linearità, la stabilità su rettilineo, lo slalom e il rilascio dell'acceleratore.
Black lake
All'interno del circuito ovale c'è un piazzale denominato black lake per test dinamici di accelerazione e frenata in curva sulle diverse tipologie di veicoli. Molti di questi test consentono di effettuare il confronto con i dati ottenuti tramite software di modellazione e simulazione del Centro Tecnico Europeo. Il circuito e il piazzale sono collegati e questo permette ai collaudatori di spingere il veicolo al limite ed entrare nel black lake al massimo della velocità eseguendo le manovre necessarie per ottenere informazioni.
Test sul bagnato
L'aderenza su fondo bagnato viene verificata con differenti coefficienti di attrito su diversi anelli che presentano all'interno una zona di scivolamento. Per testare le performance in curva (senso orario e antiorario) in condizioni di aquaplaning è a disposizione una rotatoria in cui è presente un sistema automatico di spruzzo e recupero dell'acqua. È possibile testare inoltre l'aquaplaning su una corsia rettilinea provvista di un moderno sistema di bagnatura combinato che permette di riempire l’intera corsia, inoltre all’interno del percorso vengono simulate anche frenate di emergenza così da analizzare tenuta del pneumatico e distanza di arresto della vettura. La pista per la valutazione delle prestazioni su bagnato offre la possibilità di testare sia veicoli standard sia ad alte prestazioni a diverse velocità. Grazie a un sistema per bagnare il fondo stradale riciclando l'acqua, i collaudatori possono effettuare test continuativi in armonia con l'ambiente.