Automobili o smartphone su ruote? Qual è il futuro del post vendita?

l pneumatico è un elemento di primaria importanza per la sicurezza della circolazione stradale, in quanto unico punto di contatto fra il veicolo e la strada. Gli aspetti che investono la sicurezza, tuttavia, non comprendono solo la circolazione, ma entrano in causa già a partire della scelta e dell’acquisto del prodotto. In un momento di forte accelerazione tecnologica nell’industria della mobilità, che vede la presenza nel parco circolante di vetture enormemente più complesse sofisticate rispetto a pochi anni fa, anche il pneumatico, quale componente del veicolo, è diventato un prodotto sempre più sofisticato e specializzato.

Si vede infatti la presenza sul mercato del ricambio di decine di marchi e migliaia di referenze, che possono essere dedicate in esclusiva a singoli modelli di vetture, e la cui scelta deve tenere conto del tipo di utilizzo che verrà fatto, dello stile di guida, di normative temporanee e circolari applicative che possono interessarne l’impiego, eventuali divieti e possibili richiami da parte del produttore. Sono tutte informazioni che il rivenditore specialista di pneumatici è in grado di valutare appieno per poter supportare l’automobilista nell’acquisto del prodotto e assicurarsi che su ogni vettura venga installato il prodotto più idoneo. Per questo motivo, ricorda Federpneus, l’utente che voglia acquistare in proprio i pneumatici da installare dovrà prestare la massima attenzione, non solo nella scelta del prodotto ma anche nella scelta dello stesso venditore, ma anche a tutti gli altri aspetti sopra citati, non ultimo la presenza di regolare documentazione fiscale, tramite la quale potrà attivare la garanzia sul prodotto in caso di difetti. Inoltre, l’eventuale acquisto senza versamento dell’Iva comporta, per il principio di solidarietà passiva nel pagamento Iva, che lo stesso acquirente potrà essere chiamato a rispondere del mancato versamento e a provvedere allo stesso in vece del venditore. Il documento di acquisto dovrà inoltre indicare chiaramente la corresponsione del regolare contributo ambientale per lo smaltimento dei pneumatici fuori uso. Anche per questo motivo Federpneus ha recentemente invitato i propri associati ad informare la propria clientela che, in caso di montaggio di pneumatici forniti dal cliente, sarà necessario produrre copia del documento fiscale relativo all’acquisto dei pneumatici stessi, verificando che questo attesti chiaramente come da obblighi di legge l’avvenuto pagamento dell’Iva (anche per l’acquisto di pneumatici usati) e del contributo ambientale. Vigilando sulla piena correttezza degli acquisti, gommisti e automobilisti insieme possono dare un grosso contributo su tanti fronti: nella lotta all’evasione fiscale, nella riduzione degli illeciti ambientali che si verificano a monte delle vendite irregolari, e soprattutto ai fini della sicurezza stradale. Automobili o smartphone su ruote? Qual è il futuro del post-vendita?

Al CES 2023 di Las Vegas lo scorso gennaio le auto hanno fatto la parte del leone (Vedi “CES 2023: un motorshow elettrico e connesso”, Pneurama 1-2023) al punto da indurre qualcuno a definire la fiera un “hollywoodiano motorshow”. Da sempre la fiera più importante al mondo per l’elettronica consumer, il CES è stato quest’anno il parco giochi dell’elettronica per la mobilità: si sono viste automobili dalla carrozzeria cangiante programmabile, come un vestito da cambiare dalla sera alla mattina in funzione della circostanza. Quelli che possono sembrare oggi eccessi fieristici, non tarderanno a diventare a breve un’offerta neanche tanto di élite. Quanto visto al CES è ben lungi dall’essere un fenomeno isolato; i cosiddetti “hyperscalers” tengono il settore ben al centro della loro attenzione. È il caso, per esempio, di Google che esponeva nel proprio stand una BMW i7 ed una Volvo EX90; la prima equipaggiata con l’ultima versione di Android Auto a riprodurre sul cruscotto contenuti tipici di un qualsiasi smartphone. Per quanto riguarda la Volvo, il software di Google era permanentemente integrato nel veicolo come sistema operativo indipendente. E non è finita qui perché sono già stati annunciati ulteriori sviluppi. In questo scenario la domanda per noi è: cosa significa questo per l’autoriparazione? I costruttori per primi puntano forte sul business della post-vendita: Stellantis – come riportato nell’articolo “How Google conquers the car market” pubblicato lo scorso febbraio dal quotidiano tedesco di economia Handelsblatt – ha identificato un obiettivo di incassi dai servizi di post-vendita di 20 miliardi di dollari entro il 2030. Aziende come Google poi sono partner naturali dei costruttori di auto: l’ecosistema costituito da Android e simili, con i suoi milioni di app, è la piattaforma perfetta per i developers per offrire soluzioni a 360 gradi per l’automobilista. Domani il consumatore cosa comprerà: auto connesse o smartphone su ruote? E da chi? E in questo gioco tra giganti quale sarà il ruolo dell’aftermarket indipendente? La prospettiva è di quelle da far tremare le vene e i polsi: a quale ruolo può ambire una pletora, anche se vastissima, di piccoli operatori sotto il potenziale giogo di giganti dell’economia? Difficile rispondere; che il business della post-vendita sia ambito non è una novità ma a differenza di altre situazioni del passato, oggi si assiste a tendenze a prima vista contradditorie: da un lato un marcato aumento generalizzato della percentuale degli indipendenti rispetto agli organizzati; dall’altro l’arrivo nel mercato di nuovi fornitori e l’introduzione di nuove famiglie di componentistica (pensiamo ai veicoli elettrici ed ibridi). La conclusione a caldo è che strutture professionali ben avviate e pronte all’uso sono il miglior partner possibile per tutti. Allora però il paradigma oggi è diverso: non si tratta più di acquisire o controllare il business ma di aggiudicarsi la fetta grossa della torta, cioè del margine, come già accade in altri settori. In una tale situazione, la tutela della concorrenza non è più solo necessaria; essa diventa addirittura indispensabile in quanto unica vera forma di garanzia per il consumatore. Il settore, d’altro canto, è da tempo abituato a sfide epocali ed ha già ampiamente dimostrato di essere un “Die Hard” tanto per rimanere in tema hollywoodiano. Ad ulteriore dimostrazione della sua vitalità, il 9 marzo scorso è stata la lanciata la “Campagna Globale per il Diritto alla Riparazione dei Veicoli”, alla quale AICA ed EGEA aderiscono come membri del movimento globale “Associations in Motion”, con lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica e la classe politica sui pericoli di posizione dominate insiti nella situazione. Tutte o quasi le associazioni di categoria nel mondo, dall’Europa, dal Nord America, dall’America Latina, dall’Asia, etc. si uniscono a sostenere a gran voce la causa della libera concorrenza nell’auto riparazione; di questo, pensiamo, la politica non potrà non tener conto.