150 anni di P lunga

“Oggi abbiamo voluto percorrere insieme un viaggio nella storia guardando al futuro. Anticipare il cambiamento è quello che Pirelli fa da 150 anni grazie alla solidità della sua cultura di impresa e al suo saper essere sempre protagonista del presente. Elementi che oggi ci consentono di arrivare a questo traguardo con un brand affermato in tutto il mondo”: queste parole di Marco Tronchetti Provera, Vice Presidente Esecutivo & CEO di Pirelli, ben sintetizzano il senso della giornata di celebrazioni organizzata a Milano dalla casa della P lunga per il 150 anniversario della nascita. Era infatti il 28 gennaio del 1872 quando Giovanni Battista Pirelli, all’età di 23 anni, creò con il supporto di altri soci fondatori la prima società in Italia per la produzione di articoli di gomma: la società in accomandita semplice “G.B. Pirelli & C.”. Per quanto preparato, determinato e lungimirante, forse neppure il fondatore avrebbe potuto immaginare allora di avere creato la prima multinazionale italiana, destinata a essere un marchio conosciuto e riconoscibile in tutto il mondo, e ad avere, dopo un secolo e mezzo di successi, 18 stabilimenti produttivi in 12 Paesi, una presenza commerciale in oltre 160 Paesi, un organico di circa 30.500 dipendenti, una collezione di oltre 6.700 brevetti e un fatturato superiore ai 4 miliardi di euro.

 

In principio furono i cavi

Il nome che oggi noi tutti associamo al mondo dei pneumatici per auto e moto nacque però per produrre tutt’altro genere di oggetti in gomma: nel 1873, all’avvio del primo stabilimento di via Ponte Seveso, a Milano, l’azienda produce articoli per apparecchi e macchine industriali, per la navigazione a vapore e le ferrovie, come cinghie di trasmissione, valvole e isolanti. Nel giro di pochi anni la gamma produttiva viene ampliata a beni di consumo come giocattoli, palle da gioco, impermeabili e merceria. Sul fronte commerciale si realizzano le prime pubblicità e viene aperto un negozio nel centro di Milano, in via Montenapoleone. Nel 1879 un passaggio decisivo per la successiva espansione dell’azienda, grazie all’avvio della produzione di cavi per il trasporto di energia elettrica: un settore fino ad allora dominato dai britannici, ma nel quale Pirelli si afferma presto come protagonista nell’Europa continentale, ottenendo commesse governative per la rete telegrafica sottomarina - suo il primo collegamento tra la penisola e le isole - e l’elettrificazione delle ferrovie italiane, ma anche per la fornitura di cavi-energia sulle cascate del Niagara, sul Nilo, in Spagna, in Argentina, negli USA e in Francia.

 

Dai pneumatici per velocipedi all’e-mobility

A cavallo fra il 19° e il 20° secolo iniziano a diffondersi nuovi mezzi di spostamento, che preludono all’imminente rivoluzione della mobilità di massa, ed è in questo momento che anche Pirelli entra nella produzione a cui tutti noi oggi la associamo: nel 1894 infatti l’azienda mette a frutto la conoscenza della gomma che aveva maturato e una serie di innovazioni nella preparazione dei materiali per lanciare il suo primo pneumatico, una copertura destinata ai velocipedi, mentre nel 1901 nasce il Pirelli Ercole, primo pneumatico per auto che già esprimeva l’attenzione per la tecnologia che ha sempre contraddistinto i prodotti dell’azienda, che inventò un sistema di aggancio del pneumatico al cerchio, applicandolo da subito alla produzione per auto.  Nei due decenni a seguire si consolida la fama di Pirelli nel settore dei pneumatici, per poi arrivare a un’importante svolta tecnologica con il lancio di prodotti innovativi come il Pirelli Cord (1921), il Superflex Cord (1924) e lo Stella Bianca (1927), un pneumatico molto popolare tra gli anni Trenta e Cinquanta. Sono gli anni che vedono anche il boom delle corse motociclistiche: le Guzzi, le Gilera e le Bianchi equipaggiate con il Pirelli Motocord stabiliscono nuovi record di velocità. Negli anni Quaranta hanno grande diffusione mezzi di trasporto più pratici ed economici, come le utilitarie e gli scooter: è il momento del Pirelli Stelvio, che non solo è il pneumatico di serie sulle Topolino, ma si impone anche nelle competizioni automobilistiche.

Un’innovazione dopo l’altra, si arriva a un’altra pietra miliare nel 1951, quando viene brevettato il Cinturato (in produzione dal 1953), pneumatico caratterizzato da una rivoluzionaria, robusta cintura di tessuto radiale tra carcassa e battistrada che garantiva sicurezza, prestazioni e durata. Negli anni Sessanta, per offrire aderenza alle auto sportive che si diffondevano sempre di più, Pirelli introduce i pneumatici ribassati, per poi arrivare, negli anni Settanta, a lanciare il P7, primo pneumatico super ribassato a elevatissime prestazioni; nel frattempo arrivano anche il primo pneumatico radiale per moto, MP7, e il P8, radiale auto con bassa resistenza al rotolamento. Un altro anno da incorniciare è il 1984: dall’esperienza di Pirelli nei rally nasce il P Zero, presto arrivato su strada per equipaggiare le prime, potentissime supercar. Nasce così la famiglia di pneumatici Ultra-High performance che ancora oggi sottolinea maggiormente l’esperienza di Pirelli nel motorsport con le prestazioni dei pneumatici stradali. Un altro segmento si fece largo negli anni Ottanta, i fuoristrada: per favorire le prestazioni su diversi fondi stradali, dall’asfalto alla sabbia, nasce il Pirelli Scorpion, una linea di pneumatici premium specializzata per i SUV, e che verrà ampliata e caratterizzata nel corso degli anni 2000 per le esigenze dei nuovi fuoristrada a tutte le latitudini. P Zero, Scorpion e Cinturato sono tutt’oggi il cuore della gamma che continua a porre la tecnologia al centro di ogni nuovo sviluppo. Per le due ruote, sono la famiglia Diablo, dall’impronta sportiva per la strada e la pista, Scorpion, dedicata al mondo del fuoristrada, e Angel, dedicata allo sport touring, a portare la P lunga in giro per il mondo. Dal 2017 inoltre è presente anche la linea di pneumatici Pirelli Cycling per biciclette, tradizionali o a pedalata assistita.

Gli ultimi anni hanno visto, sul piano dei pneumatici, una serie di innovazioni introdotte da Pirelli per aumentare la sicurezza ed il comfort, come i sistemi anti foratura Run Flat, che lo scorso anno ha compiuto vent’anni, Seal Inside, che auto-ripara il pneumatico, o la tecnologia PNCS (Pirelli Noise Cancelling System), che smorza il rumore provocato dal rotolamento delle gomme e riduce così l’inquinamento acustico. E ancora nuove sfide stanno impegnando l’azienda per assecondare e anticipare i nuovi trend della mobilità, come la transizione verso l’elettrico. Sfide che Pirelli sta affrontando con il pacchetto di tecnologie Elect, progettato per i nuovi veicoli elettrici e ibridi plug-in, offrendo bassa resistenza al rotolamento, grip immediato e riduzione del rumore. Per queste nuove auto sempre più connesse e bisognose di informazioni, è stato sviluppato il sistema Pirelli Cyber Tyre, composto da un sensore in ognuno dei pneumatici, che fornisce a vettura e conducente una “carta d’identità” e lo stato della gomma e da un software integrato nell’elettronica dell’auto. L’innovazione è anche la chiave per una sempre maggiore sostenibilità, e l’ultimo traguardo di Pirelli verso una produzione sempre più “green” è stato lo sviluppo del primo pneumatico al mondo certificato FSC, Forest Stewardship Council, realizzato con materie prime derivanti da una catena di fornitura al 100% sostenibile.

 

 

“We sell what we race, we race what we sell”

Nei 150 anni di storia Pirelli, un capitolo a parte merita il motorsport: il fil rouge che nella casa della P lunga unisce la passione per i motori con lo sviluppo dei prodotti destinati al mercato, anticipando il concetto stesso di trasferimento tecnologico. Un connubio che può essere fatto risalire alla Pechino-Parigi del 1907, quando il principe Scipione Borghese, a bordo di una Itala gommata Pirelli, affronta 17mila chilometri vincendo con 20 giorni di anticipo sul secondo equipaggio. Un grande successo che trasforma la mobilità in innovazione e spettacolo, e le competizioni in un laboratorio a cielo aperto che attraversa tutto il ‘900 e settori diversi come rally, GT, Formula 1 e Superbike. Proprio nella Superbike, per citare le esperienze più recenti, Pirelli diventa nel 2004 fornitore unico, e l’accordo, rinnovato a oggi fino al 2023, è tra i più longevi nella storia degli sport motoristici a livello internazionale; è ancora dalla superbike, fra l’altro, che nasce lo slogan “We sell what we race, we race what we sell”, che perfettamente esprime la strettissima continuità fra la strada e la pista. C’è poi la categoria massima del motorismo sportivo, la Formula 1, dove Pirelli è rientrata nel 2010 con un contratto triennale successivamente rinnovato e oggi in essere fino al 2024, e che vedrà per il prossimo anno una nuova fondamentale sfida tecnologica con l’introduzione dei pneumatici da 18 pollici – anche in questo caso, con una prospettiva di trasferimento tecnologico a beneficio dei prodotti stradali. Da un campionato all’altro, oggi Pirelli è presente in oltre 350 competizioni motorsport.