Nuovi mondi possibili nell’ecosistema del pneumatico

Nel mondo dell’automotive lo sviluppo tecnologico degli ultimi anni è stato talmente profondo e rapido da essere ormai radicato nella natura stessa dell’industria, che immediatamente si identifica nel concetto di innovazione continua: ogni mese vediamo il lancio di qualche nuovo modello di vettura, oppure nuove versioni delle vetture già affermate sul mercato, con nuove motorizzazioni, nuovi accessori, nuovi sistemi digitali. Anche l’industria del pneumatico, forse con minore evidenza e pubblicità, ha pur tuttavia portato avanti continue innovazioni, che hanno migliorato in modo sostanziale le prestazioni del prodotto: come testimoniano anche le pagine della nostra rivista, gli ultimi anni hanno visto nei lanci dei nuovi pneumatici una continua ottimizzazione di parametri quali la resistenza al rotolamento (e quindi l’efficienza energetica), l’aderenza su fondo bagnato (e quindi la sicurezza), il chilometraggio (e quindi la durata di vita).
Ci sono però tante altre innovazioni importanti che stanno prendendo piede nel mondo del pneumatico, e che riguar-dano non tanto il prodotto stesso ma il suo intero “ecosiste-ma”. Al di là dei grandi avanzamenti tecnologici che negli ul-timi anni hanno rinnovato i processi progettuali e produttivi – sempre più basati su fattori quali tecnologie digitali, vir-tual testing, automazione, ecc. – un aspetto meno indagato eppure molto promettente riguarda quelle tecnologie legate ai dati che “accompagnando” il pneumatico nel suo intero ciclo di vita, e che potrebbero essere la chiave per compiere un sostanziale salto di qualità in tutti gli anelli della filiera. Troviamo un perfetto esempio di queste potenzialità nella tecnologia RFID, che molti produttori stanno iniziando ad integrare nei loro pneumatici: il sistema di identificazione in radiofrequenze, offrendo appunto la possibilità di iden-tificare univocamente il prodotto e di abbinarvi una serie di informazioni, potrebbe essere sfruttato in innumerevo-li modi e con grandi benefici. Pensiamo all’immissione del prodotto sul mercato: si potrebbe registrare direttamente sul pneumatico il versamento del contributo ambientale, a vantaggio della tracciabilità, della gestione ambientale e della legalità. Pensiamo alla gestione del pneumatico in officina: tramite l’RFID può comunicare con le autoattrezzature, ottimizzando al massimo la velocità e la precisione dei processi. Pensiamo alla gestione delle flotte di trasporto, a cui questi sistemi potrebbero offrire un monitoraggio estre-mamente preciso dei chilometraggi effettivi e di altri dati di servizio. Pensiamo anche alla ricostruzione: si potrebbero sfruttare i dati sul ciclo di vita del pneumatico e i suoi dati tecnici per sapere il diametro esatto di raspatura da impostare, ma anche se ha subito in passato altre ricostruzioni, ecc. Pensiamo infine allo smaltimento: ora che si apre la nuova frontiera del riciclo chimico del pneumatico a fine vita, può essere di grande utilità sapere esattamente, in fase di tratta-mento, quali elementi e componenti si possono estrarre per ricavarne materie prime seconde.
Si potrebbe andare ancora oltre: è possibile termite lettore RFID che rileva quando un pneumatico viene prelevato, automatizzare la gestione ed il riassortimento del magazzino, lo stesso pneumatico potrebbe dare immediatamente i propri riferimenti al sistema di fatturazione con un enorme risparmio di tempo per quanto riguarda il personale amministrativo. L’RFID è anche un sistema per tracciare i furti! Quelle descritte sono realtà possibili già con le tecnologie di oggi. Si tratta di applicarle nell’ottica di ciò che serve in pratica al gommista per entra-re nell’assistenza del futuro perché, ricordiamolo sempre, il veicolo potrà essere elettrico, ad idrogeno, connesso o in car sharing, ma comunque girerà sempre su ruote, che avranno bisogno dell’assistenza del gommista.