Immatricolazioni, a settembre registrato -10,75%
Centro Studi Promotor: “Il mercato italiano dell’auto continua dunque ad essere interessato da forti difficoltà”
In aprile nel mercato dell’Europa Occidentale (UE+EFTA+UK) sono state immatricolate 1.080.913 autovetture con una crescita del 12% rispetto allo stesso mese del 2023. Questo incremento a due cifre è dovuto in larga misura al maggior numero dei giorni lavorati nella maggior parte dei paesi dell’area per effetto della Pasqua precoce che quest’anno è caduta, come è noto, alla fine di marzo. Il consuntivo complessivo dei primi quattro mesi dell’anno è molto meno positivo in quanto ha fatto registrare un tasso di crescita del 6,5% rispetto ai primi quattro mesi del 2023 ed è in calo del 18,5% rispetto al livello ante-crisi (gennaio-aprile 2019). Non è quindi ancora superata la crisi del mercato dell’auto in Europa Occidentale iniziata con la pandemia e proseguita con la carenza di componenti per la produzione di autovetture, con il ritorno dell’inflazione e con gli effetti non previsti e non voluti, ma verificatisi, della transizione energetica, che ha determinato una carenza di offerta sul mercato, in particolare delle vetture più accessibili alla massa dei potenziali acquirenti italiani, aprendo di fatto la strada alla penetrazione dei prodotti cinesi, come cronache recenti hanno confermato. D’altra parte, anche la transizione energetica ha incontrato difficoltà. In particolare, se si prende in considerazione la quota delle immatricolazioni di auto elettriche dell’intera Europa Occidentale nell’ultimo periodo, si scende dal 21,7% dell’agosto 2023 al 13,4% dell’aprile scorso, con una situazione particolarmente difficile in Italia dove la quota della auto elettriche, che aveva toccato il 5,1% in agosto 2023, è scesa al 2,4% nell’aprile scorso. Le ragioni della frenata del mercato dell’auto elettrica vanno ricercate nelle vicende degli incentivi e nel fatto che, in particolare in alcuni mercati, come quello del Regno Unito, la domanda di auto elettriche pure (BEV) viene soprattutto dalle flotte, mentre latitano le richieste dei privati che sono fortemente ostacolate, non solo dai prezzi, ma anche dalle crescenti perplessità sulla flessibilità di impiego delle auto elettriche. E la conseguenza è che, nella stragrande maggioranza dei casi, le auto elettriche acquistate dai privati sono destinate ad aggiungersi ad auto già possedute. Data questa situazione – afferma Gian Primo Quagliano, presidente Centro Studi Promotor - è del tutto evidente che uno dei compiti prioritari della nuova governance dell’Unione europea, dopo le imminenti elezioni, sarà quello di mettere mano al dossier sulla transizione energetica nell’auto. E ciò anche in considerazione che alla transizione energetica viene imputata anche l’aprirsi di prospettive molto interessanti (ma per l’occupazione e l’economia europea preoccupanti) per la penetrazione massiccia nel mercato europeo di auto cinesi.
Centro Studi Promotor: “Il mercato italiano dell’auto continua dunque ad essere interessato da forti difficoltà”
La crisi dell’auto elettrica affonda il mercato
L’effetto incentivi porta comunque in lieve crescita il consuntivo dei primi otto mesi dell’anno