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Autopromotec 2022: la post-vendita si confronta a 360°: Il forum “Global right to repair”

Autopromotec 2022 ha contrassegnato in qualche maniera la “ripartenza” del settore come un ritorno di una consuetudine fatta anche di incontri e confronti. La dimensione congressuale della manifestazione ha quest’anno infatti raggiunto una completezza mai vista prima per poter offrire a un pubblico sempre più esigente e competente informazioni di prima mano vitali per la professione. Una delle iniziative pensate per questo è stata il ciclo di conferenze internazionali Iam - International Aftermarket Meetings, che ha voluto dare una visione a 360° della post-vendita di oggi e di domani. Primo, ma solo in ordine cronologico, dei meeting dello Iam è stato il forum “Global right to repair” focalizzato sulla libera concorrenza e l’accesso ai dati, che ha avuto luogo mercoledì 25 maggio e nel quale le maggiori associazioni di categoria a livello mondiale, moderate da Piergiorgio Beccari, presidente di Adira, si sono ritrovate per condividere il tema della libera concorrenza e il diritto del cittadino alla scelta del proprio autoriparatore di fiducia. La valenza globale dell’incontro è facilmente dimostrata dai partecipanti: Figiefa e Egea per l’Europa, Auto Care per gli Usa e Aaaa per l’Australia, in rappresentanza dei maggiori mercati al mondo, che hanno fornito al pubblico una visione, è proprio il caso di dire “a tutto tondo”, della situazione. Se in Europa il “campo di battaglia” in questo momento è costituito dalla Mv-Ber e dal Data Act, come chiaramente spiegato da Sylvia Gotzen di Figiefa, in Usa il contendere si sviluppa intorno alla cosiddetta “Massachussets Bill” che, come ha spiegato Aaron Lowe di Auto Care, affronta lo stesso argomento ed è adesso in discussione a livello federale. Migliore situazione oggi sembra si stia creando in Australia dove, come ha illustrato Stuart Charity di Aaaa, il prossimo luglio entrerà in vigore una nuova legge che in qualche maniera rende obbligatoria le disponibilità dei dati tecnici agli autoriparatori di qualsiasi tipo e categoria, anche se non mancano punti interrogativi sulla sua effettiva efficacia. Come ha felicemente sintetizzato Frank Beaujean di Egea, il cruscotto è la macchina stampa soldi di oggi e qualcuno cerca di riservarne l’accesso solo a se stesso. Ecco, quindi, la necessità ovunque di una legislazione specifica, come tutti i relatori hanno convenuto, per la quale unire le forze e collaborare a livello globale.

 

La conferenza sugli sviluppi delle revisioni in Italia

Le premesse erano ambiziose e fa piacere notare che le aspettative sono state ampiamente ripagate sia per quanto riguarda i relatori che per la partecipazione del pubblico. L’organizzazione, coordinata da Autopromotec e da Alpi Consortile, è riuscita a portare sul palco i massimi dirigenti dell’amministrazione competente, con la direzione generale della Motorizzazione presente quasi all’unanimità sia come direzione centrale che come direzioni territoriali. Insieme a questi anche i maggiori attori delle revisioni, le confederazioni artigiane, gli ispettori, i verificatori, gli editori e i costruttori di attrezzature hanno avuto modo di portare il proprio contributo. Il direttore generale della Motorizzazione, Pasquale D’Anzi, ha subito esordito affrontando senza esitazione la situazione catastrofica di un 13% di veicoli per trasporto merci in ritardo di revisione, definita “non adeguata alle esigenze della collettività e delle imprese di autotrasporto”. A essa, a suo dire, si sta ponendo rimedio con un nuovo modello di revisioni che permetterà l’esternalizzazione di circa 730.000 revisioni l’anno in centri privati autorizzati; tali centri dovranno avere le caratteristiche operative e strutturali elencate nel DM 446/2021 e si avvarranno dell’opera di ispettori abilitati, altra rilevante novità normativa, che in questo modo diventerà operativa. Il tutto è regolato da una serie di decreti a vario livello, gli ultimi due dovrebbero vedere la luce entro breve, a detta di Callegari responsabile della direzione territoriali Nord-Ovest; in questo modo si avrà il quadro completo e operativo entro dodici mesi. È stato anche menzionato il dibattuto tema della superficie minima di 600 mq, peraltro confermata, anche ammettendo che alcuni centri non potranno avere la struttura richiesta; questo però non dovrebbe impedire di reperire gli almeno 200 nuovi centri necessari, secondo l’amministrazione, per recuperare il ritardo. Venendo alle attrezzature, il direttore della divisione 4 Lorenzo Loreto, ha affermato che i lavori stanno procedendo secondo i tempi e che pertanto si conta di rispettare la scadenza del maggio 2023 per aderire ai termini della Direttiva 2014/45 incluso, come ha poi spiegato Cavese, DG Motorizzazione-Div. 4, l’introduzione del lettore Obd anche per ottemperare al dettato del Regolamento 392/2021. Interessante l’approccio al problema della tariffa ancora non risolto: D’Anzi ha dichiarato che in merito sono in corso consultazioni perché la tariffa dovrà essere adeguata in modo da assicurare che l’intero sistema funzioni. Che le cose a questo punto siano avviate sembra confermato dal fatto che proprio nella conferenza i direttori generali territoriali presenti (tutti, esclusa la zona Sud) hanno potuto annunciare le date dei primi esami ispettori per le proprie sedi. Tali esami inizieranno più o meno ovunque a inizio luglio e si svolgeranno nelle maggiori città dell’area territoriale. Dopo le relazioni si è avuto un “question time” allargato alla platea che è stata invitata a porre domande, la maggioranza della quali sono state approfondimenti di quanto già esposto. Significativo però il ribadire da parte di D’Anzi che la sua politica è quella di consultare e ascoltare le parti per le proprie competenze. Ma qualcosa sembra essere mancato riguardo al tema dei veicoli agricoli, anch’essi oggetto di revisione periodica obbligatoria ai sensi della Direttiva 2014/45. Oltre ai contenuti, bisogna dare atto che la conferenza, incastonata nel programma di Autopromotec, è riuscita ad approfittare della folta presenza degli operatori del settore per instaurare un momento di vero confronto tra le parti a conferma del fatto che manifestazioni fieristiche di successo devono diventare sempre di più anche un luogo privilegiato di incontro tra professionisti.

 

La conferenza “Associations in Motion”

Non potevano mancare ad Autopromotec le associazioni professionali di categoria che da tempo hanno in atto tutta una serie di contatti e collaborazioni su temi di comune interesse. È per questo che quello che fino a ieri è stato un semplice momento di consultazione via internet, ad Autopromotec è diventato una conferenza di tutto il settore. Stiamo parlando di “Associations in Motion” nato per iniziativa di Aica e dell’americana Auto Care, che ha eletto Autopromotec 2022 come proprio momento “europeo” privilegiato. Associations in Motion, che ha avuto luogo giovedì 26 maggio, è stata introdotta dal presidente di Aica Mauro Severi e ha visto la presenza di una delle maggiori agenzie di ricerca di mercato e consulenza, S&P Global che, con Marcus Zahren responsabile del settore mobility, ha illustrato le tendenze della post-vendita auto dal punto di vista delle associazioni professionali. Inutile dire della ricchezza di contenuti della presentazione di Zahren: uno per tutti, l’aftermarket indipendente avrà un ruolo chiave nella transizione verso la mobilità sostenibile.  Il dibattito che ne è seguito ha visto i contributi di Bill Hanvey di Auto Care Usa, Start Charity di Aaaa Australia e Amit Mukherjee di Acam India. Sono state menzionate molte delle problematiche che le associazioni si trovano a dover affrontare: maggiore capacità di adattamento al cambiamento, nuovi servizi di marketing, maggiore supporto alla formazione e allo sviluppo di nuovi standard. Ma una supera forse tutte le altre in importanza: il fattore umano. Come ha sottolineato Charity, educare i tecnici e attrarre i giovani sono forse le due sfide a priorità massima alle quali le associazioni possono e devono contribuire senza esitazione per il bene dei propri associati e dell’intero settore.

 

La conferenza “Periodical technical inspections” sulle revisioni

Anche se purtroppo non di persona ma in collegamento remoto a causa di impegni non rimandabili, la conferenza “Periodical technical inspections – future revisioni per nuove tecnologie e una mobilità in cambiamento” del 25 maggio, ha annoverato tra i suoi relatori Claire Depré, responsabile dell’Ufficio sicurezza stradale della Commissione europea, e Eduard Fernandez, direttore di Cita, maggior organismo mondiale degli operatori delle revisioni, facendo così della conferenza un momento unico di aggiornamento sulla situazione revisioni a livello mondiale. Insieme a Deprè e Fernandez, il moderatore Jori Brunet, segretario generale di Egea, si è avvalso anche dei contributi di Bill Hanvey di Auto Care Usa, Antonio Lopez di Aridra Messico e Georges Petelet di Egea. Il quadro tracciato da Depré sulle considerazioni delle Commissione sul futuro delle revisioni in Europa è risultato completo e ambizioso: maggiore sicurezza mediante controllo degli Adas, migliore controllo delle emissioni con aggiunta di nuovi test, maggiore attenzione alla digitalizzazione e alle possibili frodi, maggiore attenzione alla sicurezza del carico dei veicoli commerciali e incremento dei controlli su strada. Il tutto con l’obiettivo di presentare una proposta al Parlamento e al Consiglio entro la fine del 2023. Fernandez da parte sua ha sottolineato come le revisioni siano un contributo importante alla sicurezza stradale favorendo la diminuzione di incidenti e mortalità come dimostrato da studi in vari paesi del mondo con numeri inequivocabili. D’altro lato, se l’Europa è di fatto all’avanguardia nelle revisioni, altre aree nel mondo presentano situazioni meno evolute; è il caso degli Stati Uniti dove le revisioni sono adottate a macchia di leopardo o il Messico dove sono ancora in via di organizzazione; in ogni caso il modello da seguire per tutti è quello europeo al quale le autorità guardano nel loro processo di futura adozione. Come ha sottolineato Petelet, in Europa, nonostante ritardi ed esitazioni, le revisioni sono un fatto compiuto su scala continentale e contribuiscono a uno standard di sicurezza di livello unico al mondo.